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ENZO CUSCITO ROMPE IL SILENZIO, E NE HA PER TUTTI

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Di seguito pubblichiamo la prima di una serie di interviste preparate da Donato Stoppini, in questo caso rilasciata a GioiaNet dall’Ex Segretario del PD locale Enzo Cuscito, che ringraziamo per la disponibilità e per aver accettato la sfida. Ci auguriamo che altri abbiano il coraggio di seguire il suo esempio. Come sempre, auguriamo una buona lettura a tutti.

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enzo cuscito comizio3Enzo, il Direttivo del PD ha informato la città delle tue dimissioni sostenendo che erano state determinate da sopravvenuti problemi e impegni personali, a cui in tanti non hanno creduto. A distanza di alcuni mesi, puoi finalmente chiarire da chi e da cosa sono state realmente determinate le tue dimissioni?
Il comunicato del Pd non sbagliava quando parlava di nuovi impegni personali sopraggiunti. Tuttavia alla base del disagio vi era anche una profonda demotivazione umana e politica a guidare il partito. L’entusiasmo era piano, piano stato sepolto dalle innumerevoli divergenze interne che erano maturante e che stavano intaccando quella serenità senza la quale essere guida di un partito, diventava pressoché impossibile. In modo particolare mi si chiedeva di fare sintesi tra diverse visioni in merito al rinnovamento interno del partito e alle alleanze che bisognava costruire. Parlo in particolare del gruppo consiliare, con il quale il rapporto di stima e di fiducia era ormai ai minimi termini, anche sotto l’aspetto umano. Mi si chiedeva di fare sintesi e, in fondo, di tollerare ancora i “portatori di voti”. Ma poiché per me quei portatori di voti erano anche detentori di interessi, in coscienza non ravvisavo nessuna possibilità di sintesi. Inoltre, in modo particolare il gruppo consiliare e quanti sostenevano la loro tesi, chiedevano a gran voce il dialogo con i cosiddetti “moderati” (alias Povia), mirando a ingolfare e a far morire lentamente quel nucleo di coalizione iniziale che stavamo costruendo con SeL, IdV e Federazione della Sinistra. Non essendo l’uomo della mediazione e della sintesi appunto, ho ritenuto giusto, per rispetto della mia coscienza e dell’unità del partito, farmi da parte.

enzo-cuscito-elezione-ppFin dall’inizio della tua breve reggenza alla guida della Segreteria avevi auspicato ed inseguito il sogno di portare all’interno del PD un reale cambiamento, soprattutto etico. Stante il risultato finale, cosa non ha funzionato?
Il risultato finale è ancora tutto da vedere. Ma devo ammettere che è difficile “cambiare”, almeno qui da noi, una cultura politica fondata sugli interessi piuttosto che sul bene comune. L’importante è arrivare. L’importante è risolvere i propri problemi, il resto non serve. E pur di arrivare si è disposti a tutto. La filosofia che “i voti non puzzano” e che importante è averceli senza domandarsi come si raccolgono, è tarda a morire.

Ti senti più deluso o appagato per l’impegno che hai profuso a piene mani nel far recuperare al PD il terreno perduto dopo la sconfitta alle scorse elezioni comunali?
Ne l’uno ne l’altro. Certo, potevo dare molto di più. Sarei dovuto essere più forte e deciso. Avrei dovuto centellinenzo-cuscito-segr.-PDare la fiducia in alcune persone. Nel Vangelo Gesù insegna ad essere “semplici come le colombe ed astuti come le serpi”. Ecco, mi è mancata l’astuzia.

In questo periodo, in ambito politico, va di moda il termine “traditore/i”, anche tu ritieni essere stato tradito? Da chi?
Sì. Ma non da chi sta in politica. Mi sento tradito da chi rimane alla finestra aspettando che il cambiamento lo forgino gli altri. Così si evitano le scottature, le difficoltà e le salite. Si attende il vento nuovo per aprire le vele e ci si dimentica che quel vento nuovo può essere solo il frutto di uomini nuovi. Se ci si dimentica che la responsabilità della malpolitica è in chi si disinteressa di politica, in chi omette il proprio impegno, allora si è anche incoerenti e puerili quando si grida all’ingordigia e alla degenerazione degli attuali politici.

Oggi sembrerebbe che il nuovo Direttivo viaggi con il freno a mano tirato, che non sappia che direzione prendere, se viaggiare con o lontano da Sergio Povia. Tu cosa ne pensi e cosa avresti fatto?
Il freno a mano tirato è la strategia mirata di quanti vogliono il Pd nell’angolo, pronto ad accodarsi con chi vuole che nulla cambi nella macchina del governo della Città. Sono gli stessi a cui accennavo prima. Ma confido molto in quanti continuano a battersi all’interno affinché il partito si distingua e si liberi dai condizionamenti di chi da anni fa politica solo per tutelare interessi di parte o il proprio affermato status sociale.

