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LA GIUNTA LONGO SI PIEGA MA NON SI SPEZZA, SI RIMPASTA!

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conferenza-opposizioneProva di forza dell’opposizione al Comune di Gioia del Colle, per dare la spallata definitiva all’amministrazione guidata dal sindaco Longo. Esecutivo che giorno dopo giorno assume sempre più le caratteristiche di un feudo e non di una istituzione locale. Sarà per i trascorsi borbonici del primo cittadino, o peggio ancora, per un suo insito atteggiamento autoritario, tipico di chi non ha alcuna esitazione a dire: “O con me o contro di me”.

Atteggiamento che si tocca con mano nel vivere quotidiano, tant’è che non perde tempo a spazzare via chi non lo adula o chi, con molta onestà, gli fa rilevare che così non si può andare avanti. In pratica, quello che stanno facendo alcuni consiglieri di maggioranza da qualche tempo, anzi diciamo sin dal maggio 2008, da quando abbarbicatosi sullo scranno più alto di Palazzo San Domenico al motto di: “Ora si cambia”, sta mettendo in risalto in lungo e in largo la sua pochezza di amministratore.piero_longo

Diceva bene Franco Ventaglini, capogruppo dell’Udc, durante la conferenza stampa delle opposizioni tenutasi l’11 gennaio scorso presso l’ameno “Spazio UnoTre” di Mario Pugliese: “L’unico punto a favore del primo cittadino è legato alle gestione della comunicazione (rispolverando il suo mitico come eravamo, ndr), dando in pasto agli ignari e in alcuni momenti compiaciuti gioiesi, feste e festicciole”. Quelle, comunque, dove la passerella è d’obbligo.

Un sindaco in confusione e continuamente posto sui carboni ardenti dalla sua stessa maggioranza, poco incline ad ascoltare, anzi sempre pronto a dire: “O si fa come dico io, o andiamo tutti a casa”.

celibertiisdareleIntanto, braccato dall’opposizione e dalla sua stessa maggioranza, sta tentando di improvvisare una sorta di gioco dei quattro cantoni in giunta, se è vero come è vero che Sante Celiberti dai LL.PP. passerebbe ai Servizi Sociali e Isacco Isdraele è pronto ad emigrare dalla paciosa poltrona dei Servizi Sociali a quella “elettrica” dei LL. PP., con una non marginale condizione. Quella che a dettare i ritmi di quest’ultimo assessorato, hanno dichiarato all’unisono gli otto consiglieri di opposizione presenti alla conferenza stampa di lunedì scorso: Tommaso Bradascio (che coordina con assoluta puntualità il lavoro delle opposizioni), Franco Ventaglini, Antonio Mancino, Claudio De Leonardis, Giuseppe Lenin Masi, Serdonvitotgio Povia, Pietro Donvito e Vito Ludovico, saranno i soliti noti.debenedictis

Quindi non ci si stupirebbero se oltre ai Servizi Sociali, alla fine, Sante Celiberti continuasse a gestire anche i Lavori Pubblici. Poi, per dar corpo a quello che è il messaggio che si vuol far passare alla città, la rotazione delle deleghe, il sindaco ha previsto che il vortice scoppiato in giunta riguardasse anche l’assessorato al traffico e alla Polizia Municipale, da dove verrebbe rimosso Tommaso Donvito al quale verrebbe assegnata la delega al bilancio, quella che attualmente è nelle mani di Fabio De Benedictis, che cederebbe in cambio di quelle di Donvito. Una sorta di scambio diretto delle rispettive deleghe (ma non alla pari).

La perla di questo “scazzarìdde” istituzionale, dovrebbe abbattersi anche sull’assessorato all’ambientFEDERICO_ANTONICELLIe, dove il malcapitato Federico donvitogAntonicelli dovrà gestire, suo malgrado, la spinosa e controversa situazione della Spes Gioia Spa, che secondo l’ultima Finanziaria del ministro Tremonti va cassata.

In praticaammetteva Sergio Povia, durante la conferenza stampa delle opposizioni – l’operazione che sta meditando Longo denota il fallimento totale dell’amministrazione da lui guidata”.

Infatti, rivolgendosi al sindaco dice: “Se il tuo principale obiettivo è quello di difendere l’operato di Celiberti,  non gli cambi la delega e se lo fai è giusto spiegarlo alla città e ai cittadini. Tuttavia – rimarca l’ex sindaco gioiese – sono convinto che Celiberti sia sSergio_Poviatato promosso, perché sarà assessore due volte e continuerà a “fá chiove e nèvecà”. In pratica è una mossa che avvalora il mio dire, è cioè che il sindaco di Gioia è di fatto Celiberti”.

Sono dispiaciuto per Isdraele – aggiunge Povia – il quale finirà per fare figure allucinanti, dato che già Celiberti (sicuramente scafato per il ruolo di assessore, ndr) era in difficoltà in quel settore. Quindi, significa che l’assessore in pectore sarà l’ing. Laruccia (l’attuale dirigente dell’UTC)”.

“Evidentemente, questo vortice in seno allconsiglio-comunale-ppa Giunta – sottolinea ancora Povia – serve solo a blindare un quadrunvirato che governa la città. E qui la domanda è d’obbligo: perché un consigliere come Mauro Mastrovito, che è l’unico che s’intende di programmazione, non viene nominato assessore?”.

Giro di poltroneribatte a muso duro Franco Ventaglini, capogruppo Udc – messo in atto solo perché la maggioranza da un po’ di mesi è continuamente incalzata dall’opposizione”.

Di certoamclaudio-de-leonardismette Claudio De Leonardisè una mossa che non sortirà nessun effetto, se non una bocciatura per Sante Celiberti. Anzi è servita solo a ricompattare le opposizioni. Intesa che a mio parere è una importante garanzia per la città”.

tommaso_bradascioInfattisosteneva Tommaso Bradascio, all’avvio della conferenza stampa – quella operata da Longo è una di quelle rotazioni che serve solo e soltanto a cercare di mantenere stabili i rapporti di forza nella maggioranza”.

Ambito dove in tanti sono a scalpitare. Qualche mese fa si parlava di tre consiglieri pronti a minare la situazione e dopo questa operazione di mero maquillage, accontentati i tre, forse già ce ne sono altri due pronti a scaldare il dissenso.

Fallimentosottolineava Vito Ludovicocertificato dall’ormai assenza di programmazione nel settore dei lavori pubblici. A differenza del patrimonio di progettualità che la giunta Longo ha ereditato dalle amministrazioni di centro sinistra. Già, un assoluto deserto, perché il cemasi-leninntro destra in questi circa tre anni ha vissuto di luce riflessa e quando si è cimentato in qualcosa ha fatto solo e soltanto danni”.

Eppureammette Giuseppe Lenin Masi – subito dopo il suo ingresso a Palazzo San Domenico il sindaco mi confidò: “Io non ripercorrerò mai la strada intrapresa dal mio predecessore a proposito di rimpasti. Quindi, a questo punto deve essere consequenziale, perché la cosa più logica che gli rimane da fare è dimettersi”.

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