“TROPPO UMANA SPERANZA”, UNA “PRIMA” CONVINCENTE
Venerdì 6 maggio alle 17,30 presso l’aula magna del Liceo Classico “Publio Virgilio Marone” di Gioia del Colle lo scrittore Alessandro Mari presenterà il suo romanzo edito da Feltrinelli “Troppo umana speranza”.
“Troppo umana speranza” è un romanzo troppo ricco e denso per essere il primo di Alessandro Mari, stupisce sia per questo sia per il genere del romanzo popolare, storicamente ampio e oceanico, antropologicamente variegato in cui l’autore si è cimentato nella sua prima opera letteraria. Eppure è proprio così.
Romanzo di passioni sensuali, civili, patriottiche, politiche sostenute e alimentate dalla speranza, virtù unicamente umana e tipica dell’età giovanile, e dal coraggio di esporsi, di vivere pienamente e di amare.
Questo romanzo è ambientato negli anni ’30 e ’40 dell’Ottocento, nel Risorgimento della nostra Nazione, e segue le vicende picaresche di quattro giovani protagonisti che agiscono nel Sudamerica, in un piccolo paese della Lombardia, Sacconago, a Roma, a Londra, e a Milano: Colombino, Leda, Lisander e la coppia Garibaldi.
L’azione del romanzo è concepita in modo da seguire parallelamente i quattro giovani personaggi che alcune volte si incontrano e fanno un pezzo di strada insieme. I caratteri dei protagonisti, sia i tre di finzione sia quello realmente esistito, sono quanto di più diverso una mente umana potrebbe immaginare.
Colombino è lo sciocco villano che, stregato dalla bella contadina Vittorina, incontrerà papi e generali nella speranza di vedere realizzato il suo sogno d’amore; Leda, una ragazza violata nel corpo e nell’anima, diviene una spia dei servizi segreti e solo in ultimo diventerà quello che davvero vuole essere; Lisander, un “malnato” milanese, folgorato dalla neonata fotografia, insegue il successo e la ricchezza realizzando fotografie pornografiche e Giuseppe Garibaldi raccontato nel suo esilio in Sudamerica, dove incontra la bellissima creola Aninha, sua compagna per la vita.
Quattro giovani vite lottano per i propri sogni privati e per la speranza della felicità personale e di un’intera Nazione, ancora da farsi, desiderando riscattarsi e redimersi dai propri errori e limiti; e “Poiché non c’è creatura che venga a mancare se non per restare in altra forma, non c’è memoria che non nasconda un grammo di materia capace di durare laddove svaporano i ricordi, non c’è iattura che, per quanto dannosa, difetti d’un seme di risorgimento” ognuno se è giovane nella mente e nell’animo può sempre sperare di risorgere.
In un momento come quello che stiamo vivendo, in cui Camilleri auspica l’attuazione di un secondo Risorgimento, le gesta di giovani eroi, noti e anonimi, che combatterono nel primo Risorgimento rinvigorisce il senso delle parole libertà e Patria e dà speranza.