CLAUDIO DE LEONARDIS: “NON C’E PEGGIOR SORDO DI….”
Pubblichiamo la seconda intervista, curata da Donato Stoppini, rilasciata alla Redazione di GioiaNet da Claudio De Leonardis (Consigliere Provinciale per la Puglia Prima di Tutto), che ringraziamo per aver accettato, il quale non si è sottratto alla richiesta di un confronto politico sereno e libero da preconcetti di cui certamente beneficeranno tutti i cittadini elettori, anche quelli ancora indecisi. Buona lettura a tutti.
——————————————
Qualche settimana fa c’è stata la “convention” dei moderati, senza però la presenza del tuo partito che inizialmente era data per scontata. Come mai? Un ripensamento dell’ultimo minuto?
Semplicemente non c’è stata condivisione del percorso da scegliere per creare una coalizione che non si candidasse solo a vincere le elezioni ma che, invece, fosse in grado di ben governare avendo uno sguardo rivolto nella stessa direzione. Per questo abbiamo cercato di sfuggire alla logica dei personalismi provando ad impostare un dialogo che vedesse prima la condivisione di idee e progetti per poi individuare, attraverso un momento il più aperto possibile, chi dovesse esserne il garante. Così non è stato.
La candidatura a sindaco di Sergio Povia, già decisa a tavolino mesi or sono, ti soddisfa o ti preoccupa?
Che fosse stata decisa a tavolino ma soprattutto condivisa da tutte le forze politiche che si preparavano a dar vita ad un nuovo soggetto politico non mi risulta o, almeno, non ci ha visto partecipi. Mi preoccupa, invece, nella maniera in cui non mi soddisfa il percorso che ha portato a questa individuazione. Non parlo, infatti, di Povia al passato, parlo al presente e non per descriverne l’uomo ma l’impostazione che lo ha portato a ricandidarsi a Sindaco del nostro Comune.
Ciò che non abbiamo condiviso è stata ancora una volta la riproposizione di una politica che oggi è anacronistica e fuori dalla realtà. Ad una società sempre più aperta e messa in relazione non può più corrispondere una politica chiusa nelle segreterie di partito, negli accordi frutto della contrattazione, nelle solite procedure imbalsamate.
La pensavamo così quattro anni fa e continuiamo a pensarlo tutt’ora. La politica dovrebbe riuscire a slegarsi tanto dalla chiusura a volte insensata delle segreterie politiche quanto dai “cosiddetti” ben pensanti che si ergono a censori civici.
Con Sergio Povia candidato, non ti sembra che la politica locale, nonostante la nascita di nuove sigle, stia vivendo una sorta di involuzione, di un inspiegabile, ai più, ritorno al passato?
Sono d’accordo con te! Sono convinto che il ritorno al passato non sia dato dagli uomini che si ripropongono quanto dai metodi con i quali cercano di affermarsi. Povia, a mio modo di vedere, non rappresenta il passato in quanto amministratore, rappresenta però una involuzione nella misura stessa con cui adotta vecchi schemi della politica. Ormai obsoleti.
Non è la persona ad essere superata ma è il modello politico che cerca di proporre che risulta, credo, anacronistico. Abbiamo tentato in tutti i modi di spiegare questa nostra posizione, ma ahimè, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Il tuo partito a livello nazionale è sempre stato nel centro destra, come mai qui a Gioia del Colle continua a tentennare? C’entrano i dissapori con Longo o le mai sopite diaspore tra tuo padre e Sergio Povia?
Credo che la geografia politica non sia disegnata solo dalle sigle dei partiti ma soprattutto dai rapporti umani che tracciano confini spesso aperti altre volte, però, chiusi.
Il linguaggio parlato e le azioni poste in essere dall’ex Sindaco del centrodestra gioiese è stato, in tutti questi anni, colpevolmente di netta chiusura sia a livello comunale che a livello provinciale nei nostri confronti. Questa situazione è poi esplosa nei fatti che tutti conosciamo, che certamente non hanno premiato Longo.
