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Politica

RIPRENDIAMOCI IL NOSTRO DIRITTO DI CAMBIARE, VOTIAMO

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Mentre in molti gioiscono sfrenatamente per un semplice campionato vinto o per aver battuto la rivale di sempre, aumenta la protesta silente di chi nella politica non riesce più a credere e risponde con l’indifferenza, ingrossando le fila degli astensionisti.

Quel che questi delusi cittadini non comprendono, è che astenersi dal voto è una resa incondizionata a quella malpolitica contro cui protestano, e quindi una sconfitta della democrazia.

I dati di questo primo giorno di votazioni, confermando il trand negativo delle ultime competizioni elettorali, ad esclusione degli ultimi referendum, con un ulteriore -9,38% rispetto alle scorse elezioni comunali, non lasciano presagire nulla di buono per il futuro politico, in senso lato, del nostro paese.elezioni seggio elettorale140408 adn--400x300

La disaffezione dei cittadini al diritto/dovere nei confronti del voto non può più essere considerato latente ma più che evidente. Difficile preventivare che nelle restanti ore, dalle 7 alle 15, messe a disposizione nella giornata di lunedì per poterlo farlo, data la situazione attuale, possa esserci una improvvisa inversione di tendenza. Recuperare quasi 10 punti percentuali sarebbe da fantapolitica, anche se non impossibile.

In questa ottica, comunque vada a finire, qualunque sia il vincitore, a perdere sarà ancora una volta la fiducia nelle istituzioni, in quella politica che continua a disinteressarsi dei problemi della gente, del suo futuro prossimo, non solo remoto. Un futuro messo a repentaglio per troppo tempo al punto da generare quel comportamento da alcuni definito malapolitica, da altri antipolitica, da tantissimi disaffezione che produce vero e proprio astensionismo, l’esatto opposto di quello che invece andrebbe fatto per combattere questo andazzo dei nostri politici nei palazzi o nelle sedi che contanoelezioni-comunali2012-pp.

Ancora una volta le fila degli scontenti e dei delusi dalla politica, di questa politica, andranno ad ingrossarsi, incrementando quella percentuale che fa di loro, come ho sempre e più volte sostenuto, quell’inutile Partito di maggioranza assoluta di un Paese, ormai alla deriva, chiamato Italia.

Non deve però venir meno la speranza, che tanti altri possano smentire quanto sopra descritto. Ma per farlo, affinché ciò possa verificarsi, abbiamo un solo modo, quello di andare in massa in quei seggi elettorali a votare, per riprenderci il nostro di diritto di cambiare.

 

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