DOPO 150 ANNI I PROBLEMI DEL MEZZOGIORNO RESTANO -foto-
‘Riflessioni sul Risorgimento’ è il titolo dato all’appuntamento avutosi venerdì 8 luglio, alle ore 19.30, presso la piazza Luca D’Andrano, in concomitanza dell’inaugurazione della stessa. L’appuntamento – organizzato dal Lions Club ‘Monte Johe’ con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comu
ne di Gioia del Colle – ha goduto del patrocinato illustre dell’Istituto di Storia Risorgimentale dell’Università degli Studi di Bari.
Ospiti, infatti, due dei maggiori esponenti degli studi risorgimentali: il professor Gianfranco Liberati e il professor Giuseppe Poli. Hanno preceduto le due attente relazioni, i saluti del Sindaco, il dott. Piero Longo, e del Presidente del Lions Club ‘Monte Johe’, il dott. Giovanni Carnevale; e la breve introduzione affidata all’avv. Lucio Romano.
Il professor Liberati – docente di Storia del Diritto Italiano presso la facoltà di Giurisprudenza di Bari – durante il suo intervento ha guardato all’Unificazione d’Italia dal punto di vista legislativo, perché “[…] l’Unificazione – come egli stesso afferma – è un fatto che si realizza in ambito prettamente giuridico, basti pensare alla nostra Costituzione che è figlia del Risorgimento”.
Unificazione che si apre con varie questioni irrisolte: “Molti problemi del 1861 sono ancora aperti, ad esempio il problema tributario”. Secondo il professore ogni esperienza calda nasce dalla partecipazione, perché la partecipazione conferisce al singolo individuo la libertà di scegliere e di agire, perché “chi non partecipa alla vita pubblica, potrà anche essere un uomo felice, ma mai un cittadino”.
Cita, ad un certo punto della sua relazione, lo storico per eccellenza Gian Battista Vico il quale crede nell’utilità e nella globalità del processo storico. Ed, infatti, per il professore la storia ha lo scopo di mettere l’individuo nella posizione di capire le cause che hanno determinato il protrarsi di varie problematiche che, nel caso specifico, sono sorte al momento dell’unificazione italiana, per poterle superare successivamente. Conclude il suo intervento sostenendo con veemenza: “Il senso di queste celebrazioni è, a mio avviso, che rimanga in noi qualche attenzione […], che ci sia l’occasione di ritornare su problemi che ritornano da 150 anni, e che si crei una rinnovata sensibilità”.
Sulla contemporaneità delle difficoltà nate in quel periodo verte anche l’intervento del professor Poli – docente di Storia Moderna presso la facoltà di Scienze della Formazione di Bari e presidente del Dipartimento di Studi Risorgimentali dell’Università di Bari –: “Se andiamo a considerare questi 150 anni, la Questione Meridionale riemerge”.
Per capire e comprendere quel divario che nel corso del tempo si è consolidato sempre di più, fondamentale è lo studio dei fenomeni che hanno origine durante la lunga elaborazione economica e sociale negli anni precedenti all’unificazione d’Italia. Parla all’uditorio del fenomeno del feudalesimo: “In Puglia, in particolare nella Terra di Bari, le città feudali erano la maggioranza”.
Le aspre conseguenze che il mezzogiorno visse con il Brigantaggio, durante il periodo risorgimentale, sono da cercare lungo l’arco dei sessant’anni precedenti all’Unità d’Italia. Entrambi gli interventi riguardano l’importanza nel presente della memoria storica, perché lo storico, come scrisse il romantico Shiller altro non è che “un profeta che guarda all’indietro”.
Memoria, però, fondamentale per la maturazione delle coscienze di ogni singolo individuo. Il prossimo appuntamento con la cultura è fissato a giovedì 14 luglio alla medesima ora e sempre presso piazza Luca D’Andrano con lo scrittore e giornalista, Raffaele Nigro.
Si ringrazia Mario Di Giuseppe per la collaborazione fotografica.