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SANITÀ PUGLIA. “EMILIANO PEGGIO DI VENDOLA. SI DIMETTA”

emiliano e vendola

Politicanti-emiliano-michele-presidente-puglia E’ in atto, in questi giorni, una sollevazione di scudi a difesa della Sanità regionale contro le (non)decisioni messe in atto, in pochi mesi dalla sua nomina, dal nuovo presidente della regione, con delega alla sanità, Michele Emiliano.

Di seguito pubblichiamo una serie di interventi da parte di esponenti e forze politiche che contestano il piano di riordino ospedaliero, mai discusso e presentato in Consiglio Regionale, che il presidente sta per varare ma anticipato a suon di annunci e prese di posizioni, sia pur verbali, che non lasciano trasparire nulla di buono per i cittadini pugliesi.

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Dobbiamo chiedere scusa a Vendola per le critiche, a questo punto ingenerose, che gli abbiamMarmo_Ninoo mosso negli anni, perché è stato ampiamente superato da un ineffabile Emiliano, che ha un modo indecoroso e inaccettabile di trattare le istituzioni a suo uso e consumo, umiliando le prerogative del Consiglio regionale su uno dei temi più sensibili per la politica alta, quella a servizio del cittadino: il riordino ospedaliero fatto da lui e un paio di dirigenti, senza coinvolgere la Commissione Sanità ed il Consiglio, è l’ultimo schiaffo ai cittadini da parte di chi, fino ad oggi, ha partorito solo un grande vuoto pneumatico”.

Lo dichiara il consigliere regionale Nino Marmo.

Emiliano –prosegue- forse si ritiene al di sopra delle istituzioni, al di sopra delle regole e persino al di sopra dello statuto del Consiglio. Con riflessi pericolosissimi. Ci venga a dire quali sono i criteri ordinanti del suo piano, in base a quali ragioni chiuderà ospedali e servizi che servono ai pugliesi per curarsi. Il segretario regionale del Pd conclude l’anno molto male. Prima di chiudere gli ospedali, per esempio, perché non ci dice se ha colmato il gap dei 500 posti letto nella Provincia di Barletta-Andria-Trani? Ma il presidente non parla: decide e prende in giro i consiglieri, invitandoli alle otto di sera (o alle 8 di mattina) a ‘dialogare’ su un documento che non ha fornito e che nessuno ha potuto studiare. Cos’era, un caffè tra amici al bar? Fino ad oggi siamo stati in silenzio, forse troppo. E certamente  il nostro silenzio finisce qui, perché non ci stiamo a veder calpestare istituzioni e diritti da chi si sente il più furbo di tutti sulla pelle dei cittadini”.

“Il nostro –conclude Marmo- ripete continuamente ‘la polita fuori dalla sanità’, ma ci resta lui tutto intero che è ormai un politico totale!

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Emiliano non solo sta seguendo le orme di Vendola ma sta facendo di peggio, invece di prendere decisioni sulla base dei bisogni del territorio lo fa secondo logiche di clientelismo. Ribadiamo la nostra richiesta di dimissioni all’assessore alla Sanità chiedendo che affidi l’incarico a persone competenti.” così gli otto Consiglieri Regionali del Movimento 5 Stelle Rosa Barone, Gianluca BozConsiglieri-M5S1zetti, Mario Conca, Cristian Casili, Grazia Di Bari, Marco Galante, Antonella Laricchia e Antonio Trevisi che, come avevano preannunciato negli scorsi giorni, proprio ieri hanno presentato una diffida formale nei confronti del Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e della sua Giunta: “Con questa diffida gli chiediamo di non approvare il piano di riordino, prima di aver analizzato  gli Atti aziendali provenienti da ASL e Aziende Universitarie previsti per legge. Non c’è modo peggiore per dare il colpo di grazia alla nostra sanità, che approvare un piano talmente importante senza i documenti contenenti le liste d’attesa e i dati epidemiologici, che rappresentano la reale richiesta di salute sul territorio, e giustificano qualsiasi apertura o chiusura delle unità operative.”

I consiglieri cinquestelle già in campagna elettorale avevano condotto una battaglia per l’approvazione dei piani aziendali che assicurerebbero due diritti ai cittadini pugliesi: il diritto di avere strutture ospedaliere che soddisfino il fabbisogno sanitario dei cittadini e la garanzia di sottrarre così dal libero arbitrio le scelte dei Direttori Generali.

“Come abbiamo più volte ribadito – proseguono i pentastellati – L’assenza di questi documenti precipita nella illegittimità, dal 1992, l’intero sistema sanitario e continua a favorire logiche di clientelismo, che nulla hanno a che fare con la salute dei cittadini”.

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“Il mio primo intervento sull’ospedale di Manfredonia risale al 2011: già da alloragiandiego-gatta_original suonavo l’allarme per una volontà più o meno manifesta del centrosinistra al governo della Regione di chiudere una struttura senza la quale verrebbero meno i livelli essenziali di assistenza per un bacino di utenza di circa 100 mila persone, che serve, oltre alla comunità sipontina, quelle di Zapponeta, Mattinata, Monte S. Angelo, fino a Vieste. La mia rimase una voce nel deserto allorché  paventai la fine del “punto nascita” a Manfredonia, mi diedero dell’allarmista, ma disgraziatamente i fatti mi diedero ragione. Non vorrei, quindi, essere facile profeta anche stavolta, perché siamo alla resa dei conti con chi fonda il consenso elettorale sulle bugie dette agli elettori”.

Lo dichiara il vicepresidente del Consiglio regionale, Giandiego Gatta.

“L’ospedale di Manfredonia –prosegue- annovera numerose eccellenze professionali ed eroga servizi necessari alle popolazioni. Purtroppo, la decisione di chiuderlo sembra essere in gestazione da anni, con un centrosinistra sordo all’esigenze delle popolose comunità locali. Cerco di essere ancora più chiaro: fino ad oggi, abbiamo mantenuto un comportamento responsabile nei rapporti con la Giunta Emiliano, nella speranza che ciò potesse essere utile per portare a casa risultati importanti per i pugliesi. Però, se l’andazzo è questo e si tagliano ad occhi chiusi servizi essenziali, senza intaccare gli sperperi e i clientelismi, la maggioranza non potrà più contare sullo spirito costruttivo e collaborativo che abbiamo dimostrato”.

Emiliano –conclude Gatta- lo tenga a mente, prima di decretare la fine della sanità nel nostro territorio”.

 

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