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QUESTO CONSIGLIO COMUNALE “NON S’HA DA FARE”

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consiglio-comunale-consigliGIOIA DEL COLLE\ Ore 10.00 in punto, tutti in aula consiliare, meglio dire solo quello che resta di questa legislatura, i rappresentanti della minoranza e due consiglieri “dissidenti” dell’Amministrazione Longo, Vito Paradiso e Leonardo Dongiovanni.

In tutto 10 consiglieri ma non sufficienti per aprire la discussione sui 18 punti posti all’ordine del giorno di questo consiglio comunale da “record dei record”. La seduta diventa nulla, sciolta come neve al sole e rinviata a data da destinarsi.

Una conta effettuata alle 10.15 da Giuseppe Lenin Masi, in qualità di vice del vice del presidente del Consiglio Comunale, Pippo Tisci, presente in aula ma tra il pubblico, con la super visione del consiglio-comunale-discussiDirigente e Segretario Comunale Dott. Dioguardi. Assente il sindaco Piero Longo compreso i residui della sua maggioranza, proprio quelli che avevano indetto questo consiglio e scelto i relativi punti da discutere.

Strano, molto strano, vuoi vedere che… No, forse il sindaco aveva subodorato il colpo di mano? Mah, sta di fatto che gli stessi che si sono presentati in aula lo hanno fatto, quasi di corsa, dopo essere usciti dalla stanza della Giunta Comunale. Come mai?

Così come è sembrato strano l’intervento così esagitato di Sergio Povia che non ha perso tempo per inveire contro il sindaco Piero Longo e la sua consiglio-comunale-povia-mimaggioranza, e i metodi adottati, come la decisione di “revocare” le cariche a tutti i Dirigenti comunali.

Ma a nome di chi parlava? Da chi ha ricevuto la fascia di rappresentante in capo dell’intera minoranza? Prime prove tecniche di ritorno al passato?

Ma la vera stranezza è stata la sparizione del consigliere Mauro Mastrovito che fino a pochi minuti prima era presente insieme ai suoi colleghi. Che fine aveva fatto? Perché si è “allontanato”? Chi lo ha convinto ad allontanarsi? E pensare che la sua presenza avrebbe permesso alla minoranza di raggiungere quota 11 consiglieri, quindi il quorum necessario per iniziare i “lavori” e, probabilmente, sfiduciare il sindaco non approvando il Bilancio Consuntivo 2010, senza per questo ricorrere alle firme da apporre ed autenticare presso un notaio!

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