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CARANO: PER NON DIMENTICARE L’AQUILA, UN’IDENTITA’ PERDUTA

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laquila-carano-incontro-stA differenza delle classiche gite di terza media che si organizzano durante l’anno scolastico, la gita del giorno 24 aprile ha stimolato le nostre più profonde riflessioni. La nostra prima tappa è stata la scuola media Dante Alighieri, dove dopo una breve accoglienza musicale, abbiamo incontrato il preside Tomassi ed una terza con la quale abbiamo dialogato.

Sebbene all’inizio eravamo piuttosto intimiditi, il nostro prof. ci ha aiutato a “rompere il ghiaccio” e siamo riusciti a conversare apertamente con i ragazzi. Ognuno di loro ha voluto raccontarci la propria esperienza e il modo in cui hanno vissuto quella sera del 6 aprile 2009. In particolare, Lucrezia, una ragazza semplice ed estroversa, ci ha mostrato uno scenario tragico e una realtà drammatica, facendoci scoprire laquila-rovine2quanto la natura possa violentare improvvisamente l’identità di un popolo.

Fuori dall’edificio, la professoressa aquilana Daniela Di Genova e i ragazzi Agnese, Claudia, Lucrezia, Martina e Riccardo, ci hanno accompagnato al limite della Zona Rossa e abbiamo potuto visitare soltanto esternamente il castello aragonese, famoso per il museo allestito all’interno e la cui parete superiore è crollata in seguito alle forti scosse. Dopo aver condiviso il pranzo a sacco con i nostri coetanei per dimostrare loro la nostra nascente amicizia, ci siamo finalmente incamminati verso il corso principale della Zona Verde, fra case distrutte, strade transennate, muri caduti a pezzi e militari in divisa che ci impedivano l’ingresso nella zona della città più colpita dal sisma.

laquila-ricostruireOsservare un paese devastato in pochi minuti e una realtà così diversa dalla nostra quotidianità ci ha resi consapevoli delle difficoltà in cui un territorio può trovarsi.

Questa tragedia non ha colpito tuttavia solo case e monumenti. Ha spezzato la vita di molte persone, alterato irrimediabilmente quella dei sopravvissuti e sostituito i ricordi di un’esistenza felice con quelli di una civiltà costretta a vivere in fabbricati provvisori e desiderosa di “rimboccarsi le maniche” per ricostruire la propria cultura.

Molte persone, tuttavia, non sono state capaci di combattere con questa crudele volontà e da 70.000 abitanti, L’Aquila ora ne conta poco più di 50.000. Non tutto va come dovrebbe, ancora molta gente vive in alberghi sulla costa, la manodopera è soprattutto laquila-casa-dello-studentstraniera e a causa delle inchieste giudiziarie le attività di ricostruzione sono ancora molto arretrate.

Un episodio particolarmente significativo è stato visitare la Casa dello Studente, (o meglio, quello che rimane) dove la vita di tanti giovani è stata stroncata sul nascere e le urla dei sopravvissuti risuonano ancora nell’aria, nelle sedie scaraventate in mezzo alla strada, nelle foto e nelle preghiere appese alle transenne che recintavano il palazzo e in quel vento così forte da far sembrare tutto come la scena di un film, che purtroppo a distanza di anni è ancora reale.

Successivamente siamo arrivati ad Onna, epicentro del terremoto, dove attraverso un piccolo viaggio in pullman abbiamo potuto guardare le poche e piccole case ricostruite che assomigliano a quelle del mulino bianco della pubblicità.

Ci siamo resi conto che nonostante tutti gli aiuti offerti dal mondo intero, poco sembra essere migliorato..

Sebbene possa sembrare una gita troppo impegnativa per dei tredicenni quest’esperienza ci ha segnato nel profondo dei nostri cuori e rimarrà nella nostra memoria.

La classe terza A della “Carano”

 

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