CROLLO: “SI POTEVA EVITARE, PUNTELLATO SOLO ESTERNO”-foto-
Il crollo della palazzina di via Verdi angolo via Gianrizzi continua a destare preoccupazione, clamore e sdegno.
Preoccupazione nei tecnici sia essi comunali, del gas, dell’energia elettrica e del telefono, che nei Vigili del Fuoco di Putignano, per il pericolo di ulteriori crolli che a loro dire sembrerebbe non siano del tutto scongiurati.
Scalpore in tutti i residenti e i gioiesi che si avvicinano al cantiere non tanto per curiosità quanto per solidarizzare con loro e capire come possa essere accaduto un fatto di una gravità estrema che per puro caso non si è trasformata in una tragedia.
Sdegno nello scoprire che non si era fatto fronte alla reale gravità della situazione con i dovuti provvedimenti con una messa in sicurezza adeguata sia del sito che dell’immobile.
Troppi i mesi trascorsi, da dicembre scorso, da quando fu deciso di inibire parzialmente al traffico quella zona e puntellare la struttura. Un puntellamento avvenuto, secondo il proprietario della casa attigua a quella a rischio, poi crollata, “in modo superficiale, hanno pensato solo a mettere in sicurezza l’esterno dimenticandosi di farlo anche internamente, magari puntellando i soffitti e i muri dal di dentro”.
“Due mesi fa sono stato costretto – continua con rabbia – a dover abbandonare la mia abitazione perché le crepe avanzavano, ed oggi mi ritrovo con una casa quasi completamente distrutta per colpe certamente non mie. E con me – conclude sconsolatamente – anche i proprietari dei locali sottostanti. Per fortuna che non vi abitava nessuno perché i soffitti sono crollati dappertutto, e non è ancora finita”.
I tecnici sono infatti allarmati e sotto pressione per la situazione di gravità in cui versa ciò che resta dell’abitazione attigua a quella crollata, per metà già distrutta questa notte mentre l’altra metà è già crollata internamente, così come i due sottostanti locali, che in tanti fra gli osservatori presenti prevedono possano abbattersi al suolo sotto le vibrazioni dei mezzi della ditta appaltatrice (Gioia Scavi n.d.r.) chiamata dall’amministrazione, per effettuare le operazioni di sgombero della zona dalle macerie. Gli operai della ditta stanno operando alacremente e contro il tempo per mettere in sicurezza l’intera zona.
Alle operazioni, oltre agli operai dell’impresa, i tecnici dell’Ufficio Tecnico Comunale, presenziano anche il sindaco Piero Longo e il vicesindaco Isacco Isdraele, direttamente coinvolto per i danni subiti dal suo studio posto al di sotto dello stabile crollato.
Una vasta zona che va dall’imbocco di via Dante all’altezza del monumento ai Caduti, fino a via Leonardo da Vinci è stata transennata e resa inagibile a tutti i veicoli. Ci si sta adoperando per ripristinare i servizi di luce e gas interrotti per le rotture dei tubi direttamente interessati nella caduta dei muri cui erano fissati.
Gli effetti di quanto accaduto sono ben visibili: polvere dovunque e non solo nei pressi dell’incrocio, ma anche sui palazzi, le strade e le vetture presenti a decine di metri di distanza dal luogo del disastro. Una notte che in molti non dimenticheranno tanto facilmente, chi l’ha scampata senza danni (i proprietari delle auto lì parcheggiate, o chi vive nella zona e poteva trovarsi sotto le macerie) e chi li ha subiti, a cui resta l’amaro in bocca, non per la polvere respirata ma per quello che è non è stato fatto per evitare che ciò accadesse.
(Le foto inserite in questo articolo sono scatti di Donato Stoppini)