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AMMIRAZIONE E CONSENSI PER I BRAVI MADONNARI-foto

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Il primo raduno nazionale dei Madonnari tenutosi a Gioia in occasione della festività patronale – punta di diamante del Comitato – si è rivelato uno dei momenti più suggestivi vissuti dalla comunità.

Nel primo pomeriggio del 25 maggio e nel corso di una lunga “notte bianca” i “Madonnari” hanno “affrescato” di immagini mariane il selciato.

Dopo aver suddiviso in riquadri il lato che costeggia Piazza Plebiscito in direzione di Via Roma, transennato per l’occasione, sotto lo sguardo curioso e attento dei passanti hanno preparato le “basi” tentando di impermeabilizzarle per quanto possibile e disegnato con i madonnari-allopera-2012gessetti splendide “Madonne” utilizzando varie tecniche. Dal reticolato “tirato” con fili, a riproduzioni interamente a mano libera, perimetrando i contorni della figura o partendo da un dettaglio, osservando sempre con “devota attenzione” l’immagine di dimensioni ridotte, musa ispiratrice e protettrice posta per terra, accanto ai colori sparsi sulla strada o contenuti in scatole di latta e cartone.

Il segreto è sfumare “ad arte” i segni con le dita o le spugnette, miscelare i colori creando incarnati perfetti, conservare – sia pur scomodamente inginocchiati o accovacciati – la giusta prospettiva, evitando di toccare le parti già disegnate.

Alla lacca a portata di mano per fissare la polvere del gesso è affidata la “durata temporale” dell’opera, sempre che la pioggia non la lavi via ancor prima che sbiadisca sotto il sole.

Man mano che “sbocciano” volti, mantelli, braccini e aureole, l’asfalto si colora di paradiso, l’incanto finale è scontato.

Il “San Filippo” adorante è il primo ad essere ultimato, distante dagli altri, sul corso… brillano come gioielli le monete lanciate sull’effigie del Santo. Il suo autore è uno degli artisti più anziani ed esperti, la sua firma con ghirigori svolazzanti, eterea ed estemporanea, svanirà con le altre tra mulinelli di vento.

Il maestro madonnaro Martino Zingarelli in un suo scritto, anch’esso posizionato sul selciato, definisce “Arte dell’effimero” i capolavori che dipinti sull’asfalto. Un’altra poetica denominazione è “Pitture del vento”, lo stesso che spolvera le strade e sbiadisce i colori gessati, nell’arco di una notte.

madonnari-2012-piazzaMa è “Preghiera dipinta” l’espressione più cara agli artisti, quella che a detta di Martino meglio esprime le ore e ore trascorse a disegnare in ginocchio, in raccolto e religioso silenzio.

“L’opera del madonnaro da sempre è considerata un’arte minore per la semplicità dei materiali e l’essenzialità dei mezzi. Non ha scopo di intrattenimento – scrive Zingarelli – ma è un invito alla riflessione intima e sacra custode di una sacralità presente e futura.”

Il silenzio religioso che accompagna la nascita del ritratto sul selciato, sia dell’artista che di chi osserva con un muto stupore, è pervaso dal rammarico che un così impegnativo e artistico lavoro sia destinato a dissolversi senza lamadonnari-2012-per-stradasciar nulla di sé, se non il ricordo.

Cauti i passanti sembra evitino di profanare l’intimità di un voto, quasi che il pittore voglia espiare la “colpa” di possedere un così divino dono, scegliendo non il cielo di cupole e volte da affrescare, ma l’umile terra per esprimere il suo talento.

“Non il giudizio degli uomini manifesta ciò che siamo, ognuno vale quanto vale davanti a Dio e non di più!” si legge sul manifesto di Zingarelli.

Nemesi e riscatto di ogni vanagloria, nella caducità di ciò che pur potendo ambire all’eternità, indossa il cilicio della mortificazione nella polvere.

Un sincero grazie a Mario Di Giuseppe per aver contribuito con i suoi “precisi” scatti fotografici.

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