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CARANO: CRONACA VISITA REGNO DELLA CAMORRA

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Domenica 4 dicecarano tomba don-giuseppe-dianambre noi alunni delle classi terze della scuola “E. Carano” ci siamo recati in alcuni paesi della Campania per “toccare con mano” quelle che sono le conseguenze della Camorra, nell’ambito del nostro progetto PON C3 sulla Legalità nel mondo del lavoro.

La prima tappa è stata il cimitero di Casal di Principe, in provincia di Caserta, dove ci siamo recati sulla tomba di Don Peppe Diana, prete assassinato sull’altare da camorristi casalesi per aver denunciato pubblicamente i loro atti illegali, durante l’omelia intitolata “In nome del mio popolo non tacerò”.Comitato Don Peppe Dianacop

Da quel momento è sorta l’associazione “Comitato di Don Peppe Diana”, che si occupa di continuare la sua opera contro la Camorra.

Appena usciti dal cimitero, siamo andati a visitare uno dei beni confiscati al boss mafioso Giuseppe Setola, soprannominato “’o’ cecato” e condannato a ventinove anni di carcere; una casa in cui, attualmente, alloggiano ragazzi diversamente abili ed excarano-monumento-liberta tossico-dipendenti in fase di riabilitazione che non hanno un tetto su cui contare. Un fatto importante: mentre i muri delle case vicine erano alte più di tre metri e con recinzioni metalliche e portoni enormi di ferro, questa struttura era completamente aperta e una scritta su tutte: Buchiamo i muri e liberiamo le idee”.

delle guide che fanno parte dei progetti di volontariato, ci hanno raccontato che in estate l’associazione “Libera contro le mafie” contribuisce all’iniziativa “eState liberi”, che consiste nella scelta volontaria di ragazzi dai sedici anni in poi, di rinunciare ad unnuova cucina organizzataa vacanza della durata di una settimana per contribuire alla ristrutturazione dei beni confiscati.

Per il pranzo, siamo stati ospitati a San Cipriano d’Aversa dall’associazione “Nuova Cucina Organizzata” (N.C.O) che prende il nome dall’ex “Nuova Camorra Organizzata” e che utilizza prodotti locali provenienti dalle terre un tempo di proprietà dei camorristi.

Subito dopo pranzo siamo andati a visitare un bene confiscato ad Assunta Maresca (detta Pupetta), vedova di Simonetti Francesco Pasquale (detto Pascalone E’ Nola), situato a Castelvolturno e al momento asartoria socialedibito a sartoria sociale, nella quale quattro sarti extra-comunitari e con forti problemi sociali, insieme a donne fortemente disagiate, imparano a confezionare abiti e organizzano sfilate di moda utilizzando soprattutto stoffe provenienti dall’Africa.

Recentemente è stato concretizzato il progetto “Facciamo un Pacco alla camorra” che consiste nella fabbricazione di prodotti da destinare alla vendita in una borsa confezionata dalla sartoria sociale e il cui ricavo andrà ai più bisognosi.

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All’interno della sartoria abbiamo avuto il piacere di conoscere Pat, una ragazza simpatica che fa parte del gruppo dei sarti. Ci ha raccontato di avere tanta voglia di lavorare, soprattutto per assicurare alla figlia di pochi mesi la vita agiata e felice che meriterebbe.

Durante il ritorno con il pullman abbiamo riflettuto su quanto la vita possa essere difficile e su quanto dovremmo impegnarci per promettere a tutti una realtà spensierata quanto la nostra.

(Nicla Galante e Paola Palmisano)

 

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