Archivio Gioianet

La Voce del Paese – Un Network di Idee

Attualità

RESOCONTO STATO GENERALE ASSOCIAZIONI E CULTURA

stati-generali-pp

leronniCuore e mente di ogni rivoluzione i suoi “Stati generali” e Piera De Giorgi, assessore alla Cultura del Comune gioiese, li convoca in piena estate, a ridosso del 14 luglio, storica data della “presa della Bastiglia”.

Emblematico il rimando nel titolo: “Stati generali della Cultura. Incontriamoci”, ma ancor di più “il piglio didattico”, a dirla con le parole di Vito Marvulli, con cui questo invito, al pari di un imperativo, è stato formulato. Ad asseverare la tesi un questionario di venti domande (due righe per rispondere) suddiviso in cinque “macro-aree”: “Presentazione”, “Vocazione”, “Attività, progetti e collaborazioni”, “Finanziamento e mercato”, “Rapporti con l’Amministrazione”.

marvulli

Il modulo distribuito tra i membri delle associazioni presenti, semplice e di facile “somministrazione”, sarà sottoposto al vaglio antropo-socio-psicologico di Leo Palmisano.

Tornando in “tema”, l’approccio è dei più felici.

Piera De Giorgi presta un ascolto attento, interagisce, sintetizza, prende in considerazione proposte e critiche. La sua premessa “avvilisce prendere atto delle poche risorse a fronte di così bei progetti”, ed il suo desiderio “di progettare insieme un futuro diverso attraverso una politica culturale di respiro più ampio” valorizzando ciò che si ha, dai luoghi (Monte Sannace, il Teatro Rossini, il Chiostro…) alle risorse umane, “associazioni di volontariato puro, altre che lavorano masi leninnell’ombra e tanta creatività giovanile da cantierizzare” ed economiche (progettazioni nazionali ed europee), ben si coniugano con la promessa di consentire l’utilizzo quotidiano del teatro in rete con altri paesi, aperto ad un’offerta diversificata, a compagnie amatoriali, dialettali, sperimentali che potranno gestirne gli spazi, a laboratori non solo di recitazione ma anche musicali, di danza… un confronto che negli ultimi anni è mancato.”

La De Giorgi definisce questo suo sogno un “Cantiere della città possibile”, nella sua accezione di urbanistica culturale che – fortunatamente – ben poco ha a che vedere con altre tipologie di cantieri “evocati” dall’arrivo, nel bel mezzo dell’incontro, dell’assessore Lenin Masi.

e leonardisBanco di prova il laboratorio estivo di fine agosto, un evento da organizzarsi nel centro storico, finalizzato al decoro delle porte di venti cantine ad opera di venti artisti – geniale e creativa idea di Mario Pugliese sostenuta da Claudio De Leonardis – affinché resti testimonianza dell’attenzione della Provincia che questo progetto promuove.

Arricchire tale evento, renderlo “pretesto” di incontro e confronto per organizzare mostre pittoriche, laboratori cinematografici e quanto suggerirà la creatività delle associazioni che vi aderiranno “in rete”, sarà il primo “test” per rilevare eventuali “intolleranze” culturali.

“Abbiamo risorse per questa iniziativa – conferma Claudio De Leonardis intervenuto nel frattempo – l’idea è di creare una “Art Gallery on the road” sulle tracce di Federico II.”

pubblicoNel suo intervento un fiume di proposte: valorizzare il castello, incoraggiare le attività di compagnie di danza come Resextensa, nata con il Kismet e migrata altrove, creare spettacoli di alta attrattività turistica, recuperare opere d’arte costruendo un “ponte” con il Ministero dei Beni Culturali, monitorare le singole manifestazioni e costituire un albo di merito delle stesse, promuovendo quanto più possibile Gioia.

“Il turismo non è una cartolina illustrata – conclude il consigliere provinciale e comunale – non lo esporti senza cultura.”

