“VERSO MATERA 2019”. RILANCIO O CAMPAGNA ELETTORALE?-foto
L’evento, organizzato dalla Associazione politico- culturale “Bottega della Democrazia partecipata” ha come scopo quello di “…voler fare per la città, senza nulla in cambio. Rilanciarla dal pantano in cui giace da troppo tempo”.
Queste le parole con cui il conduttore della serata, Dario Magistro, ha dato inizio ai lavori. La nostra città, afferma lo stesso, ha un ruolo cardine nel progetto di “Matera capitale della cultura” e quindi deve prepararsi adeguatamente a questa che è una grande opportunità per tutto il territorio.
Al tavolo della direzione lavori il senatore Salvatore Adduce, già sindaco di Matera; Giovanni Giannini assessore regionale ai trasporti ed alle infrastrutture; il nostro concittadino, prof. Raffaele Latorre ed uno dei commissari prefettizi del nostro comune.
Dopo i saluti di rito ed i ringraziamenti per le presenze, abbiamo assistito alla proiezione di un video di Felice Farina su “Matera ieri ed oggi”. Si è occupato della cosa, Franco Gisotti, componente dell’associazione. Un video molto interessante che ha illustrato la nascita della città “dalla roccia dolce, nel neolitico, roccia per roccia, casa per casa”. Una comunità plasmata dalla cultura familiare legata alla pastorizia, alla terra ed alle tradizioni.
Nel suo appassionato intervento il prof. Latorre, originario di Matera, anche se ormai gioiese per scelta ed adozione, ci ha fatto rivedere la Matera dei secoli scorsi ed ormai di sempre “in un passato che ha lievitato il futuro”. Egli ricorda i nomi famosi di coloro che, letterati o studiosi, hanno amato Matera e ne hanno scritto, in tempi in cui abitare nei sassi era una vergogna. Tutta la città era una “vergogna” per l’Italia! Ora quella città è stata definita, elevata all’onore di essere per il 2019 e poi per sempre, perché su certe definizioni non si deve tornare indietro, “città europea della cultura!”. E non solo per la bellezza fantasiosa del suo impianto urbanistico, ma anche per i grandi nomi che le hanno dato lustro in ogni campo dello scibile e dell’arte, persone che, nel silenzio delle loro ricche biblioteche, hanno trovato la gioia dell’apprendimento come la più grande soddisfazione umana, uomini politici, storici, poeti. Molti sono emigrati al nord, come è successo per tutte le regioni meridionali, ma si sono sempre sentiti figli della loro terra, alla quale ritornano con piacere appena possibile. Il professore, sempre con grande partecipazione emotiva, ha citato Scotellaro, Carlo Levi, Natalie Ginzburg ed altri poeti dei quali sono poi stati letti dei brani da Teresa Genco, altra componente dell’associazione. Ma ciò che più ha emozionato il professore è stata la possibilità di mostrare ai presenti il “sigillo – simbolo di Matera 2019, che riproduce uno dei timbri con cui si distingueva il pane di una famiglia da quello di un’altra, quando lo si portava a cuocer
e al forno pubblico.
Il senatore Adduce ha ricordato brevemente come la spinta per “Matera capitale della cultura” sia partita dal basso, da giovani che pensarono la cosa giusta e possibile, superando le diffidenze verso le innovazioni insite nella mentalità lucana. Nonostante i tempi lunghi il progetto è andato avanti, patrocinato dalla Comunità Europea. Sono lontani i tempi in cui Alcide De Gasperi definiva Matera una vergogna nazionale, cosa a cui si cercò di porre rimedio con una fallimentare riforma agraria e con la cassa per il Mezzogiorno. Con l’intervento dell’Unesco si è passati dal considerare il paesaggio dei “Sassi” una vergogna, una meravigliosa unicità.
L’intervento di Giovanni Giannini, assessore regionale ai Trasporti ed alla Infrastrutture. Questa partecipazione è stata particolarmente importante perché ha trattato un argomento di cui si parla e ci si lamenta da troppo tempo: la ferrovia ed i trasporti nella regione lucana. E’ infatti nota a tutti la mancanza di una efficiente rete ferroviaria e stradale tra la Basilicata e le regioni limitrofe, cosa che rallenta il turismo ed il trasporto merci. La mancanza di infrastrutture mortifica il sistema economico- sociale dell’intera regione e sarà certamente un limite allo sviluppo possibile legato al grande evento culturale. Ma, dice l’assessore, così come il territorio lucano ha prodotto il distretto del mobile imbottito più grande del mondo, allo stesso modo, con le identiche strade e con i modesti mezzi esistenti, si potrà convogliare a Matera un importante flusso turistico. “La politica che ha suscitato la rabbia della gente, non deve più tornare”. L’assessore è convinto che, per una crescita armoniosa di Matera “Città della cultura 2019” “bisogna rilanciare settori come l’agricoltura e l’Industria” perché le cose si possono fare anche senza strade e senza ferrovia” così come ha dimostrato la storia del passato. “Se qualcosa
ha nuociuto all’economia lucana non è stata la mancanza di ferrovia o di strade comode, ma la finanza pubblica”. Parole grosse per un amministratore che aggiunge: per il patto di stabilità non si può intervenire neanche per le urgenze. Conclude dicendo che “la politica che ha spesso suscitato la rabbia della gente, non deve più tornare”.
Il senatore Adduce nelle sue conclusioni aggiunge che “le cose si possono fare anche senza strade e senza ferrovia”, purché ci sia la volontà di realizzarle” ed inoltre “gli esempi buoni servono a tutti gli altri”.
Un incontro dedicato a Matera, alla sua storia, alle sue peculiarità. Ma, nonostante che nessuno ne abbia fatto cenno, era nell’aria un clima da campagna elettorale! Né è proibito partire presto, con argomentazioni artistiche-letterarie, in attesa di cominciare a parlare di elezioni. [foto Mario Di Giuseppe]