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MICHELE CAVALLO, POETA DALL’ANIMA VIBRANTE

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giorgio_gasparre_presentaUna grande raffinatezza accompagnata da un grande sentire, quella data dalle parole di Michele Cavallo, ospite graditissimo, giovedì 16 dicembre 2010, di Spazio Unotre, luogo gentilmente messo a disposizione dell’arte da Mario Pugliese.

Michele Cavallo – presentato da Giorgio Gasparre, che assieme a Fortunato Buttiglione, Giacomo Leronni e Filippo Paradiso, organizza gli incontri letterari del giovedì sera – ricorda nel suo discorso introduttivo le parole del padre, “[…] La grandezza di un uomo non si misura da quanto è amato, ma da quanto ama … ed ogni mio pensiero nasce dall’amore. I miei scritti sono dei semplici madrigali composti per delle persone care. È il mio modo di comunicare”.declamazioni_cavallo

In effetti al centro della sua poetica ci sono gli affetti in tutte le loro sfumature: dal sentimento dell’amore sensuale e passionale all’amore filiale, dal sentimento dell’amicizia all’entusiasmo per la vita. E alla domanda di Giorgio Gasparre sul motivo per il quale un ingegnere come lui avesse scoperto la scrittura, Michele Cavallo risponde: “Le radici di questa mia inclinazione sono dovute all’ambiente nel quale sono vissuto: mia madre era un’insegnante e alcune delle mie sorelle sono laureate in Lettere … Il discorso principe tra di noi era la letteratura. Ho iniziato, così, a scrivere poche righe”.

Continua citando ironicamente Benedetto Croce, il quale sosteneva che chiunque scrive almeno una poesia nella sua vita; tra questi ci sono da una parte i poeti e dall’altra gli sciocchi. E sorridendo afferma: “[…] Il timore di essere un cretino cavallo_pubblicoproduce una remora abbastanza resistente”.

Inizia, così, il viaggio tra i suoi versi cantando l’amore per la moglie, la sua amante tenera e consigliera di sempre: “C’è qualcosa che forse non ti ho detto donna mia./ Tu sei bella e virtuosa,/ talvolta provocante,/ tentazione per me nel risvegliare i sensi”. Bello è il suo pensiero per un amico che si stava abbandonando alla vita: “Noi vorremmo che tu riacquistassi l’entusiasmo di una volta./ Noi vorremmo, soprattutto, che tu per primo volessi quello che noi desideriamo per te”.

Vera è la sua esortazione ad un’amica dotata di notevole intelligenza, ma vittima della ricerca dell’impossibile disegno_lozitoperfezione, del voler avere tutto sottocontrollo, quando il perdere il controllo, a volte, può anche farti volare: “Vola e non temere di bruciarti le ali./ Questo auspicio ti faccio amica mia”.

Sentito è l’augurio per una ragazza appena laureata alla quale è stata regalata l’istituzionale borsa: “Mettici dentro tutte le tue gioiei sogni, i desideri, le ambizioni./ Mettici dentro gli amori che ti verranno incontro giovane e bella come sei./ Mettici le tue idee, le tue certezze./ Mettici, infine, un po’ nascosto il tuo sapere, ma a portata dimusica_stefanelli mano, ti servirà”.

Tenera è la sua preghiera per la figlia lontana: “Io prego il Signore che allontani da te tutte le nubi./ Pensa a te, alla tua giovane vita”. Emozionante è il suo pensiero, dato da una lunga e toccante epistola, per un amico vittima dell’unico lutto che il genere umano non può riuscire ad elaborare: “Al di là della fede che tutto decide, non è forse la morte la cosa più ingiusta?/ Da lontano potrai fargli sentire tutto il tuo amore./ Forse per sentire più chiara la sua risposta amerai di più,/ non stancarti di farlo e vedrai che dall’immane tragedia nascerà una vita più vera, più intensa”.

Infine mentre Michele Cavallo, uomo dall’anima vibrante, declama i suoi versi, Mario Lozito ci regala degli splendidi disegni su vetro luminoso, e Vincenzo Stefanelli incanta l’uditorio di Spazio Unotre con il suo piano.

Il prossimo appuntamento con la scrittura è fissato per giovedì 13 gennaio con la lettura di versi di un giovane emergente.

Servizio fotografico a cura di Fabio Guliersi a cui va il nostro più sentito ringraziamento per la collaborazione dimostarta nei confronti della redazione.

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