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“L’ITALIA NON PUÓ FARE A MENO DELL’EUROPA”

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festa-pd-3-serata1Al dibattito sulla nuova PAC presente l’On. Giusy Servodio, assieme all’On. Enzo Lavarra e al Dott. Giuseppe Brillante (Coldiretti Puglia) alla terza serata della Festa Regionale Democratica dell’Agricoltura.

E’ proprio l’On. Servodio, già membro del Governo Prodi con l’allora Ministro Paolo De Castro (che per un imprevisto ha dovuto saltare l’appuntamento con la Festa gioiese) a lanciare questo pericolo, il pericolo di un’Europa senza Europa: “Guai a chi pensa di poter fare a meno dell’Europa”.

Il giornalista di Telenorba, Roberto De Petro Roberto_DE_PETRO(Presidente Arga Puglie e Direttore di Telenorba Verde) incalza subito il dibattito non risparmiando il tema della PAC e nessuna domanda, anche politica, ai presenti, riservando sul finale una domanda a sorpresa per l’indigeno Enzo Lavarra (simpatiche battute tra i due durante la serata, proprio sulla natalità gioiese dell’ex europarlamentare).

Sulla PAC attuale si è detto molto, di quanto abbia aiutato il settore agricoltura in tutta Europa mentre sulla prossima si sa ben poco, si sa che certamente l’”Europa 2020” non sarà facile per nessuno Stato membro europeo. Si sa, per esempio, che i fondi destinati all’agricoltura saranno congelati (ciò vorrà dire subire delle perdite a partire dal 2013, con la nuova programmazione), ma l’On. Servodio su questo concetto ha espresso tutta la sua positività nei confronti delle politiche europee che lavorano sull’agricoltura in quanto sistema (non settori) poiché in una fase storica come quella attuale, di una crisi generale, sapere che l’Europa non rinuncia a finanziare il settore agricoltura (forse diminuendo l’ammontare del contributo totale che ad oggi era assicurato attorno ai 6milioni di euro per l’Italia) è un segnale forte.

lavarraL’On. Enzo Lavarra sulla situazione dei fondi europei a sostegno dell’agricoltura chiarisce da subito che la PAC è stata una delle primissime politiche europee in agricoltura ai tempi in cui l’Europa non aveva una produzione agricola ai livelli attuali, dove produciamo tanto mentre inizialmente si era costretti ad importare da altri Paesi. Il lavoro in Europa, sostiene Lavarra, è di aiutare gli imprenditori, gli allevatori nelle loro attività produttive e di occupazione agricola non meri finanziamenti europei a chi solo possiede un’area vasta di terreni: “Non siamo e non possiamo essere più d’accordo con politiche di questo tipo – ammette Lavarra -. C’è il problema del reddito degli agricoltori italiani che diminuisce rispettComunita-europea-2o al reddito degli agricoltori in Europa”.

Il sostegno al reddito degli imprenditori, quindi, è uno degli interventi europei più importanti in termini di politiche attive agricole. Sono tutti d’accordo, i presenti, anche la Coldiretti esprime il pensiero ad alta voce, che l’Europa da sola non basta non ci si può aspettare i finanziamenti europei senza politiche nazionali (e locali). Lamentano gli europarlamentari, da tempo, dell’assenza del Governo italiano nelle trattative europee sul settore agricolo, che indebolisce molto la nostra posizione, in quanto l’agricoltura non solo è un settore primario ma riguarda anche la difesa del paesaggio e la biodiversità dei luoghi.

Due anni a discutegiusi_servodiore in Parlamento – chiosa la Servodio – del fondo di solidarietà e degli sgravi contributivi per l’Italia mentre gli altri Stati come Francia e Germania andavano avanti e noi siamo rimasti bloccati”. Si parla anche di mercato agricolo europeo e dei suoi mutamenti: il moderatore De Petro ricorda il caso di Nardò e dei 300 ettari di coltivazione in angurie andate a male perché non c’è mercato. La Coldiretti rinnova il suo impegno nell’aggregazione degli imprenditori locali per sostenerli nella produzione e nelle linee guide dei vari mercati di produzione, concentrando le opportunità dei vari finanziamenti (PAC, PSR).

Nella parte finale, sempre l’esperto De Petro rivolge una domanda diretta a Lavarra sul settore caseario gioiese che da tempo soffre della concorrenza. L’ On. Enzo Lavarra non si sottrae alla domanda ed esprime tutta la sua passione gioiese (anche nel linguaggio) e punisce l’amministrazione locale di aver decentralizzato la Sagra della mozzarella nella mozzarella_lavorazionezona periferica della Distilleria Cassano (restaurata con fondi europei, con il lavoro della precedente amministrazione di centrosinistra).

Non è sufficiente portare i cittadini gioiesi da un posto ad un altro del proprio paese quanto creare un evento che richiami il mondo, come accade per le Grotte di Castellana, per i Trulli di Alberobello, per il Carnevale di Putignano. La mozzarella, dice Lavarra: “era un nostro primato, sapevamo lavorarla solo noi e poi ci siamo adeguati al mercato moderno e adesso non possiamo non chiedere a Turi, Alberobello di collaborare con noi”.

In conclusione, Lavarra richiama il ruolo della politica con il dovere di indicare la strada alle associazioni di categoria e ai singoli produttori agricoli circa i finanziamenti europei ma per farlo “bisogna avere le idee buone e le mani pulite”. Un monito alla moralità in politica, visti i tempi.

Nell’altro spazio del dibattito il Partito Democratico a Gioia del colle, in prima linea per la divulgazione dell’importanza del ruolo della ricerca foto_1in agricoltura. A parlarne ospiti di eccezione. A tenere le fila del discorso Gianluigi Cesari, che porta anche il saluto del Dott. Luigi Trotta assente giustificato. Apre i lavori il Dott. Donato Ferri già direttore del Centro Ricerca Agricoltura di Turi e Bari esperto delle problematiche di fertilità del suolo. Ferri parla di Agricoltura multifunzionale intesa come attenzione alla salubrità e alla resa dei prodotti, al rispetto dell’ambiente. Ovvero della necessità di incardinare i prodotti pugliesi sui nostri suoli, che vanno trattati con cura e rispetto. Oggi si può lavorare caratterizzando e tipizzando i prodotti, afferma il Dott. Francesco Paolo Fanizzi dell’Università del Salento. Valorizzare, catalogare e ricercare le caratteristiche dei prodotti, in futuro garantirà un maggior profitto per i produttori, oggi permette di risolvere controversie legali degli stessi.

Sorprendente il caso studio presentato dalla dott.ssa Raffaecentro_ricerche_bonomolla Lovino del Centro Ricerca Bonomo. La professionista esperta in post-raccolta spiega come un sottoprodotto della coltivazione viticola, ovvero la foglia di vite sia un elemento di sicuro business. In Arabia Saudita, infatti, la foglia di vite fa parte dell’alimentazione quotidiana e questi paesi hanno fatto richiesta all’Italia di grandi quantitativi.

Al Centro Bonomo hanno, altresì, trovato un metodo biologico per evitare la senescenza della foglia: la pastorizzazione con acqua e sale. Conclude l’incontro il Dott. Salvia, ricercatore in campo medico. Quest’ultimo ha messo in evidenza come il consumo di olio di oliva spremuto a freddo possa combattere i processi legati a varie malattie degenerative.

(Ufficio Comunicazione Pd – Gioia del Colle (BA) – E-mail pdgioia@libero.it)

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