Nel susseguirsi degli interventi, sulla “lavagna” posta accanto a Mimmo Szogiovanna-viterbo-utest, Piera elabora un diagramma di flusso “mantrico” utilizzando i concetti fondamentali emersi dal confronto: “Cultura – Partecipazione – Comportamenti – Collaborazione”.

Rompe il ghiaccio Giovanna Viterbo, presidente dell’U.T.E.

Dopo una breve presentazione dell’istituzione presente sul territorio da 11 anni, con 211 iscritti di varia estrazione sociale, la Viterbo va subito al dunque.

”Non chiediamo fondi, con le nostre poche risorse, gestite con razionalità, riusciamo a sostenerci. Chiediamo le strutture e per il “Giorno della Memoria” l’utilizzo del teatro. Siamo dislocati in varie scuole, abbiamo una sede che ci costa, l’Aula magna del liceo Classico non riesce più a contenerci durante le assemblee…”

Pasquale Petrera, pur non rappresentando il mondo associativo, esprime il suo orgoglio per Gioia, città conosciuta oltre oceano e visitmario pugliese alloperaata da americani e stranieri per le sue bellezze culturali, assolutamente da promuovere.

Mario Pugliese – come sempre incisivo oltre che creativo – tenta con successo un affondo e lancia strali che colpiscono nel segno.

“Abbiamo rilevato molte contraddizioni da Dentico alle deleghe sindacali di Mastrovito e Longo. Così si perde di vista la realtà del territorio. Questa assenza è stata di stimolo a far da sé, sono nati spazi privati per condividere momenti culturali anche discreti. Cosa chiedere all’assessorato? Di convogliare queste forze, eliminare i doppioni, calendarizzare gli eventi, senza sovrapposizioni. Che il Comune faccia la sua parte. A Lello Tedeschi del Laboratorio Urbano rivolgo un appello: il territorio ha bisogno di formazione, c’è gente in gamblello di laboratori urbani buonaa che potrebbe formarsi sfruttando i mezzi che il Laboratorio ha a disposizione. Abbiamo organizzato un corso di fotografia a Spazio UnoTre. Se esiste una sala montaggio, chi la sa utilizzare? C’è chi lo sa fare, ma non c’è un regolamento. Chiederei anche maggiore trasparenza al riguardo delle spese di tutti. Quello che si fa, va documentato. Gli eventi – e concludo – hanno bisogno di partecipazione, cultura non è solo sapere, ma partecipazione. Poi non si può pretendere che il teatro, il chiostro o il locale si riempia. Alla fin fine sono sempre le stesse persone che frequentano questi luoghi.”

Aldo Recchia si definisce oggi solo un “fruitore della cultura”, ringrazia Vito Osvaldo Angelillo perché seguendo il suo “Amleto” ha scoperto e compreso Shakespeare, quindi ribadisce la necessità di una consulta comunale.

“Il Comune non deve concedere contemporaneamente gli spazi comunali – chiosa Recchia – delocalizziamo le attività ed utilizziamo dei totem nei punti più visibili e non solo manifesti per promuovere i vari eventi.”

Nunzio Carucci dell’ANSPI presenta le attività dell’oratorio, accenna ad un progetto di ferrara e dongiovannianimazione sul territorio ed al confronto con ragazzi di Malta.

Franco Ferrara suggerisce di girare pagina e correggere la rotta della Cultura. La Lum ospitata presso la Distilleria Cassano parrebbe in fase di smobilitazione, per cui a breve lo spazio potrebbe tornare disponibile, magari proprio per le Associazioni.

Le consulte sono state superate dal principio di sussidiarietà, un valore aggiunto. Con il federalismo cambiano le entrate e le spese, quale percentuale dell’IMU sarà destinata alla cultura? E ai servizi? Dobbiamo pretendere di capire cpeppino vascoome esercitarla, questa sussidiarietà.”

“La cultura non dà da mangiare, disse un ex ministro – così esordisce il sempre verde Peppino Vasco – le associazioni devono combattere la mancanza di risorse, io faccio parte di quattro associazioni e so bene quanto mi costa! Non sappiamo fare squadra né valorizzare le belle realtà che abbiamo. Il Concorso Pietro Argento, ne è un esempio. Porta a Gioia 250 persone che sostengono il turismo e l’economia e rendono famoso il nome della città e la sua cultura nel mondo. Questo concorso va istituzionalizzato. Così come vanno valorizzati mozzarella, vino e musica. Perché non ipotizzare che Gioia sia dichiarata “Città della Musicaaugusto angelillo”?

“L’esperienza del passato è stata positiva fino a un certo punto e negativa da un certo punto in poi – afferma Augusto Angelillo in rappresentanza di Teatralmente Gioia, Pro Loco, Città Nuova e UILT – con il Kismet ho lavorato bene, l’unico con cui ho avuto problemi è stato un gioiese. Ho cercato di portare a Gioia l’Assemblea nazionale della UILT di cui sono presidente regionale. A gennaio ho anche presentato il programma al Commissario, ma non sono stato mai ricevuto da Longo. Mi sono stati chiesti 1.600 euro al giorno per l’utilizzo del Rossini, perciò ho cercato altrove e nel leccese, a Cannole, sono stato accolto con granSAM 0481de ospitalità dal sindaco di Otranto e dalla Pro Loco, pur essendo per loro uno sconosciuto. Non solo ci è stata messa a disposizione una villa settecentesca ristrutturata per le riunioni e i laboratori, ma l’intera città si è mobilitata spostando addirittura una retrospettiva su Carmelo Bene per seguire i saggi. La mia proposta è la stessa di Aldo Recchia: costituire una consulta che coordini le attività per evitare sovrapposizioni e realizzare quanto riportato nello statuto, stare insieme, collaborare.”  

A margine di questo intervento, alcune accorate riflessioni di Piera De Giorgi.

Mettiamo insieme e promuoviamo i nostri saperi ed il saper fare… se facciamo rete, se c’è corresponsabilità, c’è crescita culturale e possiamo esportare i nostri prodotti culturali. Cultura osvaldoè mettere da parte esperienze personali, amare quello che si fa, educarsi a stare con gli altri e a indietreggiare per lasciare loro spazio.”

“Non ho risentimento – afferma Vito Osvaldo Angelillo nel suo intervento – ma è stata dura sopravvivere con chi non era aperto al dialogo. Anch’io non sono stato mai ricevuto dal sindaco Longo. Le filodrammatiche sono nomadi della Cultura, portano messaggi teatrali dal luogo di provenienza. Alcune filodrammatiche sono coccolate dalle amministrazioni. Sono stato a Specchia, la scorsa estate, lì ero uno sconosciuto eppure l’assessore alla Cultura si è mosvaldo e giovannaesso a disposizione, qui si fa finta addirittura di non conoscermi. Perché non pensare ad un palazzo della cultura, con un grande salone dove riunire le associazioni e tante stanze in cui elaborare idee e progetti? Un’altra realtà importante potrebbe essere un laboratorio di teatro finalizzato al pubblico, alla visione critica di uno spettacolo. Quando è venuto Bucci tutti applaudivano al suo nome, nessuno ha contestato la pessima recitazione. La cultura dà il pane, siamo seduti su una miniera d’oro. Allarghiamo il sentiero! Finiamola di stare nell’ombra, se ci spaventa la novità! Ho lavorato molto e sono cresciuto. Non so se sia autoreferenziale aver prodotto 20 regie di cui tre a livello nazionale a Genova, eppure a Gioia lo scorso anno non sono riuscito a allestire neanche uno spettacolino! Mi è stata proposto da un autore di New York di portare in scena la sua opera. Per farlo sono andato fuori. Perché devono fuggire sempre i cervelli migliori e mai i peggiori? Saliamo sui banchi per vedere ciò che non va e gridiamo la nostra voglia di essere qui ora. Se non ora, quando? ”

“Dobbiamo anche abituare i nostri giovani alla lettura di nuovi linguaggi teatrali – concorda la De Giorgi – di fatto non ne conoscono la gramanuela capodiferrommatica…”

Di seguito prende la parola Manuela Capodiferro, docente di Santeramo, impegnata nella realizzazione di Master europei con l’Università del Salento.

