LETTORE SCRIVE: “BASTA CON INTEGRAZIONE DI FACCIATA”
“Quanto avvenuto a Gioia del Colle è raccapricciante non solo, ovviamente, per il crimine aberrante in se, ma anche perchè, al di là delle interpretazioni razziste o buoniste, un dato di fatto incontrovertibile è che non si possono tenere persone giovani, sane e forti, peraltro di culture diverse, ad oziare dalla mattina alla sera, sotto gli occhi di chi, per poter sopravvivere, è costretto ad uscire di casa all’alba e rientrare al tramonto.
E’ facile, quindi, prevedere il fisiologico aumento di fenomeni di violenza e criminalità se non si porrà immediatamente un limite al numero degli “ospiti”.
Non va sottaciuto come appaia quantomeno difficile parlare di integrazione in un paese nel quale è in atto una disgregazione sociale e culturale e nel quale non solo i pensionati sono costretti ad andare all’estero per vivere dignitosamente, ma anche i giovani qualificati e con curricula stellari sono costretti a far la valigia in cerca di lavoro.
Perchè, per chi lo avesse dimenticato, in Italia non c’è lavoro, nonostante i numerosi proclami di facciata!
E’ superfluo rammentare che un padre di famiglia, per essere definito tale, ha il dovere di assicurare, prioritariamente, un’esistenza dignitosa ai propri figli e poi, eventualmente, può pensare alla beneficienza.
I latini erano soliti ripetere che “nemo transferre potest plus quam ipse habeat”!
Però, poichè, come abbiamo ben compreso, intorno al problema dell’immigrazione gravitano interessi di varia natura che vanno anche al di là della nostra immaginazione, bisogna convincersi che fino a quando i cittadini non saranno in grado di mobilitarsi e scendere in piazza a manifestare (in maniera pacifica ma determinata e scevra da strumentalizzazione politica) la loro volontà, che venga posta fine a questa farsa che viene definita INTEGRAZIONE, la situazione non potrà che peggiorare rivelandosi un ulteriore dramma per gli italiani onesti.
Non senza aggiungere che gli italiani hanno un solo difetto, quello di avere un padre snaturato ed indegno.
Se, ancora una volta, sceglieremo l’inerzia non dovremo dimenticare che ognuno ha quel che si merita, anche a futura memoria!”
Michele Gaudiomonte