UNA PREGHIERA PER PADRE PIO DE MATTIA
Ogni anno Padre Pio De Mattia, missionario gioiese in terra d’Africa, ovunque fosse, nella calda Bukavu o nella gelida Londra ci ha inviato il suo messaggio di pace e amore.
La sua missione è da sempre sostenere chi è nel bisogno, (http://www.gioianet.it/attualita/844-padre-pio-de-mattia-un-gioiese-in-missione-di-pace.html) soprattutto in quei luoghi abbandonati dal mondo e donare, donare, donare senza riserve!
Un “soldato di Dio”, un Padre spirituale anche di tanti gioiesi, cui ha rivolto accorati appelli alla solidarietà, spingendoli a organizzare eventi ((http://www.gioianet.it/attualita/3463-sos-burkina-faso–leo-club-aiutateci-ad-aiutare.html) per raccogliere fondi e informare sulle vicende del Congo, sulla sua scuola di Bukavu, sui ragazzi senza tetto e senza famiglia adottati dalla comunità religiosa, instancabile nel renderci partecipi di realtà lontane ma non così tanto, nel costruire – mattone su mattone, adoperando ogni mezzo solidale a disposizione – il futuro dei giovani nel Congo.
Puntuali i suoi resoconti per raccontarci la situazione politica di un paese senza pace attraverso una cronaca agile, (http://www.gioianet.it/attualita/2153-accorata-lettera-di-padre-pio-sulla-situazione-del-bukavu.html) eppur densa di pathos, sempre e comunque presente, anche quando problemi di salute lo relegavano altrove.
Da qualche tempo – è vero – la salute è venuta meno, durissime sono state le prove cui la sua fede è stata sottoposta. Non è facile per un “soldato” in missione accettare l’inabilità, bloccato in un letto pur avendo il cuore già in volo verso il Congo, consapevole di poter ancora fare e dare tanto e obbligato a concentrare ogni energia nella preghiera, non che già non avvenisse, ma con ancora maggiore impegno e forse un velo di frustrazione per non poter “agire” anche fisicamente, e questo senza scalfire lo spirito di condivisione ed il messaggio evangelico che lo accompagna.
Questo quanto pervenuto da Padre Pio De Mattia e che la redazione desidera condividere con tutti i lettori, insieme all’augurio di un Buon Natale e per Padre Pio di pronta guarigione.
Il mondo ha bisogno di uomini come lui! Ti vogliamo bene, Padre Pio!
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“Questa volta gli auguri natalizi arrivano non dal Congo o da Londra, come ultimamente, ma da Villa Margherita, un centro privato di riabilitazione alla periferia di Benevento. Ogni luogo, sia in Africa che in Europa, può diventare un centro di irradiazione della Lieta Novella: Dio è con noi e per noi, e desidera unicamente guidarci verso la vita e la salvezza.
Ma ecco come sono arrivato a Villa Margherita. In maggio-giugno ho fatto i consueti controlli medici relativi al mio essere mono-rene. In seguito, dopo vari controlli e cure della mia flebite, si è imposta l’urgenza dell’estrazione della vena safena della gamba sinistra. L’intervento è avvenuto al Caldarelli di Napoli il 10 ottobre, e non mi ha impedito di partecipare a Roma alla canonizzazione del nostro Fondatore, il 23 ottobre. Ma alla fine del periodo di convalescenza, quando già pensavo di organizzarmi per ripartire in missione, ecco che per due giorni ho sentito degli strani dolori al petto. Il 4 novembre sono andato dai miei amici dottori al Fatebenefratelli di Benevento, i quali hanno capito subito che si trattava di un infarto; sicché mi hanno portato di corsa nell’unità di terapia intensiva per far abbassare il livello degli enzimi. Poiché là non c’è il reparto di cardiochirurgia, il 14 novembre un’ambulanza mi ha trasportato alla clinica Montevergine di Mercogliano (Avellino), rinomata per la cardiochirurgia. Quattro giorni dopo, il 18 novembre, sono stato operato: mi hanno fatto tre bei by-pass, che hanno ringiovanito il mio cuore. Dopo una settimana di terapia intensiva, venerdì 25 novembre sono stato condotto in questa maestosa Villa Margherita, e fin dal giorno seguente ho iniziato a fare fisioterapia. Trascorrerò qui tutto l’Avvento, e forse anche le feste natalizie, a seconda della valutazione dei dottori. Questo periodo di ripresa mi consente di fare, con la mia preghiera e con la benedizione, il giro di tutti i miei amici, fiducioso anche nella loro preghiera per me in funzione di un rilancio nell’Africa, al momento opportuno. Comunque, stando alla parola del Vangelo, io sono un servo inutile del Signore, al quale lascio di disporre della mia vita. Infatti, la missione è fatta sia di ANDARE A FARE sia di SOSTARE PER OFFRIRSI, come fece Cristo in croce.
Ed ora rinnovo gli auguri di serene feste natalizie sia a nome mio che dei tantissimi ragazzi di strada di Bukavu”.