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I SEGRETI DI STATO SVELATI A GIOIA DA FERDINANDO IMPOSIMATO

incontro con ferdinando imposimato

Ferdinando Imposimato Il dipartimento di Lettere e Filosofia del Liceo Scientifico di Gioia del Colle si è arricchito il 18 novembre alle ore 15, di un altro interessante incontro, quello con il giudice Ferdinando Imposimato.

Nell’accogliente auditorium dell’Istituto, gremito come nelle più interessanti occasioni, studenti, insegnanti, genitori e cittadini interessati, in prevalenza studenti o giovani laureati della facoltà di Giurisprudenza di Bari e non solo, hanno ascoltato con interesse il famoso magistrato, attore ed interprete autorevole dei nostri tempi. L’incontro ha avuto inizio con i saluti e ringraziamenti del dirigente scolastico, professor Rocco Fazio, evidentemente soddisfatto del grande riscontro tributato all’evento della scuola che lui “dirige” con competenza e saggezza, soddisfatto del lavoro di progettazione e di realizzazione degli eventi condotti a buon termine dai suoi validi insegnanti.

Per il dipartimento organizzatore era al tavolo della dirigenza la professoressa Irene Martino, insieme ad un alunno, Simone, perché, come ha sottolineato l’insegnante “…sono gli studenti che devono condurre la serata”.

Il magistrato, invitato a parlare dalla prof. Martino, ha voluto partire per la sua dissertazione sugli eventi che sarebbero stati evocati dalle domande dei presenti, cosa che ha caldamente sollecitato, dalla sua biografia. Studente del Liceo Classico e poi universitario nella Federico II di Napoli, ha raccontato della sfiducia negli studi che lo assalì ancora giovanissimo, grave sino al punto di allontanarlo dalla scuola. Dopo una breve esperienza nel mondo del lavoro capì subito che neanche quella era la sua vocazione e che se voleva essere elemento utile per la società, la sua vita doveva cominciare dallo studio.incontro con ferdinando imposimato

Il giudice ha sentito il dovere di parlare di questa sua personale esperienza per essere di esempio agli studenti che possano vivere una crisi simile alla sua, perché egli sa che questo è quasi un passaggio obbligato per i giovani, specialmente per i più impegnati.

UNA VITA IN LOTTA PER LA LEGALITÀ

Magistrato, politico, avvocato, presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione, nato a Maddaloni, dice di essere un “seguace” di Cicerone, ricercatore della verità storica come il grande scrittore latino.

Magistrato dal 1964, è stato giudice istruttore al processo Moro, a quello sull’attentato al Papa Giovanni Paolo II e a quello per Bachelet, per la strage di Nicosia. Si è occupato di processi contro la mafia e la camorra e del caso Sindona. Fu il primo a parlare di connessione tra terrorismo italiano e servizi segreti israeliani. Il magistrato ricorda anche, noincontro con ferdinando imposimaton senza tristezza, che l’11 ottobre del 1983 venne ucciso il fratello Franco per vendetta trasversale.  

Ha lasciato la Magistratura nel 1986 specialmente per le minacce di “cosa nostra” ed è diventato consulente delle Nazioni Unite per la lotta alla droga. Ha rivestito ruoli politici nella sinistra nel 1987, nel 1992 e nel 1994 ed è stato membro della Commissione Antimafia. Numerosi i suoi scritti che cita durante la conversazione: Vaticano, un affare di stato, del 2002; Doveva morire del 2008; Attentato al Papa del 2011; I 55 giorni che hanno cambiato l’Italia.

Ma ancora più numerose le partecipazioni a riviste e pubblicazioni varie, scritti nei quali è sempre presente l’amore per la Giustizia e la Verità.

Nella prefazione al libro “La sporca guerra” di Habib Souaidia, scrive con grande lungimiranza profeincontro con ferdinando imposimatotica: “Il terrorismo va combattuto senza mezzi termini e senza incertezze, ma anche smascherando coloro che se ne giovano con il pretesto di combatterlo. L’Europa e gli Stati Uniti non si illudano fingendo di non vedere e di non capire, prima o poi dovranno pagare un conto salato. L’Islamismo sta dilagando a vista d’occhio in tutto il mondo, alfiere della libertà e della giustizia dei popoli oppressi. I segnali sono numerosi e non si possono ignorare.”

DOMANDE E DIBATTITO

Nonostante le sollecitazioni del magistrato, le domande non sono state numerose, alcune poco chiare per difficoltà di amplificazione, ma anche per difficoltà espressive degli intervenuti.

Le più numerose e chiaramente recepite sono state quelle sul caso Moro e sulle implicazioni nella faccenda di altri uomini politici come Cossiga ed Andreotti; sull’attentato a Papa Woitila; sul sequestro di Emanuela Orlandi.incontro con ferdinando imposimato

Tra coloro che hanno posto domande anche Cesare Magistro il quale ha chiesto al magistrato cosa pensasse dell’indifferenza con la quale le istituzioni hanno preso la distanze dal Giudice Nino Di Matteo circa le affermazioni in merito ai presunti accordi Stato/Mafia ai tempi degli eccidi di Falcone e Borsellino.

“Imposimato – precisa Magistro – ha confermato tutto quello che emerse durante le sue indagini di allora, esprimendo sdegno in merito al silenzio imbarazzante delle istituzioni di allora e di oggi, supportate dal “silenzio stampa” delle TV e dei giornali nazionali. Rivolgendosi agli studenti ha affermato che le mafie e il terrorismo si nutrono e trovano campo fertile nella gente disperata. E’ l’iniquità sociale che permette a politici e dirigenti di percepire stipendi da sogno in contrasto con i miseri salari e le pensioni. La povertà è la piaga che alimenta tutte le mafie che si manifestano sotto varie forme (appalti truccati, tangenti, lievitazione di costi… Un grande uomo a cui ho avuto l’onore di stringere la mano e con dialogare sia a Roma che in questo incontro. Peccato non sia stato più pubblicizzato, perché nonostante si tratti di un percorso scolastico, la città ha bisogno di incontrare uomini come lui, garanti di legalità.”

Su tutti gli argomenti il Magistrato ha le sue idee chiare e precise e le esprime senza tentennamenti. Parla di condizionamenti sulle Brigate Rosse, che sarebbero state pilotate perché uccidessero Moro e del rapimento di Manuela Orlandi come di una continuazione dell’attentato al papa, una faccenda tutta interna al Vaticano. Il tutto coperto dall’omertà giornalistica.

Il grande magistrato conclude dicendo che “…bisogna guardare al passato per capire il presente e programmare il futuro.”

Niente di nuovo. Ciò si diceva anche nell’antica Roma. Il problema consiste forse nel non saper vivere fino in fondo questo insegnamento, e per questo si ricade sempre negli stessi errori. [foto Aldo Liuzzi e Cesare Magistro]

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