INCONTRI IN PRO LOCO TRA CAMBIAMENTI CLIMATICI E ARTE
Tra gli incontri proposti dalla Pro Loco di Gioia e dal vice presidente Gianfranco Amatulli – assente “giustificata” per maternità la presidente Vittoria Procino, da poco più di un mese mamma di Matilde – dominano le tematiche ambientali e sacrali.
CAMBIAMENTI CLIMATICI: TRA UNA GENERAZIONE LA PUGLIA COME LA TUNISIA
Il 26 novembre nella sede dell’associazione Giuseppe Amatulli – dottore in Scienze Forestali e ricercatore da anni impegnato in progetti nei vari paesi europei ed attualmente in Inghilterra, esperto nella valutazione del rischio di incendi boschivi sulla base di parametri umani e biofisici – ha conversato sui cambiamenti climatici, presentando slide a supporto delle sue ricerche.
“L’aumento della temperatura influenza la distribuzione delle specie forestali ed agricole – afferma Amatulli – alcuni governi lungimiranti hanno investito risorse nella ricerca, dando vita ad un gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici, un organismo scientifico incaricato di valutare il rischio del cambiamento climatico causato dalle attività umane e le inevitabili mutazioni demografiche, sociali, economiche, tecnologiche e ambientali.”
Tra le principali cause, l’alto tasso di crescita della popolazione, il consumo di energia, l’inaridimento dei suoli e tecnologie sempre meno rispettose della natura.
“Tra cinquant’anni la situazione climatica della Puglia sarà simile a quella della Tunisia, già assistiamo ad un anticipo di due, tre settimane nella raccolta dei prodotti agricoli, in particolare quella dell’uva. Anche il fabbisogno idrico è diminuito, per questo occorre pianificare sia dal punto di vista agricolo che turistico una politica produttiva ed economica al passo con tali cambiamenti. Ad esempio nel nord Europa, in Veneto e in Trentino – afferma il ricercatore – si stanno sperimentando nuove colture in vista dell’aumento della temperatura, così come si sta investendo nel Baltico per il settore turistico. La mitizzazione del clima implica un adattamento, nella natura questo si verifica da sempre, solo che oggi tutto è accelerato dall’eccessiva produzione di CO2 e dall’inquinamento. Per questo sono necessarie sanzioni severe e azioni politiche internazionali meno miopi. Anche un piccolo comune può e deve dare il suo contributo, magari costruendo piste ciclabili per invogliare ad usare di meno l’auto”.
PINO DENTICO PROPONE “E D’IMPROVVISO TUTTE LE COSE FURONO RESPINTE AL LORO CORSO
Il 21 dicembre il tradizionale scambio degli auguri è stato preceduto da un incontro dedicato a riflessioni sulla natività scelte da Pino Dentico, accompagnate dal violino di Sandra Donvito su brani di Rossi e Martelli e Morricone.
Alla lettura dei vangeli apocrifi, nello specifico del protovangelo di Giacomo e dei vangeli arabi dell’infanzia, l’attore e scenografo Marco Addati, preparato dal segretario Augusto Angelillo.
Ad introdurre l’argomento, creando una atmosfera di attesa, Gianfranco Amatulli il quale ha “svelato” nel senso letterale del termine, una splendida icona dell’800 raffigurante la natività, proveniente dalla Moldavia, prestata per l’occasione da un collezionista privato.
Una disamina esaustiva sulla storia delle icone a partire dall’etimologia del termine con rimandi al greco classico “εἰκών -όνος“, e al suo infinito perfetto traducibile in “esser simile”, “apparire”, pone al centro dell’attenzione la mirabile fattura dell’opera su cui si intravedono segni di restauro.
L’icona è una raffigurazione sacra in auge nel 5° secolo, dipinta su tavole di legno di tiglio, larice o abete su cui veniva effettuato uno scavo definito “scrigno” o “arca” per creare un effetto “cornice”. La superficie trattata con colla di coniglio e gesso veniva poi levigata con pelle di pesce o carta vetrata, quindi si poggiava la foglia oro, si tratteggiava il disegno, si dipingevano soggetti e paesaggi con pigmenti naturali, vegetali (terre, ocre) o minerali (metalli, lapislazzuli) finemente polverizzati ed amalgamati con tuorlo d’uovo, acqua ed aceto. Estrema la cura riservata ai chiaroscuri per donare profondità e tridimensionalità all’opera ed infine la finitura: uno strato di olio di oliva o lino, portato ad ebollizione fino a 280°, 285° gradi, cui venivano aggiunte polveri essiccanti e aceto di cobalto. Il miscuglio veniva quindi lasciato al sole per quaranta giorni in un recipiente di vetro ed infine steso sull’icona
Con l’avvento dell’iconoclastia nell’8° secolo, molte opere furono distrutte.
Amatulli presenta la violinista Sandra Donvito e Marco Addati, quindi si eclissa passando la parola a Pino Dentico.
Nel titolo dell’incontro: “E d’improvviso tutte le cose furono respinte nel loro corso”, tratto dal protovangelo di Giacomo in riferimento ad una visione di San Giuseppe, una prima chiave di lettura.
Attraverso un breve excursus su canoni letterari e processi “dogmatici” che si sostituiscono ai processi storici, si esplorano altri avvincenti contesti. Scritture apocrife che in alcuni casi si rivelano “best seller” grondanti mistero e poesia, con una agile e avvincente narrazione esplorano il tempo ed i luoghi offrendo lo spaccato di una umanità – nella sua accezione divina – ben diversa e a tratti verosimile rispetto di quanto riportato nei vangeli sinottici.
Suggestive le atmosfere evocate dalla voce suadente di Marco Addati e dalla lettura di brani non scelti a caso, ma “pensati” per stimolare – a loro volta – riflessioni profonde su Gesù e su inediti miracoli, esaltati dalle singole note “rubate” ad arte sulle corde del violino, lanciato a fine lettura in vorticati esecuzioni di forte impatto emotivo, coniugate alla perfezione con l’eco delle parole che ancora aleggia e riverbera tra le mura.
La Madonna, “ispezionata” dalla levatrice chiamata da Giuseppe nella grotta “pervasa da una grande luce prodotta da una nube luminosa” risulterà illibata e terrà tra le braccia un roseo Gesù Bambino.
Ed ancora, tratto dall’apocrifo “Vangelo arabo dell’infanzia” il miracolo della palma che si inchina per dissetare Maria, in viaggio verso l’Egitto e poi ritorna al suo posto e quello dell’acqua raccolta dal Santo Bimbo nel mantello, dopo che l’anfora si è rotta.
Nel Vangelo dell’infanzia di Tommaso il racconto dei dodici passerotti di fango che di sabato Egli forgia e a cui dà vita lasciandoli volare ed ancora le figurine di animali di argilla cui viene riservato uguale destino, che valsero al Messia la fama di stregone bambino, tanto da spingere i genitori dei suoi compagni di gioco a imporre loro di stargli lontano.
Infine il maestro Zaccheo cerca di spiegar ad un apparentemente ignavo, divino Infante le prime due lettere dell’alfabeto ebraico: alef e beit, per poi scoprire con stupore di essere al cospetto del “maestro dei maestri” che tutto sa.
L’incontro si chiude con un gustosissimo buffet a base di piatti natalizi molto apprezzato dai presenti.
(Scatti fotografici a cura della redazione di GioiaNet)