FILO D’ARIANNA, FIGLI E ALCOL, “PER CAPIRLI MEGLIO…”
Due prestigiosi relatori, Paolo Danza, pedagogista, counsellor, mediatore familiare, già giudice onorario della sezione Minori presso la Corte d’Appello del Tribunale di Bari e vice presidente della cooperativa sociale “Il sogno di Don Bosco” e Mimmo Bianco, psicologo, psicoterapeuta biosistemico, con esperienze curriculari vastissime nel settore, saranno nel liceo Classico “P. V. Marone”, domani, 14 aprile alle ore 18.
I due professionisti, punte di diamante del terzo appuntamento organizzato dal “Filo d’Arianna” in collaborazione con il Progetto di Ambito “Famiglie Accoglienti“, non a caso intitolato “Per capirli meglio…”, suggeriranno le strategie più efficaci da adottare per meglio comprendere ed aiutare i ragazzi, in particolare i più fragili, attratti dall’oblio e dall’ebbrezz
a, “effetti collaterali” dell’alcol che tanti danni causa.
Sempre più spesso i genitori, distratti da mille impegni, dal dover produrre “benessere” economico e sostentamento, dialogano poco con i figli, i quali a loro volta disertano volentieri le occasioni in cui conversare, per sentirsi più liberi ed emancipati e soprattutto… meno controllati.
Cogliere i segnali di un loro malessere inespresso, di una fragilità talvolta schermata ma pur sempre presente, terreno fertile per ogni tipo di dipendenza, è possibile e su questo relazioneranno i due dottori offrendo consigli, suggerimenti e un prezioso supporto utile a tutte le famiglie, non solo a quelle che con il problema, loro malgrado, hanno dovuto confrontarsi consapevolmente.
Sempre più spesso è nelle famiglie più “normali” che si annida il fantasma della dipendenza, in quelle “a rischio” l’allerta è alto e le istituzioni sono più vicine e vigili.
“… Ma questo a mio figlio non succederà mai…” è una delle frasi più ricorrenti e “smentite” dalla realtà di ogni giorno che vede anche “bravi” ragazzi e figli modello schiantarsi lungo le strade, vittima dell’ubriaco di turno o di quei bicchierini di troppo bevuti per tenersi su e far compagnia agli amici.
Trovare nell’arco della giornata il tempo di “osservare” i propri figli, ascoltarli meno distrattamente, cogliere quei segnali che ci sono e talvolta vengono volutamente “lasciati” per svelare quello che non si ha il coraggio di dire, trovare il tempo di seguire un incontro con professionisti che ogni giorno vivono a contatto con queste realtà, ancor prima di dover ricorrere ad una “necessaria” consulenza, in parole povere “prevenire prima di curare”, potrebbe non essere “tempo perso”.