DIRITTI CIVILI. “L’UOMO DEVE RISPETTARE REGOLE NATURA”
“Da fonte di psicologia infantile si apprende che i primi tre anni di vita sono molto importanti perchè è questo il periodo necessario a formare il legame reciproco tra madre e bambino.
I bambini contribuiscono alla relazione di attaccamento attraverso il pianto ma non solo, anche con i primi sorrisi, i vocalizzi, gli sguardi e ancora quando dimostra la sua completa fiducia nel genitore, rannicchiandosi tra le sue braccia. E per un adulto, riuscir a far sorridere o consolare un neonato è fonte di gioia e piacere. È così che si innesca un dialogo fatto di segnali. Se poi ci aggiungiamo a questi fattori, quelli ormonali della madre che allatta, il rapporto diventa ancora più saldo, tanto da parlare di continuazione di quel rapporto simbiotico instauratosi durante la gravidanza. Si potrebbe dire che la mamma si innamora del proprio bambino.
Diciamo che per un sano sviluppo mentale, per concentrarsi, potersi applicare, interessarsi agli altri e al mondo è importante crescere in un ambiente familiare sereno e instaurare un buon rapporto con i genitori. Al contrario, un bambino stressato e insicuro, cercherà in ogni modo di difendersi o isolarsi dalle situazioni che gli procurano ansia o sofferenza, cadendo in uno stato di scarsa autostima. Pare, questa, una condizione imprescindibile per il bambino, plausibilmente trascurata dal confronto parlamentare di queste ore.
C’è chi sostiene che risale a Gesù l’adozione del bambino da utero in affitto. Maria Santissima Vergine e Immacolata rimane incinta, secondo la credenza spirituale ad opera dello Spirito Santo, secondo la credenza materialistica ad opera del seme donato da un uomo sconosciuto, teoria che, negando l’esistenza di sostanze spirituali, interpreta gli eventi del mondo attenendosi alla materia come unico principio esplicativo. Giuseppe, quindi, assume il ruolo del padre putativo come oggi vorrebbe assumerlo l’innaturale padre omosessuale, secondo alcune pretese ancora non giustificate da concetti morali e scientifici.
C’è chi sostiene che nei tempi andati, diverse giovani ragazze rimanevano incinta a seguito di incontri sessuali non calcolati. Da cui il figlio naturale da madre naturale, cognome della madre allo stato civile. Alcune di esse nascondevano le gravidanze, davano alla luce il bambino in clandestinità, lo adagiavano sui sagrati delle Chiese o su altri siti di facile reperibilità salvo, alcune, nei cassonetti.
Quelle scuole di pensiero, anche autorevoli, avvalorerebbero le pretese degli omosessuali sul diritto di adozione del bambino che, in particolare nel secondo caso, i neonati venivano affidati agli orfanotrofi e allevati come farebbero oggi le coppie omosessuali. Allora, col destino identico, quindi prassi o pressappoco.
Il concetto ha la necessità di essere meditato e posto alla osservazione delle coscienze sensibili e responsabili finalizzata a concepire le volontà della Natura, fulcro di ogni cosa certa e incerta.
Per favorire la elaborazione mentale appare utile dare uno sguardo ad alcune indiscutibili regole della Natura, tra cui le regole di fatto dall’uomo definite cultura.
I segreti della Natura, si riconosce, non possono essere spiegati ricorrendo soltanto alle Sacre Scritture. Esse, infatti, ci insegnano non come va il cielo, ma come si va in cielo: la massa fisica del corpo umano, derivato di svariata materia terrena, viene assemblato dalla Natura, con la funzione di veicolare la coscienza altrimenti detto anima che, di per se ha la funzione di guida della totalità.
Sacre Scritture è morale! La filosofia morale in genere ascrive la capacità di distinguere il bene dal male ad alcune facoltà umane: la ragione, l’ispirazione, l’intuizione e soprattutto la coscienza. E ascrive la capacità di attualizzare un comportamento etico alla volontà, intesa come capacità di dominare la propria natura e di perseguire delle scelte.
Tutte queste facoltà, in effetti, funzionano ma a condizione che siano state programmate ed educate in modo corretto. A condizione cioè che si sia ricevuto un insegnamento dell’etica e della morale, la cui funzione è proprio quella di insegnarci “cosa fare e come fare” e di semplificare la nostra esistenza che di per sé presenta una complessità elevata. In altre parole di fornirci una “mappa” per poterci orientare.
Per scienza si intende un sistema di conoscenze ottenute attraverso un’attività di ricerca prevalentemente organizzata e con procedimenti metodici e rigorosi, allo scopo di giungere ad una descrizione, verosimile, oggettiva e con carattere predittivo, della realtà e delle leggi che regolano l’occorrenza dei fenomeni.
Per semplificare mi piace utilizzare come termine di paragone, onde conseguire il concetto più vicino alla realtà di ogni cosa riferita alla inopportuna forzatura della Natura, la funzione di una piccola creatura, un uccellino da Essa incaricato a generare altri alberi, la nocciolaia. Un piccolo essere che assicura la riproduzione all’albero del pino. Curioso vero?
La nocciolaia è riuscita a togliere le scaglie di una pigna di albero di pino cembro per poi estrarne i semi, utilizzando il becco a mò di scalpello. Grazie ai suoi potenti artigli la nocciolaia riesce e tener ben ferma una nocciola in modo da beccarne con precisione il duro guscio fino a quando non si rompe. Essa è in grado di ritrovare fino al 90% delle riserve di cibo da lei nascoste. In definitiva, l’albero del pino cembro ha, per l’appunto, un amico fedele, ovvero la nocciolaia. I semi dell’albero, i pinoli, sono, infatti, molto pesanti e il vento non riesce a disperderli. La nocciolaia però li accumula e nasconde al suolo su versanti assolati, come scorta invernale. Circa un quarto dei semi accumulati non viene più rinvenuto e in tal modo i semi dimenticati riescono a germinare e a dare luogo a giovani piantine, compito incredibile e affascinante assegnato dalla Natura a questo essere di pochi grammi di peso, ma col senso del dovere enorme, forse impareggiabile.
Dunque, la Natura ha le sue regole immodificabili che conferiscono al mammifero con la ragione, cioè l’uomo, il compito di rispettarle e di farle rispettare, come pure l’attaccamento, come sviluppo sociale del bambino”.
JACOPO