ENZO CUSCITO: “PIÚ DIGNITÁ E SOLIDARIETÁ PER TUTTI”-foto
Continua la rassegna delle presentazioni delle coalizioni e dei candati sindaco alle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio Comunale. Ieri 4 aprile è stato il giorno di Enzo Cuscito, candidato sindaco della coalizione “Per il bene comune”. Diciamolo subito, senza tema di smentita, che è stata una presentazione atipica.
Sfidando il rischio di incorrere in una serata fredda, piovosa e con vento forte, la coalizione ha deciso di presentarsi alla cittadinanza all’aperto, in Piazza Luca D’andrano. Ancora più atipica la presenza del pubblico che è stato coinvolto, durante gli interventi dei rappresentanti delle quattro liste di centrosinistra (Antonio Grandieri per Sinistra Ecologia e Libertà, Mimmo Castellaneta per l’IDV, Vito Falcone per la Federazione della sinistra, Vito Angelillo per Solidarietà e Partecipazione), nella costruzione di un muro fatto di tufi (naturalmente di polistirolo, ndr). Ed ancora atipica la sequenza di “comizi” dei segretari di partito e della lista civica di appoggio ad Enzo Cuscito.
Un Franco Gisotti in veste non di commentatore abituale delle discussioni di Gioianet ma di intervistatore nei modi del primo Maurizio Costanzo di Bontà Loro (il primo talk in bianco e nero della televisione, ndr), ha intervistato seduto su un seggiolino in equilibrio precario i quattro rappresentanti seduti nel bel mezzo di un cantiere edile, anch’esso precario e, mentre l’intervista andava avanti i candidati consiglieri comunali delle quattro liste ed anche cittadini presenti, sono stati invitati ha prelevare ognuno un tufo e posarlo sugli altri del muro in costruzione alle spalle degli intervistati.
Su tutta la presentazione aleggiava comunque un forte simbolismo che oltre ad essere colto dal pubblico presente è stato anche illustrato compiutamente nell’ultimo intervento dell’architetto Vito Angelillo (Solidarietà e Partecipazione) che in una vera e propria lezione di storia dell’arte ma anche con citazioni dotte della politica della civitas d’altri tempi (Machiavelli, Medici) e citazioni financo bibliche ha piacevolmente catturato l’attenzione del pubblico sui temi abbracciati dalla coalizione “Per il bene comune”: trasparenza (la manifestazione si è svolta all’aperto e per tutti anche per aprirsi alla partecipazione di tutti), provvedimenti amministrativi che ridiano serenità e dignità ai molti che con il loro lavoro producono la ricchezza dei pochi, Servizi alla persona in senso lato, dall’anziano al fanciullo, dal diversamente abile al cittadino che paga le tasse per ottenerli.
Ed è così che è stato svelato il perchè della nascita di muri, anche qui a Gioia (chiamiamoli anche palazzi e brutture varie che ci sottraggono territorio che ci appartiene). Abilmente e teatralmente coadiuvato da Gisotti ha dato vita a scenette umoristiche piacevoli che sono terminate poi, con altro gesto simbolico, nel far crollare il muro incombente sui quattro segretari che tutti insieme hanno contribuito all’abbattimento.
Caduto il muro, di forte impatto emotivo, Gisotti ha finalmente introdotto nel cantiere il candidato sindaco Enzo Cuscito.
Le domande, dichiaratamente e palesemente preparate e concordate sia con gli intervistati precedenti che con il candidato sindaco, hanno dato la possibilità a tutti di esporre le proprie ragioni dello stare insieme – per il bene comune – a contrastare, tentare di contrastare, la roboante macchina da guerra messa in campo dal centrodestra tutto a cui si è aggiunto e aggregato anche il PD gioiese.
Il messaggio finale che si è voluto lanciare è proprio questo, con una statua del David di Michelangelo ad altezza d’uomo che stava lì a ricordare a tutti che la battaglia è impari contro Golia ma non necessariamente persa come insegna la Bibbia. Dopotutto tutta la serata era ambientata in un cantiere, che simboleggia il progetto della coalizione di costruire una cittadinanza più trasparente, non corrotta e pasticciona e rispettosa del proprio territorio e di chi ci vive. In difesa dei tanti contro i privilegi dei pochi.
La presentazione della coalizione è terminata con un appassionato intervento teatrale di Vito Osvaldo anch’egli candidato consigliere per SEL come Kecco Recchia che lo accompagnava in un blues accattivante mentre declamava il discorso sulla democrazia ateniese di Pericle (450 a.c.) di cui alleghiamo i testi veramente coinvolgenti.
La serata si è conclusa con una serie di canzoni sulla libertà del repertorio di Giorgio Gaber suonate e cantate da Kecco Recchia che ha trattenuto, fino al ritorno del vento in piazza, il folto pubblico presente.
(scatti fotografici a cura di Maria Castellaneta)
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Noi facciamo così
- Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Noi facciamo così.
- Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza. Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Noi facciamo così.
- La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo. Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo. Un cittadino non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Noi facciamo così.
- Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa. E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
Noi facciamo così.
- Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, tutti qui siamo in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia. Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore. Dunque io proclamo che ogni cittadino cresca sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Noi facciamo così.