CASO COOP – CHIUSURA CONFERMATA O SCONGIURATA?
Ore 20.15 di sabato, 21 ottobre. Un sabato sera come tanti, alla cassa della Coop del centro “Le Torri” di Gioia del Colle. Una cliente chiede alla cassiera se ci sono novità, altri clienti si accodano e chiedono se sia possibile avviare una raccolta firme per scongiurare la chiusura di un supermercato che serve non solo la città e il quartiere – a rischio di ghettizzazione, essendo poco servito -, ma anche i clienti dei paesi limitrofi, altrimenti costretti a percorrere molti più chilometri nel caos di Bari.
Ed in questi giorni sono tantissimi i clienti che si dichiarano disposti anche a manifestare sotto il Comune per mantenere aperto l’esercizio commerciale.
Qual è la situazione? I fatti sono chiari: con l’ordinanza di chiusura n. 119 del 19/10/17 emessa dal Comune, il supermercato ed i negozi ospitatati nella galleria dovranno chiudere i battenti per rendere esecutiva la sentenza del Consiglio di Stato entro e non oltre il 15 novembre.
Della lettera con cui il sindaco Donato Lucilla avrebbe chiesto “lumi” al Consiglio di Stato sulle quei passaggi della sentenza che sembrerebbero consentire di salvare i posti di lavoro e sanare la situazione, nessuna notizia. Né se ne parla in interviste o altri contesti.
Eppure i vertici della società hanno già predisposto un assegno di 576mila euro per “saldare” i conti con il Comune, oltre ad aver intenzione di risistemare e “donare” i locali sovrastanti all’Ente per ospitare servizi pubblici, un’offerta importante, che risolverebbe non pochi problemi logistici per uffici “sfrattati” per vari motivi, basti pensare alle polemiche scatenate dallo spostamento dell’INPS a Palazzo Serino e della biblioteca comunale, presso l’ex scuola media Losapio.
Denaro con cui si potrebbe rilastricare tutta Gioia e forse avanzerebbe anche qualcosa.
E’ ovvio che il Comune non può non adempiere ad una sentenza, così come dovrà farlo per il palazzo costruito nell’ex Arena Castellana, ma una risposta al riguardo dei provvedimenti attesi e concordati con sindacati e maestranze va data, e va data anche alla città, ai dipendenti che sono sulla graticola di una mobilità che potrebbe risultare devastante per le loro finanze e famiglie, ai clienti che sono anche “soci” e dovranno far spesa altrove.
Chiediamo, quindi, pubblicamente ai nostri amministratori a nome dei clienti e dei lettori di esprimersi sulla questione Coop e con urgenza. Non si può più tergiversare!