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NOI RAGAZZI NEL MONDO E LA REALTÀ DI EMERGENCY

incontro con emergency e gino strada

incontro con emergency e gino strada Martedì 29 ottobre la classe II A del Liceo Classico “P. Virgilio Marone” e le classi II A, II D, II E del Liceo Scientifico “R. Canudo” si sono recate presso il cinema Seven di Gioia del Colle per assistere ad una videoconferenza con l’organizzazione “Emergency” dalle ore 10.00 alle ore 12.00.

Emergency è un’associazione umanitaria indipendente e neutrale, fondata a Milano nel 1994 da Gino Strada e da sua moglie Teresa Sarti, per offrire cure medico-chirurgiche gratuite di alta qualità alle vittime della guerra e della povertà.

Oggi Emergency è in Afghanistan, Iraq, Repubblica Centroafricana, Sierra Leone, Sudan, Uganda e Italia, per promuovere una cultura di pace, incontro con emergency e gino stradasolidarietà e rispetto dei diritti umani.

Ad aprire l’incontro un caloroso applauso dei ragazzi e l’ingresso della conduttrice Camila Raznovich.

La prima ospite è stata Rossella Miccio, presidente attuale di Emergency, che ha presentato l’organizzazione e le attività che svolge. Tra queste meritano di essere sottolineati i lavori di costruzione dell’ospedale pediatrico in Afghanistan, a cui stanno collaborando tanti volontari del posto che una volta a settimana seguono un corso di sicurezza per migliorare le loro competenze. Molto importante è stata la scelta del luogo e del modo di edificazione; infatti la caratteristica principale dell’ospedale è l’abbondanza di finestre, affinché garantiscano un’estesa visuale del verde circostante e favoriscano così la guarigione dei pazienti. Altra agevolazione di questa scelta è la ricca abbondanza di luce naturale all’interno della struttura e per sfruttarne al massimo l’efficacia il tetto è stato ricoperto da innumerevoli pannelli fotovoltaici.

L’ospedale verrà inaugurato nell’aprile del 2020.

Altra ospite è stata Cristina Cottoneo, profesincontro con emergency e gino stradasoressa di medicina legale all’università Statale di Milano, impegnata nel dare un’identità ai morti del Mediterraneo. Infatti uno dei principi attivi contro la guerra è quello di “coltivare la memoria”. Impegnandosi in questa missione, Cristina Cottoneo, non solo restituisce l’identità a chi l’ha persa, ma permette anche a chi sta al di là del mare di poter avere certezze sulla vita dei propri cari. La dottoressa ha raccontato un aneddoto che ha commosso l’intera sala e la conduttrice in prima persona. Ha ricordato la vicenda di quel bambino morto nel tentativo di una vita migliore; all’interno della sua giacca è stata ritrovata la sua pagella cucita. Questo ritrovamento ha permesso di attribuire un nome a quello che prima era solo un volto. Non sempre però è facile risalire all’identità di un morto. Ci si serve di tatuaggi, oggetti personali, ma quando il morto viene ripescato dal mare quel che ne rimane è un corpo deteriorato dallo sfregamento delle onde marine. Ecco perché oggi sono ancora molto elevati i numeri dei morti non ancora identificati.

A parlare di numeri è stato anche Matteo Villa, responsabile del programma Migrazioni dell’Istituto per gli studi di Politica Internazionale, chincontro con emergency e gino stradae tutti i giorni si vede costretto a smentire preconcetti e false convinzioni insiti nel nostro paese. Ultimamente sbarcano in Italia circa 4.000 migranti ogni due mesi, un numero che a confronto dei 400.000 mila di qualche anno fa si è molto ridotto.

Fortunatamente c’è chi lotta e non critica standosene a guardare. Questi è Omaid Sharifi degli ArtLords, un collettivo di “street-artist” di Kabul che da cinque anni a questa parte parla alla città in guerra attraverso i graffiti. Egli all’età di quarantatré anni non riesce a credere che esista una realtà dove si possa camminare per strada senza la paura di doverla cambiare per possibili mine o attentati. È nato durante questa guerra che dura da quarant’anni senza un motivo per poter continuare.

Sono queste le parole di Gino Strada in merito a questa realtà: “Non possiamo più vedere pezzi di umanità sofferenti che vanno a morire per questa malattia stupida e folle”.

La soluzione sarebbe vivere in un mondo dove vige l’uguaglianza, ma essa non è un decreto che viene stipulato dall’oggi al domani, è un traguardo che si raggiunge passo dopo passo.

Sofia CelibertiAgrippina Sardone  

II A Liceo Classico “P. V. Marone”

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