“NARCISO E BOCCADORO” LIBRO “PROFONDO E AVVINCENTE”
L’appuntamento con “le giovani recensioni” segnala un ulteriore ingresso. Quello di Vito Verrastro, anche lui studente della V B del Liceo Classico, con una recensione sul romanzo di Herman Hesse “Narciso e Boccadoro”.
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Il romanzo narra la storia delle vite di Narciso e Boccadoro, della loro amicizia e del dispiegarsi delle loro vite alla ricerca della propria verità.
Narciso è un giovane monaco coltissimo e contemplativo, conoscitore del greco e delle scienze, avviato alla religione, che nel convento di Mariabronn fa l’assistente di greco ai giovani allievi. Un giorno arriva Boccadoro, giovanissimo allievo portato dal padre affinché non sviluppi quel sentire peccaminoso e vagabondo ereditato da sua madre. Fra i due nasce un legame profondissimo; in Boccadoro Narciso scopre la vera natura che non lo condurrà mai ad una vita religiosa, ma alla natura ed alla libertà.
Narciso evocherà in Boccadoro ricordi che poi lo porteranno ad abbandonare il convento dopo l’incontro con la giovane Lisa e a darsi alla vita del vagabondo. Egli inizierà così un cammino d’avventure, gioie e sofferenze che gli faranno conoscere i mille volte della vita.
Nel suo vagabondare Boccadoro conosce anche gli orrori della vita: la peste e la morte (il romanzo è collocato nel Medioevo), la cattiveria che lo condurrà all’uccisione del vagabondo con cui viaggia perché costui cercherà di derubarlo, ma soprattutto scopre l’amore nelle figure di Lisa, la zingara, Lidia, la figlia del cavaliere che lo ospita nel suo castello, sua sorella Giulia, Lena che muore di peste e la glaciale Agnese.
Ma la figura più importante resta quella della Madre eterna, mistificazione di sua madre, modella a cui tende e che cerca continuamente di rappresentare e che conquista solo prima della sua morte. Ella sarà il simbolo dell’amore, della perfezione della realizzazione di ogni suo desiderio di artista e soprattutto di uomo.
Durante il suo girovagare Boccadoro scoprirà la sua natura di artista grazie all’incontro col maestro Nicola e riuscirà così a rappresentare le immagini presenti nel suo animo createsi durante le sue esperienze di vita. Nonostante egli si senta sempre chiamato al viaggio, ormai stanco, farà ritorno al convento dopo essere scampato alla morte grazie ad un incontro fortuito con Narciso e qui dopo aver espresso la sua natura di artista come scultore morirà fra le braccia dell’amico sereno dopo aver finalmente recuperato l’immagine della madre.
Il romanzo è tutto imperniato sul contrasto tra lo spirito e la mondanità, rappresentati dai due personaggi di Narciso e Boccadoro, esempi di una meravigliosa e profondissima amicizia. L’autore prende essi a pretesto per esporre le sue tesi filosofiche, infatti entrambi ricercano la perfezione e la felicità basandosi Narciso solo sullo spirito e tralasciando la vita dei sensi, Boccadoro solo sull’esperienza trascurando anche la fede in Dio. La chiave sarà nell’approdo alla verità da parte di ciascuno di essi dopo un cammino che li porterà a vivere secondo la loro vera natura.
Il romanzo è molto profondo e avvincente sia dal punto di vista narrativo in quanto incalzante, sia per i risvolti psicologici e filosofici in esso contenuti. Lascia un profondo segno nell’animo del lettore.
Vito Verrastro – V B Liceo Classico