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Cronaca

LIBERATO L’EX VICESINDACO VENTAGLINI. ORA IL PROCESSO

Francesco Paolo Ventaglini

franco ventaglini L’ex vicesindaco è tornato in libertà. Il nuovo Gip, dopo qualche giorno dal suo arrivo, ha firmato l’istanza di scarcerazione presentata più volte dal suo legale e mai accolta dal precedente collega. Infatti, questa mattina, dopo ben otto mesi dalla data dell’arresto e diversi passati ai domiciliari, il Ventaglini è stato visto in giro per le strade gioiesi.

Una istanza che quasi certamente sarà presentata anche dall’avv. Claudio Vanvesterhout, il legale dell’imprenditore Antonio Posa, nella non segreta speranza di ottenere lo stesso identico risultato.

Si resta ora in attesa dell’inizio del processo, con rito abbreviato per entrambi, la cui prima udienza è stata fissata per lunedì 2 novembre 2015.

La prima di una e probabile lunga serie in cui dovranno difendersi dall’accusa di “corruzione, turbativa d’asta e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Accuse, queste, mosse dai Pm baresi al termine di una indagine della Guardia di Finanza sulla presunta assegnazione di un bando per la costruzione degli alloggi popolari. in cambio della promessa di una tangente di 100.000 euro. Indagine culminata il 5 febbraio scorso con l’arresto di 9 persone.

I due inquisiti, insieme al sindaco Sergio Povia, e ad altri 6 indagati, tra tecnici, funzionari comunali e professionisti, avrebbero creato, secondo gli inquirenti, le condizioni affinché lo stesso imprenditore, titolare della Ap immobiliare srl, partecipasse e si aggiudicasse la gara pubblica per la realizzazione di numerosi alloggi da destinare ad edilizia popolare, nel quadro di un programma denominato “Social housing”.

Secondo quanto ricostruito dai militari della Guardia di Finanza, “il bando – per la costruzione di alloggi popolari -, sarebbe stato predisposto e pubblicato su misura per far vincere la società, la AP immobiliaprocura-repubblica-barire, dell’imprenditore Posa che, attraverso i suoi tecnici, avrebbe fornito ai funzionari pubblici incaricati di predisporre la gara e il capitolato”.

Tutto era partito da un’altra inchiesta, riguardante una presunta usura, in cui lo stesso l’imprenditore era coinvolto.

Secondo la pubblica accusa, gli indagati avrebbero tenuto una “molteplicità di condotte collusive che interessavano sia la fase concernente la pubblicazione del bando di gara, predisposto dai funzionari comunali seguendo le direttive indicate da Posa e contenute in elaborati tecnici redatti da professionisti di sua fiducia, sia la fase successiva connessa all’espletamento della gara”.

Era stato accertato anche che, “oltre alla nomina di una commissione di gara composta da persone che avevano intrattenuto rapporti illeciti con Posa, all’imprenditore – secondo la procura – venivano costantemente fornite indicazioni in merito alle modalità di redazione del progetto da predisporre per partecipare alla gara e al contenuto delle offerte presentate dalle imprese concorrenti”. 

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