GIUSEPPE GOFFREDO: “LA GUERRA, FENOMENO CULTURALE”
Giovedì 15 marzo presso la “Librellula”, il poeta e saggista, Giuseppe Goffredo ha incontrato i lettori per presentare il suo libro “I dolori della pace. Scontro crisi di civiltà nel mediterraneo” (Poiesis 2009). L’evento è stato organizzato dal Presidio del libro di Gioia del Colle.
A introdurre lo scrittore, Orietta Limitone, responsabile del Presidio del libro, che ha sostegno della tesi sulla pace enunciata nel libro di Goffredo, ha voluto leggere ai presenti, la lettera del giornalista Tiziano Terzani indirizzata a Oriana Fallaci, dopo le invettive della scrittrice, contro l’Islam in seguito all’attentato alle torri gemelle 11/09/2001. […Quel che ci sta succedendo è nuovo. Il mondo ci sta cambiando attorno. Cambiamo allora il nostro modo di pensare, il nostro modo di stare al mondo. ..non arrendiamoci alla inevitabilità di nulla, tanto meno all’inevitabilità’ della guerra come strumento di giustizia o semplicemente di vendetta”].
A proseguire la presentazione è la professoressa, Irene Martino, che nella sua lettura critica del libro si è soffermata sul fatto che, dopo l’attacco alle torri gemelle, è cambiata la politica mondiale, in quanto si è ricomposto un sistema dualistico, che vede da un lato l’Oriente come mondo da sottomettere e dominare, e dall’altro l’Occidente simbolo di modernità e progresso.
Nel libro di Goffredo, vi è una riflessione sulla politica americana dopo l’11 settembre, che ha sempre cercato di imporre la propria presenza nel Medio Oriente per difendere l’Occidente dal “Mostro Islam”. Per lo scrittore è necessario promuovere il dialogo fra le culture e la pace è un progetto politico che deve essere attuato per portare il mondo fuori dalla crisi di civiltà.
Se questi sono i presupposti cosa impedisce all’uomo di pensare che la pace non sia possibile?
La guerra sembra un fatto naturale, per cui l’uomo è lupo per altri uomini, sosteneva il filosofo Hobbes, ma in realtà la natura porta l’uomo a conservare la specie, non a distruggerla, in natura non s’impone il più forte, ma sopravvivono anche le specie più deboli se c’è coesione. Per questo la pace è indispensabile.
Per il poeta la guerra è un fenomeno culturale, da sempre si è diffusa negli uomini l’idea di incitare alla guerra, pensiamo ai futuristi che la consideravano “la sola igiene del mondo!”. È dal passato che nasce l’idea che la pace è noia e che, quindi, non sia possibile.
Goffredo, conclude il suo intervento con un ideale nobile, ma alquanto utopistico: “Perché al centro della politica non mettiamo la poesia?”
La poesia rappresenta il sentire, l’essenza dell’esistenza, avvicina gli uomini gli uni agli altri e li fa incontrare.