DIECI IDEE PER RIDURRE RIFIUTI EVITANDO LE DISCARICHE
Stante la situazione di emergenza rifiuti esplosa anche nel Bacino ATO BA5, riteniamo opportuno partecipare fattivamente alla soluzione del problema sottoponendo, all’attenzione di chi di dovere e competenza, le proposte elaborate dall’associazione ambientalista “Fare Verde Onlus”, contenute in “10 punti per ridurre a monte i rifiuti e un invito ad investire nell’impiantistica per il riciclaggio, invece che sempre e solo in discariche ed inceneritori“, presentate all’assessore all’ambiente della regione Campania. Proposte e suggerimenti che riteniamo possano essere valide su tutto il territorio nazionale.
——————————————————-
“Occorre superare una visione, comune a parti politiche anche diametralmente opposte, che vuole la soluzione definitiva al problema dei rifiuti sempre ed esclusivamente nella apertura di nuovi impianti di smaltimento, siano essi discariche o inceneritori. Il Governo ha seguito questa strada, ma i rifiuti sono ancora un grande problema irrisolto.
Mentre le discariche scoppiano, nessuna persona di buon senso può credere che negli inceneritori, solo in Italia chiamati eufemisticamente “termovalorizzatori”, i rifiuti spariscano come per magia”.
Tutti sappiamo che una volta bruciati, i rifiuti si trasformano in fumi, polveri e ceneri ancora più difficili da trattare e smaltire. Tutti sappiamo che per ogni inceneritore occorre una nuova discarica di rifiuti speciali, per accogliere le polveri e le ceneri generate da questo tipo di impianti. Tutti sappiamo che l’energia risparmiata con il riciclaggio dei rifiuti è di gran lunga superiore a quella che si ottiene bruciandoli.
È per questo che chiediamo di varare le seguenti 10 misure:
- accordi con la grande distribuzione per la riduzione degli imballaggi, attraverso la vendita di prodotti sfusi e alla spina;
- incentivazione della vendita diretta di latte alla spina;
- facilitazioni per la vendita diretta e senza imballi di prodotti agricoli in “farmer markets”;
- progetti pilota per la distribuzione del latte in vuoto a rendere, almeno nel settore HORECA (alberghi, bar, ristoranti);
- accordi con gli operatori turistici (alberghi, bar, ristoranti) per la somministrazione di acqua e bevande in vuoto a rendere o alla spina;
- incentivi alle famiglie che scelgano di utilizzare pannolini lavabili per bambini;
- incentivi per le famiglie che scelgano di acquistare sistemi filtranti per bere l’acqua di rubinetto ed installazione di distributori pubblici di acqua filtrata;
- eliminazione dell’usa e getta dalle mense scolastiche, anche come segnale di responsabilità nei confronti di studenti e famiglie, e con la possibilità di reinvestire i soldi spesi per le stoviglie a perdere in personale addetto alle macchine per il lavaggio;
- ordinanze che limitino la vendita e l’utilizzo di prodotti usa e getta nelle aree interessate dall’emergenza rifiuti, almeno fino alla fine dell’emergenza stessa;
- ordinanze che vietino la distribuzione di sacchetti di plastica usa e getta, anticipando l’introduzione di una norma già prevista.
Molte di queste misure generano risparmi per le famiglie, oltre che per la collettività: i pannolini lavabili, usati al posto di quelli usa e getta, oltre ad evitare una tonnellata di rifiuti per ogni bambino, consentono ad una famiglia di risparmiare fino a 1.500 euro; l’acqua del rubinetto bevuta al posto di quella in bottiglie di plastica fa risparmiare fino 250 euro l’anno; i prodotti agricoli acquistati senza inutili imballaggi direttamente dai produttori costano mediamente il 30% in meno e garantiscono prezzi più equi ai nostri contadini.
Ridurre sprechi e rifiuti significa spendere meglio i propri soldi, cosa buona e saggia soprattutto in tempi di crisi.
Riteniamo che sia giunto il momento di dirottare almeno una parte dei fondi pubblici dalla realizzazione di nuovi impianti di smaltimento, spesso estremamente onerosi, come gli inceneritori, a politiche per la riduzione a monte dei rifiuti.
Le misure sopra descritte, oltre a contribuire in modo definitivo al superamento di una emergenza non più sopportabile, rappresenterebbero un deciso segnale culturale, un invito rivolto a tutti, cittadini, imprese e amministrazioni locali, a cambiare decisamente e definitivamente rotta: si tratta di misure che ci pongono di fronte alla responsabilità, cui non possiamo più sottrarci, di produrre meno rifiuti.
Insieme alle misure per la riduzione dei rifiuti, auspichiamo che il i vari piani regionali dei rifiuti prevedano investimenti non più procrastinabili in impiantistica per il riciclaggio, in particolare impianti di compostaggio, meglio se con recupero di biogas e sistemi per il trattamento meccanico biologico della frazione residua indifferenziata.
L’Italia ha bisogno di politiche coraggiose ed innovative, non di battaglie difensive e di retroguardia, hanno bisogno di nuovi approcci culturali al problema rifiuti e non sempre e solo di discariche ed inceneritori”.