PRESUNTI TARALLI AL MANGIME, L’AZIENDA SI DIFENDE
La Fiore di Puglia di Corato – società per azioni dal 2004 – in questi giorni nell’occhio del ciclone a seguito del sequestro di 2.700 confezioni di taralli parrebbe confezionati anche con crusca ad uso zootecnico in parte infestata da parassiti presso lo stabilimento coratino, dichiara sul proprio sito web di essere fornitrice di Autogrill, Auchan Italia, Carrefour Italia, In’s mercato e MD Discount e di avere una capacità produttiva che le consente di produrre al giorno 100 quintali di taralli, 10 di friselle, 15 di pasticceria secca e 25 di pasta secca. Il commercio dei prodotti tipici pugliesi non si limita alle regioni italiane ma raggiunge “i palati di tutt’Europa, Russia, Cina, Giappone e America”.
Gli Agenti del Corpo Forestale dello Stato hanno sequestrato nei giorni scorsi le confezioni dei taralli incriminati nello stabilimento coratino sulla statale ex 98. