OSPEDALE: PROSSIMO PASSO LA CHIUSURA

Sono passati soltanto quattro mesi, era il 17 agosto 2010, da quando anticipammo l’ulteriore drastico ridimensionamento del nostro ospedale previsto nella bozza del Piano di Riordino Ospedaliero, e quella nostra anticipazione è divenuta, purtroppo, realtà.

Era quasi la stessa data, ironia della sorte, in cui nel 2002, l’allora Governatore Raffaele Fitto, ospitato con tutti gli onori nel nostro palazzo municipale, ci propinò il suo Piano di dimezzamento del Paradiso.

A supporto del nostro articolo, dal titolo: SI VUOLE SALVARE IL “PARADISO” CON UN “PINOCCHIO”?, prendemmo una lettera, inviata alla Gazzetta del Mezzogiorno, in cui il nostro sindaco Piero Longo minacciava, per evitare questo ridimensionamento, di regalare all’assessore alla sanità regionale, Tommaso Fiore, un pinocchio gigante.

Un pinocchio che stante i risultati ottenuti andrebbe regalato, da parte dei gioiesi, a tutti i nostri rappresentati politici, nessuno escluso, presenti nell’intero arco politico, che da allora ci hanno rappresentato così indegnamente.

Non c’è che dire, con i loro comportamenti sempre così poco chiari e poco decisi, che andavano sempre nella stessa direzione, l’immobilismo, il non far niente, ci hanno confezionato una bella strenna natalizia che sa di beffa e di oltraggio alla sensibilità e alla civiltà dimostrata da tanti cittadini.

Non ci sono parole per commentare quanto è stato perpetrato a danno di tutti i pazienti, gli ammalati, attuali e futuri, che risiedono sul nostro territorio, e non solo. Basta osservare i dati che vi proponiamo per capire cosa sia stato attuato a danno della nostra gente ma a beneficio di altri, il cui diritto alla salute è stato difeso in ben altro modo.

E quando scrivevamo tutto ciò che abbiamo scritto in quell’articolo evidentemente non ci sbagliavamo, avevamo colto ancora una volta nel segno, anticipando quello che stava per accadere.

Magra consolazione di fronte a quanto è stato deciso e alle ulteriori peripezie che ci aspettano per poter salvaguardare degnamente la salute nostra e dei nostri cari. Un risultato di cui tutti i nostri politici, amministratori e non, nel bene e nel male, devono dare conto.