STORIE DI ORDINARIA (E CATTIVA) PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
“Alla fine ho ceduto! Ho scelto di pagare la multa per presunto errato conferimento dei rifiuti. Nessun ricorso in tribunale, seguendo i miti consigli di un amico legale. La voglia di far valere un sacrosanto principio di legalità è passata in secondo piano davanti a scelte di mero calcolo economico. Se perdo la causa ci perdo io. Se vinco la causa ci perde il Comune. I dirigenti invece, nonostante le loro inadempienze, ci guadagneranno sempre, con i loro lauti premi di produzione annui!
Ma cosa è successo di preciso? Vi racconto una storia dove assenze, reticenze, imprecisioni, rimpalli di competenze e di responsabilità, si rincorrono. Numeri di IBAN sbagliati, controdeduzioni scritte su atti del 2020 con i miei dati anagrafici sbagliati e con gli estremi dell’accertamento corretti a penna!
Tutto inizia una sera del 29 dicembre quando, dopo una serie di controlli effettuati dalla polizia locale a fine novembre sul conferimento dei rifiuti porta a porta, parte una pioggia di multe ai parecchi cittadini che con lieve o grave imperizia, avevano conferito in maniera errata i rifiuti nell’indifferenziata. Il verbale è scarno e non approfondisce più di tanto la natura dei rifiuti che hanno causato gli accertamenti. A corredo dei verbali ci sono due foto, una del mastello con il suo numero di matricola e un’altra che individua i rifiuti che sono passibili di sanzioni. La prima eccezione di tutti i destinatari della multa, è stata quella che i mastelli, durante la notte, non sono controllati e la possibilità che possano essere “inquinati” da interventi altrui, sarebbe quantomeno una ipotesi. Eccezione troppo scontata per le leggi e i regolamenti vigenti a tal punto che questa viene subito rispedita ai mittenti. Quello che è successo al sottoscritto è diverso, invece. Anch’io all’inizio ho posto l’eccezione generica del possibile inquinamento ambientale dei mastelli. Ma il problema è sorto quando ho chiesto le foto del reo contenuto per capire dove avessi sbagliato per evitare rischi di reiterare l’infrazione. Da quel momento in poi è successo un ‘48! Mando due mail certificate al comandante per chiedergli di visionare i reperti oggetto della contestazione: nessuna risposta! L’assenza totale di interlocuzione con gli uffici comunali e con quelli della polizia locale attraverso i canali telematici, durante questi mesi, diverrà una noiosa consuetudine.
Solamente dopo insistenti chiamate, il comandante finalmente mi indica i referenti con cui posso parlare. Vado al comando e constato, in presenza degli agenti, che il mio fascicolo manca di prova fotografica dell’infrazione commessa (prove fotografiche che agli altri sanzionati è stata fornita), ma per loro (e per il responsabile Ambiente e Sviluppo, successivamente interpellato) vale la parola degli accertatori contro quella mia…
La mancanza di prova fotografica, non solo non mi pone in posizione paritaria nei confronti dell’accusa nel caso volessi preparare un ricorso agli organi preposti, ma non mi dà nemmeno la possibilità di capire la ragione del mio sbaglio per porvi rimedio in futuro! Passano tre mesi di integrazioni delle memorie difensive, di dichiarazioni rilasciate al comando controfirmate dagli agenti della polizia locale e da referenti dell’area Ambiente e Sviluppo del Comune e di segnalazioni di leggi che, in punta di diritto, parlano del giudice che accoglie l’opposizione quando non vi sono prove della responsabilità dell’opponente. Così almeno recita l’articolo 6 comma 11 del decreto legislativo 150/2011 al quale si rimanda l’abrogato articolo 23 della famosa legge 689 del 1981, la legge che tratta in maniera organica l’apparato sanzionatorio delle infrazioni amministrative. Famosa perché, nelle frettolose controdeduzioni esposte dal Comandante Filippo Ferrante e avallate dal dottor Giuseppe Santoiemma, nella sua lettera di respingimento delle mie istanze di revoca della multa, è citata solamente per esporre le loro ragioni sulla possibilità che le autorità preposte possono notificare le multe anche a distanza di tempo (non solo contestualmente al verificarsi dell’infrazione). Ignorano completamente la mia obiezione sulla mancanza della prova fotografica sulla quale intendo costruire il mio ricorso presso le sedi competenti nonostante i miei ripetuti solleciti a presentare le controdeduzioni anche su questo punto! Per quale motivo? Per superficialità professionale o per coprire gli errori commessi dai loro uffici? Chi lo sa!
Morale della favola: decido di pagare la multa e metto fine a questa grottesca vicenda. Ma tutto ciò mi lascia un forte senso di inquietudine. Inquietudine che non deriva tanto per il pagamento della multa: poco male, con quei proventi contribuirò alla ristrutturazione di un marciapiede o alla riparazione di una buca stradale. Il mio senso di inquietudine deriva dalla consapevolezza che in alcuni uffici comunali che seguono settori importanti del nostro paese, vige un livello professionale non propriamente, adeguato, e dalla constatazione di una più generale latitanza nei controlli o di benevola collaborazione che l’attuale amministrazione ha con costoro. Mi chiedo sempre se ci dovremo rassegnare alla mediocrità che ritroviamo in questi ambienti, dobbiamo ignorarla o dobbiamo provare a combatterla!
L’amministrazione Lucilla, con l’avvento della raccolta porta a porta, introdusse il sistema dell’apposizione dei bollini (cosa che si fa anche in altri Comuni), per indurre, in prima istanza, i cittadini “distratti” a ravvedersi sulle buone pratiche del conferimento dei rifiuti. Questa amministrazione, invece, ha propeso per un metodo più repressivo preferendo sanzionare direttamente i cittadini senza passare dal sistema del preavviso e fare cassa! Mi auguro che l’amministrazione Mastrangelo in futuro presti più attenzione sulla gestione di questo procedimento e, più in generale, sia più presente nel controllo delle attività quotidiane degli uffici comunali. Una burocrazia che funziona aumenta il livello reputazionale del nostro paese, attrae investimenti sul territorio e rende più soddisfatta la cittadinanza. Mi auguro che la tematica sul rinnovamento e sull’efficientamento delle attività amministrative del Comune assuma maggiore centralità alle prossime elezioni comunali: perché, ribadisco, una buona macchina amministrativa, al servizio del cittadino e delle imprese, non potrà che essere un importante fattore strategico di crescita e sviluppo per Gioia del Colle!”
Mimmo Covella