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Cronaca

DONNA MALMENATA SPOGLIATA E SCIPPATA. ARRESTATO

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scippoAd allertare sullo scippo avvenuto mercoledì scorso, 30 agosto, intorno alle 20 ai danni della donna di circa sessant’anni, la signora G.L., che per altro è corsa in suo aiuto, mentre suo marito ed un ragazzo, inseguivano il ladro, un marocchino dedito all’alcool da anni residente a Gioia, spesso salito agli onori della cronaca per aggressioni anche armato di coltello.

“Ero sul balcone di casa, in attesa del rientro delle mie bambine quando due donne provenienti da Piazza Pinto sono passate sotto casa, in via Giotto. Dietro di loro un uomo dalla pelle chiara, non di colore, di nazionalità marocchina, piuttosto conosciuto in città per quel che combina. Ha iniziato a colpire al capo la donna, dandole degli schiaffi e tentando di strapparle la collana. Non riuscendoci le ha sfilato il vestito, continuando a colpirla e lasciandola a terra svestita con indosso solo l’intimo, stordita. Ho urlato cercando di fermarlo e chiamato aiuto a squarciagola. Un solo ragazzo tra i presenti in zona, sentendo le mie grida si è avvicinato all’uomo che nel frattempo aveva preso la collana e si era dato alla fuga. Il ragazzo gli è corso dietro ma è inciampato e cadendo si è rotto un braccio. Mio marito, che nel frattempo era sceso per strada, ha continuato ad inseguire lo scippatore. Una pattuglia di Carabinieri di passaggio, intuendo quel che stava accadendo, ha bloccato l’uomo in via Canudo. Il ladro aveva ben pensato di disfarsi della refurtiva lanciando per terra la collana. Un passante l’ha vista ed ha indicato ai Carabinieri dove fosse, per recuperarla. I militari hanno tratto in arresto lo scippatore e lo hanno portato in caserma, chiedendo a mio marito di testimoniare sull’accaduto.

Nel frattempo io ero accanto alla donna, pallidissima e spaventata. Avevo temuto che le facesse battere la testa a terra, rischiando di ucciderla. Nonostante le percosse ed il collo segnato a sangue, narresto-domiciliareon ha voluto salire su casa per rimettersi in ordine, rinfrescarsi e bere dell’acqua. Aveva ripreso il vestito da terra e si era già rivestita. La sua amica, altrettanto spaventata, era rimasta lì vicino. Quel che mi lascia senza parole è che nessuno dalla villa o dal bar vicino sia intervenuto per difendere la signora e allontanare il ladro. Se non avessi urlato e Francesco non fosse intervenuto, forse avrebbe continuato a picchiarla e farle del male… e chissà cosa sarebbe successo! Mi sono chiesta cosa abbia portato quest’uomo ad aggredire con tanta violenza e soprattutto perché non viene aiutato se ha problemi con l’alcool e tutti lo sanno. Mi è stato detto che si è tentato di rimandarlo in Marocco, anche per questi comportamenti assolutamente non tollerabili, ma è ancora qui, gira per strada, è in villa dove giocano i nostri bambini. Per il suo ed il nostro bene, perché non accada di peggio, occorre trovare una soluzione, ricoverarlo per farlo disintossicare, affidarlo ad una comunità o farlo tornare a casa. Perché non si interviene?”  

Una domanda cui vorremmo fosse data risposta, per non dover più scrivere di episodi del genere che tra l’altro innescano odio verso gli extracomunitari e tanta paura tra i cittadini.

 

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