CONTRO IL FISCO? UN GARANTE LIONS: GIORGIO BIANCO
Lions “Monte Johe” e Leo “Bianca lancia” continuano ad offrire ai soci ed alla città momenti di incontro al di fuori del “Club” nel senso letterale del termine, sabato scorso ospiti nell’hangar del 36° Stormo, la settimana precedente nel chiostro di Palazzo San Domenico.
Questo primo incontro ha visto relazionare il generale Giorgio Bianco e il Direttore Provinciale dell’Ufficio delle Entrate Francesco Paolo Chimienti su “Il Garante e lo Statuto del Contribuente”, istituzione “datata”, a detta di quest’ultimo, per la terza volta invitato in conferenze a “tema fiscale – finanziario” che con stupore si congratula con gli organizzatori del Club per il numeroso pubblico presente “nonostante il tema non proprio attuale e di certo non molto “attraente” per animare un sabato sera”.
Dopo il saluto del presidente del Club dottor Giovanni Carnevale e del dottor Dioguardi, portavoce della dottoressa Maria Filomena Dabbicco, Commissario prefettizio assente per impegni pregressi, la parola è passata a Giorgio Bianco, gioiese da quindici anni residente in Umbria, precisamente ad Asproli, insignito della Melvin Jones Fellow nello stesso chiostro il 18 aprile del 2008, laureato in scienze politiche, in giurisprudenza ed in sociologia, nonché specializzato in scienze della sicurezza economico-finanziaria ed in criminologia clinica e psichiatria forense, per 49 anni nell’Amministrazione finanziaria, prima nella Guardia di Finanza e successivamente come ispettore centrale al Secit e dal 2009 membro della “triade” dell’Ufficio del Garante per il contribuente dell’Umbria, incarico conferitogli dal presidente della Commissione Tributaria regionale.
Bianco parla a braccio – anche se promette al suo pupillo, Mario Perillo, a capo della tenenza della Guardia di Finanza di Gioia, di predisporre una scaletta nei prossimi incontri – scegliendo di non tediare anche se “a discapito della organicità” e anticipa con tono grave di esser costretto a dire “cose pesanti” anche se non in tono accusatorio, destando la curiosità dei presenti.
“Il garante del contribuente – afferma con convinzione – figura poco conosciuta, è di fatto un difensore civico in materia fiscale, con potere d’intervento non nel merito delle verifiche ma sulle procedure adottate e sulla funzionalità dei servizi, con la segnalazione di possibili pregiudizi a danno dei contribuenti al fine dell’avvio di eventuali azioni disciplinari.”
“Ad oggi il suo compito è ridurre il contenzioso attivando procedure di autotutela su richiesta cui l’ufficio deve rispondere entro 30 giorni.”
Attraverso esempi pratici ed aneddoti, il ruolo e l’efficacia del garante vengono colti con immediatezza, è il caso del contribuente ignorato dal funzionario scorbutico e vilipeso nella sua dignità, che si vede ricevere con garbo non appena il garante inoltra la sua protesta.
“Il legislatore nel 2000 istituì tale organo composto da tre membri a livello regionale – continua il generale – per una svista non fu proposto un coordinamento nazionale, che ne avrebbe rafforzato l’azione e l’efficacia. Una recente modifica apportata allo statuto dalla legge n. 265 del 12/11/11 (art. 4 comma 36), stabilisce che il garante sia organo monocratico (ovvero un’unica figura, mentre nello statuto era previsto un “triumvirato”) e che possano accedere alla carica magistrati, notai, professori universitari, avvocati, commercialisti… ma non più appartenenti all’amministrazione finanziaria”.
“Un corpo mortale a questa istituzione – afferma con scoramento – tra l’altro un atto anticostituzionale. Posto che la legge di stabilità dovrebbe alleggerire le leggi dello Stato, cosa si risparmia? Niente! Gli emolumenti restano gli stessi, importi a livello di badante… Dobbiamo invece essere uniti per non far venir meno la fiducia del contribuente nelle istituzioni”.
Conclude, infine, ricordando la traccia del compito in classe che nel ’47, durante la maturità, dettò le linee guida del suo luminoso futuro, prezioso viatico ancor oggi: ”Vana sarebbe la nostra fiducia nell’umano progresso ove non ci ritenessimo personalmente, giorno per giorno, impegnati a servire giustizia e verità e a combattere per l’una e per l’altra senza cedere a lusinghe, ove si proponesse di transigere con la nostra coscienza”.
Al dottor Chimienti il compito decisamente più ingrato di illustrare le finalità e le funzioni di questa datata istituzione, tenendo presente il backstage legislativo “schizofrenico” in materia, essendo all’ordine del giorno nuove circolari tributarie da “studiare” per i dovuti adempimenti.
“Negli anni ’70 il contribuente “accertato” doveva rivolgersi al giudice tributario. Non esisteva autotutela né conciliazione. Lo statuto del contribuente ha dato vita alla cultura della relazione tra contribuente e Fisco. L’Ufficio del Garante, istituito nel 2000, è un organo collegiale operante in piena autonomia al quale sono demandati numerosi compiti a tutela del contribuente. Esso di norma interviene sulla base di segnalazioni del contribuente stesso o di altro soggetto interessato che lamenti disfunzioni, irregolarità, scorrettezze, prassi amministrative anomale o irragionevoli o qualunque altro comportamento suscettibile di incrinare il rapporto di fiducia tra cittadini e amministrazione finanziaria”.
Quindi sciorina i vari articoli, soffermandosi in particolare sul n. 13 e 14.
L’argomento si fa intrigante nel momento in cui si tocca il tema del termine delle prescrizioni (cinque anni spesso prorogati di ulteriori dodici mesi per consentire di recuperare in “zona cesarini” gli accertamenti non ancora esaminati) e le “visite a domicilio in azienda”, visite “a tempo” che quasi sempre minano la serenità degli “accertati”.
Tra gli articoli più “simpatici” il n. 10 nel quale si fa riferimento al principio della buona fede del contribuente, che consente a quest’ultimo di non essere oggetto di sanzioni e interessi nel momento in cui, accertata appunto la sua buona fede, paga l’imposta evasa e promette “di non farlo più”.
L’argomento stimola l’intervento di Giorgio Bianco che ricorda un contribuente cui il garante ha dato torto. “Non si può far valere il principio della buona fede se si è scorretti nell’adempimento”.
Tra gli interventi finali quello del dottor Ciquera che lamenta troppe accise e quello di Rocco Saltino, past governator dei Lions, che sottolinea come sia migliorato il rapporto tra utenti (ed i loro commercialisti) e gli uffici tributari ed il dialogo sia aperto e costante rispetto al passato.
(Scatti fotografici a cura di Donato Mastromarino che si ringrazia per la collaborazione)