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PATRUNO: “A MEZZOGIORNO, TUTTO RIPARTIRÁ”-foto

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lino-patruno-limitoneTre sono le prerogative per una rinascita economica del nostro Paese, secondo il giornalista barese Lino Patruno:

  • comprendere quale sia il codice di sopravvivenza delle eccellenze del sud;
  • una sorta di marcia su Roma per far sì che si pensi al nord e al sud come una realtà unica, e non scissa;
  • rendere la cittadinanza attiva.

L’obiettivo è quello di ricominciare. Ricominciare da un Mezzogiorno sempre più spesso dimenticato, perché, detta con lo stesso Lino Patruno, “il mezzogiorno è l’ora nella quale tutto ripartirà”.

Ed è questa la tesi della sua ultima fatica letteraria: ‘Ricomincio da Sud. È qui il futuro patruno-limitone-de-giorgid’Italia’, saggio giornalistico, edito Rubbettino, nell’anno corrente. Il libro – presentato nel chiostro comunale S. Domenico, nel tardo pomeriggio di sabato 29 settembre, in occasione della Festa del Libro – è un viaggio tra le risorse del nostro sud.

“Ricomincio da Sud è un libro nel quale emerge un’importante analisi critica sulle eccellenze meridionali date sia dalla componente industriale che naturalistica. […] Si pensi alla Basilicata con il suo giacimento di petrolio più grande d’Europa, ma che riceve come diritti della ricchezza solo il 10%. […]”.

In questi termini si esprime nel suo discorso introduttivo, Orietta Limitone, 399715 432319866805920 1686135997 npresidente del Presidio del Libro, che in collaborazione all’assessorato alla cultura, nella persona di Piera De Giorgi, ha organizzato l’incontro. ‘Ricomincio da Sud’ è un libro nel quale vi sono tutti gli elementi per poter sperare in una rinascita economica, per poter sperare in una nuova modernità, e per poter sperare di combattere il pregiudizio secondo il quale il sud sia solo un paese agricolo, abitato da personalità in preda alla pigrizia cronica. Un tentativo di riscatto per l’accusa infondata di essere quella parte del Paese che ha l’intera responsabilità della mancanza di crescita dell’intero Paese.

E invece: “senza il Mezzogiorno, l’Italia non avrebbe il 50% dell’acciaio, nonostante tutti i problemi dell’ILVA. Senza il Mezzogiorno, non si avrebbe gran parte del petrolio e della benzina raffinata. Senza il nostro sud non si 408284 432320113472562 144523897 navrebbero i farmaci, grazie a delle grandi aziende farmaceutiche presenti nel nostro territorio. Senza il sud non si avrebbe tutta la sartoria di lusso per uomo … non si avrebbe la dieta mediterranea […]”, così sostiene il giornalista barese durante il suo intervento.

C’è la rabbia accumunata all’esigenza di raccontare l’Unità d’Italia dalla prospettiva meridionale, perché – come afferma Lino Patruno – “il modo in cui è stata fatta l’Italia, pesa ancora sul nostro sud”. Si sofferma sui mezzi di trasporto, e in particolare sulle Ferrovie dello Stato, che offrono l’alta velocità al nord, e treni lenti, lentissimi al sud. Si sofferma sulle autostrade, e sulla vergogna della Salerno – Reggio Calabria. Si chiede il perché se l’invitano a Crotone deve fare la Ionica, o il perché da Bari a Napoli deve prendere più treni. O ancora si chiede il perché si parla del sacco del nord, se il sud è di certo più lino-patruno-racconta-libropenalizzato.

In riguardo ricorda le assicurazioni più care; borse di studio più cospicue nelle università del nord, nelle quali agevolano i ragazzi del nord stesso; i poeti scomparsi dai programmi scolastici, tra i quali cita Quasimodo, Bodini, Sciascia. Un sud dimenticato dallo Stato, e per il quale tutta l’Italia dovrebbe muoversi: “Se si vuole porre rimedio alla crisi economica che investe il nostro Paese, si deve pensare all’Italia senza scissioni interne, e al sud, nello specifico, come una concreta risorsa.

La Germania per crescere economicamente non ha mai considerato la parte est inferiore a quella ovest, dopo il crollo del Muro, e questa è stata la sua forza […]”. Un inno ad una Unità concreta fra l’Italia settentrionale e meridionale, e non di mere celebrazioni, per far sì che i meridionali non siamo sempre più cittadini di seconda qualità.

Un incontro dal grande valore intellettuale che ha saputo esaltare al meglio la Festa del Libro.  

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