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“NOI, SOLITI IDIOTI”, TRISTE SPACCATO GIOVANI D’ITALIA

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soliti idioti 173Vi sembra possibile che un giovane del ventunesimo secolo debba andare al cinema per vedere due emeriti idioti che nei loro dialoghi usano la volgarità per un abbondante 80%? E vi sembra possibile che un padre preferisca che il figlio non si interessi di arte, ma del concorso “Smutandissima”, magari fumandosi una bella fiodena (una canna nel senso che “chi non fuma è ‘n fio de ‘na mignotta”)? A me no. Non sembra affatto possibile.

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Lo so che con questa affermazione vado contro alla stragrande maggioranza dei miei coetanei, che attende la serie su Sky ogni pomeriggio come un rito e che mal nasconde la delusione del film. Non credo sia lo “specchio di un’Italia contemporanea di cui si ride proprio perché ci si riconosce”. Ma lo specchio di cosa? Di chi? Uno specchio deformante che ingrandisce il brutto e il marcio, per rimpicciolire il saggio e assennato? Io non voglio creare polemiche. L’hanno già fatto programmi come TV Talk e altri. Tutti ponevano la stessa domanda: come può piacere?soliti idioti3

Ma veramente i figli riescono a calarsi nel personaggio di Gianluca, schiacciato da un padre senza principi morali? Non credo che, anche il genitore più snaturato, possa rispondere al buongiorno del figlio mandandolo “a quel paese” con incredibile nonchalance.

È davvero triste questo spaccato d’Italia. Di un’Italia che si dice e si dice che sia senza principi, ma siamo noi i primi a creare i presupposti affinché questi principi non ci siano. Di un’Italia che magari non sa che nella sala accanto c’è il film “Anonymous” sull’emblematico personaggio di William Shakespeare o nell’altra ancora un superlativo Sean Penn.

(Valeria Dimola, Liceo Classico “P. Virgilio Marone”)

 

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