IL CONSIGLIERE BRADASCIO SI DIMETTE DA COORDINATORE
Se da una parte la maggioranza continua ad essere interessata da scosse di “assestamento” interne, l’ultimo scossone in ordine temporale lo ha rifilato il consigliere Leonardo Dongiovanni, dall’altra parte certamente non si può dire che i rapporti all’interno dell’opposizione consiliare siano così idilliaci.
Dietro una calma apparente, e una ritrovata unità, affermata più volte fino a ieri, ecco scoppiare al loro interno la mina lanciata dal consigliere Tommaso Bradascio che, come un fulmine a ciel sereno, comunica di voler rinunciare al suo “ruolo di coordinatore dell’opposizione”.
Una decisione che ho maturato all’indomani del consiglio comunale svoltosi il 1° aprile, così si esprime dietro nostra richiesta di chiarimenti sui perché, a causa di alcuni comportamenti incomprensibili assunti da alcuni consiglieri di minoranza in merito alle mie proposte, avanzate in quella sede, di modificare il Regolamento ICI e tese a ridurre la tassazione delle aree edificabili insistenti nella Zona F e D non utilizzate.
Una richiesta, precisa il consigliere, avanzata e discussa più volte in sede di commissione consiliare, che tutti conoscevano e che andava avanti da oltre un anno. Mai mi sarei aspettato che in sede di votazione alcuni dei miei colleghi di coalizione votassero contro gli emendamenti presentati non da un consigliere qualunque, ma dal loro stesso coordinatore. Un comportamento che di fatto non solo ha esautorato di autorità istituzionale e delegittimato detta figura, ma pone un problema molto serio sulla necessità di prevederla per il futuro.
Non so quali poteri o interessi trasversali ci siano dietro queste decisioni, sta di fatto però, conclude amareggiato, che non intendo essere ancora usato per portare la bandiera di una opposizione che a questo punto deve andare avanti autonomamente e assumersi le proprie responsabilità. E’ troppo bello impegnarsi e lavorare per gli altri, senza un progetto alternativo che qualcuno, a quanto sembra, sta invece elaborando, senza però informare gli altri, o parte di essi.
Pubblichiamo in calce il messaggio ufficiale che il consigliere Tommaso Bradascio ha inviato alla nostra redazione.
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Il 1° aprile finalmente è giunta in consiglio comunale la mia insistente richiesta di rivedere il regolamento comunale per la disciplina dell’ICI alla luce delle recenti normative, ma soprattutto delle situazioni di fatto venutesi a creare in questi ultimi anni. Con la mia interpellanza consiliare di oltre un anno fa, infatti, chiedevo la revisione dell’ICI nelle aree tipizzate D1 (zona industriale) dove i proprietari dei terreni erano costretti a continuare a pagare una aliquota del 7 per mille per un’area che, pur tipizzata edificabile dal PRG e oggetto di uno strumento attuativo (il piano per gli insediamenti produttivi), non ha mai visto il decollo non avendo il Comune proceduto agli espropri finalizzati agli insediamenti produttivi, anche per le scarse richieste da parte degli imprenditori e per gli eccessivi costi necessari alla realizzazione delle opere di urbanizzazione e dei servizi. E’ evidente che in queste condizioni non era possibile tollerare che i proprietari dei terreni continuassero a pagare l’aliquota massima. A conti fatti, quei terreni restano ancora agricoli senza alcuna reale suscettibilità di incremento di valore di mercato. E questo perché, a differenza delle zone F (aree a servizi), nelle zone D l’intervento è possibile solo attraverso uno strumento pubblico attuativo. Inoltre la mia interpellanza chiedeva di rivedere l’applicazione dell’ICI nelle zone F, sulla base di un principio di equità fiscale fra tutte le aree non residenziali.
Gli emendamenti da me proposti nella seduta consiliare erano finalizzati a:
- ridurre al minimo, se proprio non era possibile l’esenzione totale, l’imposizione ICI sui terreni della zona D1, sui quali per giunta è scaduto anche il PIP per decorrenza dei termini;
- esentare dall’ICI la zona a valenza ambientale della zona D1;
- riequilibrare l’imposizione sulle aree edificabili delle zone F, alla luce delle situazioni di fatto venutesi a creare negli ultimi anni
- rivedere la perimetrazione della zona A oggetto di agevolazioni e incentivi, essendomi reso conto che la modifica apportata l’anno scorso estendeva il trattamento di favore anche a locali di particolare pregio (per esempio quelli di via Garibaldi).
