Kenda Onlus: da Gioia all’Africa, uno sguardo sul mondo/foto
All’edizione gioiese del Festival dello sviluppo sostenibile, l’iniziativa italiana per la diffusione degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU, una mostra fotografica ha raccontato l’importanza della cooperazione internazionale, attraverso le parole e i progetti dell’Associazione Kenda. Nata nel 2006, la Onlus è da oltre dieci anni impegnata in attività di formazione interculturale sul territorio nazionale e in progetti di cooperazione internazionale per il sostegno economico, logistico e sanitario alle popolazioni africane e del Medio Oriente.
Dopo l’accoglienza offerta dall’Assessore Romano, che si è fin da subito detto incuriosito dalla realtà e ben disponibile ad essere aiutato nel sostenere la delega all’integrazione culturale, la Presidente Mara Ferrara ha voluto chiarire l’identità che contraddistingue le operatrici e gli operatori di Kenda: «Pensiamo che lo straniero non sia un nemico, ma una vittima di un sistema economico ingiusto. Da qui nasce la nostra azione cooperativa».
Come le nove tribù del Kenya, che in caso di pericolo depongono le armi lavorando assieme gomito a gomito, il nome di Kenda (che significa appunto «nove») rimarca la capacità di mettere da parte ciò che divide, che separa e distingue, guardando a ciò che può unire e fare la differenza, superando anche i confini del mare.
Pozzi nel deserto, allestimento di centri per cure, visite mediche e raccolta del sangue, formazione del personale sanitario per ridurre la mortalità infantile sono solo alcuni dei risultati concreti per cui Kenda si è spesa, con il sostegno di molti, cittadini e istituzioni.
Gli scatti sono stati realizzati in Costa d’Avorio, dal fotografo nigeriano ed ivoriano Abdoul Rasak Koné e in Sud Sudan, dal Catholic Medical Missionary Board, partner di Kenda.
Storie di vita che si uniscono in un flusso essenziale di sguardi e colori, ritraendo scene di quotidiana resistenza, tratte dall’altro capo del mondo.