povia-ludovicoLa prematura candidatura di Sergio Povia a sindaco con il gruppo dei “moderati”, può condizionare le scelte del PD? E il PD, nonostante la sua fuoriuscita dal partito, può ancora essere Povia dipendente?
Il problema non è solo Povia. Alla base c’è un grumo di potere, di personaggi politici che hanno delineato il declino del centrosinistra a Gioia negli ultimi dieci anni. Un declino determinato dal sempre maggior influsso dei professionisti nelle logiche e nel disegno degli assetti programmatici del governo della Città. E’ andata aumentando sempre più la presenza di ingegneri e geometri nell’agone politico e nel Consiglio Comunale. E questo, purtroppo, a scapito della qualità della Politica stessa e della trasparenza nella sua gestione. Torno alla domanda: Povia sarà forte sino a quando l’ambiguità di alcune persone, come ad esempio l’Ing. Vito Ludovico, l’eterno attendista, non scaturirà in scelte franche e decise. Ma poiché stare alla finestra e attendere che si manifesti il più forte è scelta comoda e opportunistica….si continuerà a frenare quanti nel partito invocano chiarezza e novità.
A tal proposito vorrei fare un esempio. Una congrega di solo otto uomini, pochi giorni fa, durante una conferenza stampa di presentazione del primo candidato sindaco, si permette anche di esprimere giudizi su una possibile candidata sindaco donna del Pd. Parlano di aprire alle donne in politica e poi ci si esprime rozzamente su una figura femminile che, piera-de-giorgi2conoscendola, potrebbe dar loro benissimo lezione di professionalità, eleganza ed etica politica. Povia sostanzia il suo giudizio paragonando la stessa alla Minetti e alla Brambilla per poi sottolineare la sua scarsa preparazione politica, visti soli due anni in una segreteria di partito. Il riferimento è, per chi non l’avesse capito, alla Prof.ssa Piera De Giorgi, componente della segreteria del Pd gioiese. Il tutto condito dal placet di Vito Ludovico, ex capogruppo del PD che, in un’intervista recente, condivide l’espressione del suo odiato-amato Povia. Ebbene, l’unica risposta da dare a questi cosiddetti politici è invitarli a tacere per dignità loro. Se la Prof.ssa De Giorgi è inadatta a fare il Sindaco di questa Città, loro allora dovrebbero essere interdetti dalla politica sino all’acquisizione di un attestato sul “buon senso”, sulla “buona educazione” e sulla “decenza”. La Città, invece, trarrebbe da un Sindaco come la De Giorgi sollievo dalla decadenza culturale e umana della politica degli ultimi anni ed in più una persona qualificata, rigorosa e competente.

consiglio-comunale-discussiLa città continua a subire gli influssi negativi delle lobby degli affari, a cui anche la politica locale non è immune, c’è modo di contrastare questo fenomeno? E’ troppo tardi o c’è qualcuno che non vuole?
Questa logica la si contrasta con il coraggio ed un senso civico maturo. Il primo responsabile è il cittadino. Come vota i suoi Consiglieri Comunali? Guarda le qualità politiche, umane, etiche o il favore che quel politico può garantire anche a scapito della legalità o del bene altrui? Il problema è culturale. Da credente dico: l’origine di tutto è nel cuore dell’uomo. Se prevarrà ancora l’egoismo e la miopia dell’elettore, che sceglie in base all’interesse particolare e non comune, allora le lobby degli affari godranno di lunga vita.

nicola-ardillo-povia-ppIn che modo i giovani, le donne o le associazioni, sempre chiamati in causa in campagna elettorale, a cui anche Povia si rivolge, potrebbero cambiare il modo di fare politica, se anche loro sono succubi o figli dei loro padri putativi?
Ampliando i propri orizzonti e non lasciandosi tentare da successi immediati o dalle voci suadenti di chi promette quello sterile “tutto e subito” che è sempre frutto di ingiustizie commesse ad altri. Non lasciarsi traviare da chi profetizza che “l’importante è vincere” e non il “come”. Chi afferma ciò, infatti, lo dice pensando ai propri interessi che altrimenti non riuscirebbe a garantire. Questo ai giovani. A tutti l’appello è a liberarsi dalle catene dell’indifferenza e della disperazione, ma indossare la corazza del coraggio e della speranza. Abbiamo bisogno di “giusti”, di donne e uomini che sappiano opporsi ai compromessi, alla schiavitù dell’egoismo, alle logiche putrefatte dei titolari di quel clientelismo che ha reso degenere e ottusa la nostra società.

mimmo castellanetaCon la presenza di un ulteriore Centro, allargato all’IDV, sorto in contrapposizione ai Moderati di Povia, tolto il Pdl e la lista civica Longo, cosa rimane al PD con cui allearsi? La sinistra con cui non hai mai trovato un punto di incontro o accetterà le lusinghe dei moderati?
Sinceramente riesco a districarmi a fatica in questo scenario quasi kafkiano. Leggo molta confusione tra le righe di questa fase pre-elettorale. Capisco che per molti non esiste più destra o sinistra, centro o non centro, ma tutto questo aumenta il volume di una politica caotica e smarrita. Non me la sento di dare consigli al mio partito. Non lo ritengo giusto. Nel Pd gioiese ci sono ottime personalità politiche, con grandi qualità umane e professionali, soprattutto donne. Per questo confido che alla fine si riuscirà a prendere la strada giusta.

enzo cuscito lavarra2Dopo questa esperienza, il tuo impegno politico-sociale futuro è dentro o fuori della politica?
La politica è il primo dovere di un uomo. “La più alta forma di carità” insegnava Paolo VI. Perché la politica traccia, disegna e colora il presente ed il futuro del nostro vivere insieme. Ho cominciato a far politica durante gli studi teologici, perché mi è stato insegnato che amare il mondo, amare l’uomo, è anche un agire politico. Perché solo politicamente posso combattere la povertà, l’ignoranza, le guerre, le malattie e tutte quelle strutture ingiuste che strozzano la nostra umanità. Per questo non potrei mai, da cristiano, disincarnarmi dall’impegno politico.

 

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