La seduta consiliare è stata molto animata e non priva di momenti di particolare tensione. Gli emendamenti, proposti da me in uno spirito collaborativo e non ostruzionistico (come qualcuno della maggioranza si è permesso di dire), erano dettati da principi di giustizia e di tutela degli interessi collettivi delle persone, e non certo da interessi personali e di bottega. Questo lo testimonia l’intera mia azione amministrativa.
Posso dire che il risultato ottenuto può considerarsi positivo, pur con alcune incongruenze, anche se non tutte le mie proposte sono passate come avrei voluto. Sta di fatto che la maggioranza ha dovuto piegarsi di fronte alla mia determinazione nel porre con forza emendamenti basati esclusivamente su principi di equità e di giustizia sociale. Per questo ho dato il mio voto favorevole sull’intero provvedimento, essendo riuscito a ridurre i “danni collaterali” con questi risultati:
- suoli non ancora edificati delle zone D:
- l’aliquota si riduce dal 7 al 4 per mille;
- l’imposta così determinata viene ulteriormente ridotta del 60% in quanto lo strumento urbanistico di attuazione è scaduto;
- l’imposta si riduce di un ulteriore 30% in mancanza del lotto minimo di intervento.
- terreni inseriti nell’area a valenza ambientale della zona D1
- l’aliquota si riduce dal 7 al 4 per mille e l’imposta subisce un ulteriore 90%, senza condizioni.
- suoli inseriti nelle zone F
- riequilibrio fra le diverse tipologie e applicazione dell’aliquota ridotta del 4 per mille in assenza di permesso di costruire.
- inserimento nel corpo della delibera del’impegno dell’Amministrazione a:
- predisporre atto consiliare di variante urbanistica per riperimetrare la zona D1 sulla base delle reali esigenze, esonerando così fiscalmente i proprietari dei terreni esclusi;
- predisporre una ricognizione complessiva delle aree tipizzate “F” nel vigente PRG al fine di tentare l’elaborazione di un piano concreto dei servizi, coniugando le legittime esigenze del pubblico e del privato attraverso la perequazione urbanistica prevista dalla legge Regionale n. 20.
Egoisticamente parlando potrei sentirmi anche soddisfatto del risultato. Ma così non è perché, dal mio punto di vista, nel corso della seduta consiliare si è verificata una situazione a dir poco assurda e non priva di conseguenze. Di fronte ad una maggioranza allo sbando, arruffona e priva di prospettive progettuali, la minoranza non ha saputo o voluto approfittarne incartandosi in un incomprensibile atteggiamento non collaborativo con le proposte e gli emendamenti sostenuti da colui che è stato nominato “coordinatore dell’opposizione consiliare”. Difatti sulla perimetrazione della zona A, l’emendamento non è passato per un voto (favorevoli 8 consiglieri; contrari 9 di cui 4 dell’opposizione; astenuti 2). Sugli altri emendamenti l’opposizione ha avuto posizioni ballerine e non sempre in sintonia col suo “coordinatore”. Il documento complessivo, nonostante gli emendamenti approvati e il parere favorevole della 1° Commissione che ha predisposto il regolamento, ha visto il voto contrario di 6 consiglieri dell’opposizione ed è stato approvato con 13 voti favorevoli, fra i quali il mio per le motivazioni che ho detto prima.
Alla luce dei fatti, così come si sono svolti, mi sento costretto a trarre le dovute conclusioni conseguenti ad una delegittimazione di fatto del mio ruolo di “coordinatore dell’opposizione consiliare”. Deduco perciò che la mia persona viene malamente considerata a uso e consumo di alcuni maggiorenti e messa da parte quando la mia azione rischia di andare in rotta di collisione con interessi che potrebbero apparire trasversali e sicuramente indecifrabili. Credo allora che sia giunto il momento di dover amaramente riprendermi la mia libertà di giudizio e di azione, e quindi di rinunciare al ruolo di “coordinatore dell’opposizione”, nel solo scopo di mantenere fede agli impegni da me assunti nei confronti della città e degli elettori.
Tommaso Bradascio – Consigliere Comunale