La Cultura oggi deve essere specialistica, non basta essere tuttologi. Occorre specializzarsi in finanza, turismo avere competenze. Un professionalità molto richiesta nella progettazione europea è quella dei traduttori, altro settore strategico quello delle risorse umane…”

marvulli parlaVito Marvulli si congratula con l’assessore De Giorgi per i toni pacati e costruttivi ed il metodo dopo “la deriva del leaderismo populistico che ha imperversato in questi anni.”

“Le istanze e le proposte sono tutte interessanti – afferma l’ex direttore artistico del Teatro Rossini – si tratta di salire sul tavolo e mettere i piedi nel piatto. Un dato su cui riflettere, un grumo di contraddizione tra società politica e civile: nel momento in cui abbiamo salutato la scesa in campo di soggetti nuovi, visto una realtà di grande impatto con liste civiche delle associazioni, la realtà ci consegna un dato allarmante: solo la metà degli elettori va a votare. Alziamo il tiro… non condivido alcuni pentimenti sul fatto che alcuni strumenti sono stati superati. Siamo rimasti più indietro… L’articolo 8 (ndr: “Testo unico degli Enti locali” aggiornato con D.L. n. 16 del gianfranco amatulli02/03/2012) fa riferimento alla partecipazione popolare. Il Comune garantisce l’accesso alle istituzioni e alle strutture comunali, valorizza e promuove gli organismi di partecipazione popolare. Mi intriga l’idea della rete proposta dagli “Stati generali”, poi ci sarà l’assemblea nazionale costituente… Cosa fare, allora? Aprire un cantiere della partecipazione democratica, uscendo dalle logiche del particolarismo non solo di interesse ma anche di vedute. Un cantiere che allestisca un tavolo, un laboratorio che si confronti con gli strumenti tecnico amministrativi.”

Le associazioni – continua Marvulli nella sua filippica – devono essere soggetto e fattore di democrazia, cioè essere poste nelle condizioni di intervenire nei processi decisionali degli organismi amministrativi, non solo nella cultura, che pur ha funzione strategica. Misuriamoci sulle problematiche che a loro volta si devono confrontare con lo Statuto del Comune e il regolamento per individuare spazi e tempi. Il Commissario non ha attivato provvedimenti, ma ha messo mano al Regolamento consiliare restringendo ulteriormente gli spazi di democrazia. E’ stato eliminato il riferimento all’istituto democratico popolare. La partecipazione democratica è limitata alla consultazione, ma quali effetti reali ha? Senza il regolamento dei referendum non c’è ammissibilità. Al riguardo della consulta, che venga nominata, che sia costituente e crei le condizioni per una svolta. Se all’albo delle associazioni presiedesse un comitato di garanzia, una agenzia dell’associazionismo, sarebbe ottima cosa. Il problema è un coordinamento che crei sinergia. Il comitato può esserne strumento. Invece di porci in alternativa alla politica e ai partiti, dobbiamo rinsanguarli. Se oligarchici sono i partiti, non devono esserlo le associazioni. Ci sono tutte le condizioni, per indire una rivoluzione… basta una telefonata!”

L’incontro – durato oltre tre ore – si è concluso alle 20.30 con la promessa di un secondo appuntamento che avrà luogo mercoledì, 4 luglio alle 17, per analizzare i dati riportati nei questionari e fare il punto della situazione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *