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La Bottega: “Improvvida e illegittima l’iniziativa del 3 maggio”

chiesa san francesco

“L’Assopiazza plebiscitociazione “Città di tutti – La Bottega” torna ancora una volta a doversi occupare delle inopportune iniziative intraprese dall’amministrazione comunale la quale ha organizzato per domenica 3 maggio, in piena fase uno di gestione della pandemia, una messa.

Per quanto celebrata per pochi intimi a porte chiuse nella chiesa di san Francesco ma poi aperta per una benedizione alla città dal centro di Piazza Plebiscito, questa iniziativa è improvvida, come solo giovedì ha ripetuto il premier Giuseppe Conte in Parlamento. Improvvida e illegittima per l’esattezza. Infatti dal 4 maggio sarà possibile tornare a svolgere funerali ma all’aperto e con un massimo di 15 persone tra famigliari e amici. Solo dall’11 maggio invece sarà possibile celebrare messa ma se per quel giorno saranno stati stabiliti i protocolli perché possano celebrarsi in assoluta sicurezza. Quindi il 3 maggio sarà valido quanto già previsto dagli ultimi decreti e cioè il divieto assoluto messadi celebrare messa.

Peraltro confermato dallo stesso Papa Francesco con il rimprovero pubblico ai vescovi che scalpitavano per anticipare queste date. Ma i nostri amministratori, come tanti altri amministratori del centrodestra nelle regioni e nei comuni dove governano, hanno voluto scavalcare le decisioni prese per la nostra sicurezza e “disobbedire” alle leggi pur di apparire, ancora una volta non certo nell’interesse della collettività. Gli organizzatori della messa che hanno sottoscritto e firmato l’invito a partecipare all’evento (ormai tutto fa spettacolo, anche la fede) sono nell’ordine: il sindaco Giovanni Mastrangelo, l’assessore alla cultura (?) Lucio Romano, e ultimo ma non per questo l’ultimo, il Presidente del Consiglio Comunale Vito Etna, quello del crocifisso complemento d’arredo. E infatti se per quest’ultimo ci eravamo abituati alle sue intemperanze fin quasi a tollerarle in quanto identificabili come una patologia istituzionale, cionondimeno ci stupisce che sia riuscito a “contaminare” anche il sindaco e l’assessore che, da conoscitori delle leggi e della nostra Costituzione per il mestiere che praticano, dovrebbero ricordare che il ruolo che ricoprono lo ricoprono sì per volontà popolare ma nel rispetto dei principi sanciti dalla legge, primo fra tutti la laicità dello Ststatua san filippo neriato.

D’altronde a Gioia abbiamo già un precedente negativo in tal senso che vide protagonista il sindaco di centrodestra Piero Longo, che primo e unico in Italia, edificò con i soldi pubblici un monumento a un santo.

Questa volta però i nostri tre “eroini” hanno esagerato ed oltre a compiere un atto illegittimo stanno infliggendo alla città un’ulteriore offesa facendola tornare indietro di un millennio con un atto di stampo medievale quale è la benedizione ai quattro venti affinché non giunga l’epidemia a Gioia. Certo, hanno previsto uno streaming sulle pagine facebook del comune per chi volesse assistere da lontano all’evento ma, ci chiediamo, come è possibile che da un anno ormai non si riesce a organizzare la diretta web delle sedute del consiglio comunale e da mesi quest’ultimo non viene convocato su alcuna piattaforma virtuale, mentre in meno di 48 ora è possibile farlo per la visibilità personale di cui hanno estremo bisogno i nostri amministratori? Certo le inventano tutte pur di non essere da meno ai loro capetti Salvini e Meloni”.

Città di Tutti – La Bottega

 

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