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LE DONNE “MADRI DELLA REPUBBLICA ITALIANA”

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Ultimo appuntadonne-repubblica-interventomento dal titolo ‘Il contributo delle donne nella storia della Repubblica’ del ciclo delle conferenzeorganizzate dall’Università gioiese della Terza Età (UTE) con la collaborazione del corso di studio di Storia Contemporanea tenuto dal professor D’Onghia – in occasione della celebrazione dei 150 anni dall’Unità d’Italia.

L’incontro si è tenuto presso l’Aula Magna del liceo classico ‘P.V. Marone’, mercoledì 27 aprile 2011, alle ore 18, ed è stato introdotto dal presidente, Giovanna Viterbo: “Il fine è quello di dare chiarezza al contributo dato dalle donne che attivamente hanno fatto la Storia d’Italia, a quelle eroine invisibili che hanno svolto un ruolo fdonne-reppubblica-donghia1ondamentale”.

Sergio D’Onghia, che ha presentato l’argomento, ha aggiunto: “La Storia non si fa con i ma e con i se, ma molto probabilmente quello che siamo lo dobbiamo alle donne, perché non saremmo una Repubblica se non ci fosse stato il suffragio universale del 2 giugno ‘46. Stasera cercheremo di cogliere quei punti nei quali la donna è stata preminente, stasera sentiremo parlare di madri della Repubblica italiana”.

Ed è sulle madri della Costituzione italiana che verte l’intervanto della professoressa Montebello, la quale si sofferma sulle figure carismatiche di Lina Merlin, Tina Anselmi, Nilde Iotti.

Parla di quello che ha rappresentato per l’Italia il 25 aprile, giorno in cui le truppe tedesche abbdonne-reppubblica-montebelloandonarono Milano all’arrivo dei partigiani, giorno in cui Milano fu libera, così come tutta l’Italia, “giorno sul quale si dovrebbe riflettere moltissimo soprattutto nei tempi odierni”, così si esprime la professoressa.

Inizia per l’Italia una nuova epoca, e le donne che hanno fatto la guerra – svolgevano, infatti, compiti di assistenza come quello di procurare nascondigli per i ricercati, procuravano materiale sanitario per i partigiani, diffondevano la stampa clandestina – escono dall’ambito privato al quale erano state segregate, e dal ruolo di moglie passano a quello di donna.donne-repubblica-interv.pre

Le donne acquistano maggiore coscienza di se stesse, e di diritto partecipano alle organizzazioni politiche, culturali, sindacali. Fondano l’UDI, acronimo di Unione Donne Italiane, si battono per ottenere il diritto di lavoro senza pregiudicare la salute di se stesse e dei figli, e per l’emancipazione della donna.

La professoressa ritorna a porre l’attenzione sulla passione politica e civile della Merlin, dell’Anselmi e della Iotti, “donne dal grande rigore intellettuale, che hanno onorato l’impegno del loro mandato e l’hanno onorato con decoro e professionalità”!

Una conferenza dal contenuto importante in un momento storico in cui c’è chi consiglia alle donne di scegliere un buon partito piuttosto che l’amore. Una conferenza il cui manifesto è un anelito di libertà, cantata sin dall’inizio, attraverso le parole di Karol Wojtyla: “La libertà è una conquista che non ha termine. Né possesso, né eredità …”.

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