Il famoso patto sottoscritto dal tuo partito con la città, è stato condiviso da altre forze politiche? Quali?
Abbiamo trovato la disponibilità di alcune forze politiche con le quali stiamo dialogando ma per noi quel patto rappresenta non solo un programma di intenti ed impegni ma soprattutto, in questa fase, l’intenzione di spostare il ragionamento non sulle persone ma sulle idee nella convinzione di voler costruire non una coalizione che vinca le elezioni ma una che ben governi avendo una comunione di intenti dettata proprio da un programma condiviso. Del resto, se leggiamo le dichiarazioni di alcuni esponenti politici locali, anche loro tracciano lo stesso percorso. Speriamo che chi non ha voluto, fino ad ora, fare questo percorso ci ripensi.
La fuoriuscita di Enzo Cuscito dall’agone politico è da considerare un bene o un’occasione persa dalla politica di rinnovarsi soprattutto eticamente?
Più che altro dimostra come, spesso, i propositi di rinnovare le solite e vecchie procedure della politica rimangono solo parole senza tradursi in fatti. Si tratta però di fatti interni ad un partito che non mi permetto di giudicare non conoscendone bene le dinamiche. Posso solo dire che mi dispiace per ciò che è accaduto ad Enzo Cuscito, ritenendola persona per bene, e per questo spero che ci ripensi. È sempre una sconfitta della politica vedere qualcuno che abbandona l’impegno politico quando animato da spirito di servizio e non con secondi fini.
“La Puglia prima di tutto” sembrerebbe abbia rinunciato a presentare un proprio candidato sindaco, in cambio di cosa e a favore di chi?
Siamo coerenti con le nostre idee. Prima dobbiamo parlare di programma e poi di candidature. Se non facciamo il primo punto non possiamo parlare del secondo.
Anche in questa tornata elettorale si prevedono 3 o più candidati sindaci, segno di democrazia, di sfaldamento del “credo” politico o della presenza dei soliti interessi di parte?
Non so dire quanti candidati sindaci ci potranno essere, credo comunque che sia segno di democrazia ma anche di vitalità politica. Se sono interessi di parte non spetta a me dirlo ma credo che oggi più che mai questi interessi difficilmente riusciranno a ritagliarsi un consenso tale da poter essere legittimati.
La tua, la nostra città, continua a chiedere una maggiore attenzione alla soluzione dei problemi reali, in che modo ritieni si possa e si debba intervenire per farvi fronte?
La situazione economica generale che peraltro trova corrispondenza anche a livello locale ci dice come sia necessario concentrare gli sforzi su interventi magari meno eclatanti ma sicuramente ordinari e di interesse generale. Inseguire opere faraoniche, con fondi pubblici, risulterebbe quanto mai inopportuno non solo in tempi di crisi così stringente, ma soprattutto se rimangono irrisolti tutti quei problemi che toccano il vivere quotidiano di un numero di cittadini sempre maggiore. Come sempre è una questione di priorità.
In questa tua esperienza politica quanto ha pesato e pesa la presenza e l’esperienza del tuo papà Pasquale? Farete mai pace con il PD?
La ricchezza di esperienza è certamente un patrimonio che arricchisce il mio impegno ma non si tratta né di una presenza ingombrante né vincolante. Per quanto riguarda i rapporti con il PD credo che sia sbagliato ragionare in politica con i preconcetti e con la convinzione che tutto rimanga immodificabile, sono convinto che i rapporti politici si cementano con il rispetto e la comunione di vedute e questo può avvenire sempre e comunque. Inoltre sono convinto che, in politica, chi ha preconcetti e ragiona con uno spirito di chiusura, rifiutando spesso il dialogo prima ancora di incontrarsi è destinato a fallire ancor prima di iniziare.