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SALOTTO LETTERARIO: MODIANO SGOBBA A SPAZIO UNOTRE

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Nonostante il calendario degli martino sgobba2-520BISeventi del Salotto Letterario si sia posto di affrontare una lista già ben definita in partenza di autori ed opere, il previsto appuntamento con “Dora Bruder” di Patrick Modiano è stato eccezionalmente preceduto da un’altra differente pubblicazione. Si è voluto infatti dar precedenza a “Il Mare è Soltanto Acqua”, un libro di racconti di Martino Sgobba, classe 1957, filosofo questi e narratore, nonché dirigente scolastico del liceo di Putignano ed unico, finora, autore presente in carne ed ossa alle dissertazioni letterarie del Salotto.

salotto letterario1 piera de giorgiPartendo dalla definizione dei protagonisti delle storie come “personaggi non riconosciuti dalla felicità”, Giacomo Leronni, ideatore dell’iniziativa, ha affidato la disamina dell’opera a tre dei suoi abituali collaboratori: Sergio D’Onghia e Piera de Giorgi, insegnanti, e Vito Osvaldo Angelillo, regista e drammaturgo.

Accostando il libro, ed in particolare il racconto che apre e dà il titolo alla raccolta, ad un altro libro quale “Un popolo di Formiche” di Tommaso Fiore, e inerpicandosi con riferimenti incrociati fino a menzionare B. Squarotti, Sergio D’Onghia parla dei nove racconti di Sgobba come di un condensato, un distillato nel quale la poesia ed il racconto si intrecciano in metonimie, assonanze, catacresi, sinestesie e scorrono lungo la dorsale adriatica dell’Italia. L’salotto letterario1 panoramicaelemento dell’acqua è sempre presente così come lo è il treno e la stazione; D’Onghia reciterà, a conclusione del proprio intervento, i versi della canzone “I Treni a Vapore”, di Ivano Fossati.

Piera de Giorgi scruterà nel piccolo e meno citato racconto “Gli occhi dell’Adda” trovando, in quell’angolo di libro, lo specchio stesso dell’Autore e del personaggio da lui creato che si slarga e si confonde con la natura del fiume; Sgobba se ne sorprende piacevolmente perché, ordinariamente, quel piccolo racconto viene ignorato dai più, mentre invece è proprio quello a cui egli stesso è maggiormente affezionato.salotto letterario1 osvaldo

Vito Osvaldo Angelillo, che appare meno caustico del solito, si sofferma sul ritmo della narrazione, in cui il tempo si muove a diversa andatura con i diversi personaggi quasi fosse una ruota non circolare, ma oblunga come una palla da rugby. Il tempo, come lo spazio, come lo stesso ego dei piccoli personaggi, si dipana a sobbalzi dentro un limite angusto, un piccolo universo circoscritto e definito, fatto di piccoli pensieri e piccoli slanci. Però l’autore-personaggio nel limite trova anche il limine, che con un piccolo passo, scavalca.

Martino Sgobba sembra gratificato dall’apporto soggettivo del comitato di lettura, e replica a ciascun relatore nell’asciutto stile fenomenologico e husserliano che lo contraddistingue. Nel corso della serata alcuni attori dell’Atrebil Teatro hanno letto brani tratti dal libro in questione; gli interventi al pianoforte elettronico, appropriati ed essenziali, sono stati curati dall’artista Roberto Re David. Introduzione all’Autore a cura di Titti Antonicelli.

Patrick Msalotto letterario1odiano con il suo romanzo “Dora Bruder” tuttavia non dovrà attendere a lungo. A distanza di qualche giorno il comitato di lettura si riunisce nuovamente quasi al completo: ai tre relatori già citati si aggiungono, per il nuovo appuntamento, Irene Martino, insegnante e Cataldo Donvito, bibliotecario. Per tutti, sin dall’inizio, il romanzo appare ossessivo nella pignoleria delle descrizioni, nell’annotazione febbrile di date e luoghi, di cifre e documenti, di nomi e persone, costipati in una ipertrofica scatola di memorie tanto da rendere un geometrico labirinto lo squadrato quartiere parigino di Montmartre dove è ambientata la cerca di Dora Bruder.

Qui i relatori trovano luoghi svuotati, ormai resi non-più-luoghi, così come è svuotata la prosa, essenziale come un osso di seppia di montaliana memoria (Martino); la domanda implicita nel romanzo, cioè che fine ha fatto una ragazzina ebrea di quindici anni misteriosamente scomparsa, viene dall’Autore frantumata in altre domande da cui scaturiscono schegge di altre domande a cui salotto letterario1 di martinotuttavia non viene data nessuna risposta. Tranne una, quella che appare l’unica e più ovvia: Dora Bruder è stata deportata ad Auschwitz.

Angoscia e vuoto permeano le pagine, a dispetto della pletora di annotazioni compulsive che affollano tutto il romanzo. La cerca di questa la ragazzina che non è sfuggita alle macabre attenzioni della Storia, è la ricerca della memoria di un percorso, di una testimonianza, fatta anche di tante donne e personaggi che non entrano mai col loro nome nella grande storia, ma che contribuiscono a crearla (De Giorgi).

Originale lettura quella di Vito Osvaldo che si finge autista di un autobus e porta virtualmente in giro il pubblico presente al Salotto Letterario per le strade parigine descritte da Modiano con gli occhi di un turista che si muove sia nello spazio che nel tempo, con riferimenti architettonici, letterari, antropologici talvolta ilari, talvolta irriversalotto letterario1 donghiaenti: una sola fermata per leggere poche righe a pagina 73, l’unico momento – a suo dire – di lirismo del romanzo.

Durante la serata si è ascoltato musica dal repertorio di Edith Piaf degli anni ’40. Come di consuetudine la serata si conclude con una piccola degustazione di prodotti tipici, dandosi appuntamento al prossimo evento che prevede la discussione del romanzo “Lettera a D. Storia di un amore” di André Gorz pubblicato da Sellerio Editore, sempre presso lo Spazio UnoTre di Mario Pugliese, in via Barba n.13, nel centro storico di Gioia del Colle.

Un particolare ringraziamento a Fabio Guliersi autore degli scatti fotografici inseriti a corredo dell’articolo.

 

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