DIMISSIONI FORZOSE PDL: TATEO “DISSOCIATO” POLITICO
Disorientano e non poco le dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa cui la nostra redazione non è stata invitata (tanto per cambiare!) dal dottor Saverio Tateo, dimissionario coordinatore del PDL gioiese.
Conferma incondizionata fiducia al sindaco Piero Longo, pur considerandolo “reo” di aver assecondato i capricci dei singoli consiglieri e le loro “ingordigie” senza tener conto del parere dei partiti di provenienza, di fatto confermando anche che – pur di tenersi aggrappato alla poltrona sindacale – questo “uomo onesto che non ha mai negato l’evidente crisi politica”, non ha esitato a scendere a compromessi.
Di contro augura a Maria Teresa Tracquilio “capace e meritevole”, che nulla ha sbagliato in questi anni, di continuare a ben operare con il PDL di cui resterà socio per sostenere la futura candidatura del sindaco Longo, atto parrebbe dovuto per il futuro del partito.
Non una parola né una domanda posta dai giornalisti presenti – almeno dalle fonti consultate, non essendo presenti alla conferenza – sull’eutanasia dell’ospedale (fallimento non spendibile nelle prossime competizioni elettorali).
A sostegno della tesi di tradimento dei consiglieri che hanno messo in difficoltà e mandato a casa Piero Longo, un gesto (la resa?) che deve servire da esempio per il futuro”, perché “bisogna abbandonare l’io per pensare al noi”.
“Noi” nel quale recuperare UDC e “Puglia prima di tutto”, attraverso persone (ma quali?) che credono realmente nel progetto del partito.
Non ce ne voglia il dottor Tateo, ma davvero appare alquanto dissociato in questo suo progetto politico nel quale afferma di voler ripartire dalle fondamenta – se di un nuovo partito o dello stesso ma da socio o semplicemente da “fiduciario” della prossima campagna elettorale sindacale non è dato comprendere, almeno da quanto rilevato, proclamando una pluralità di intenti che si assoggetta alle esigenze di un singolo (Longo).
Ultima affermazione, il riconoscimento degli errori da parte di Longo, anche se ai più risulta che abbia ampiamente accusato tutto e tutti di aver complottato ai suoi danni, dipendenti comunali inclusi.
Da voci di “corridoio” parrebbe che l’ex sindaco, in attesa di occupare lo stabile prospiciente al Comune abbia fatto “base” presso l’abitazione di un suo caro amico, nonché consulente “culturale” nei paraggi del castello, e che un suo “braccio destro” in Comune mandi i “questuanti” da lui e non dal Commissario, come logica e correttezza vorrebbero, per le prossime iniziative culturali da avviare per la città.
Se ciò risultasse vero, alla luce delle dichiarazioni di cui sopra, suggeriremmo ai Commissari di attuare al più presto misure disciplinari atte a “contenere” l’esuberanza “politica” di personale “pagato” dalla comunità anche se promosso in concorso e rivestito di incarichi prestigiosi dai governanti di turno, sia di destra che di sinistra.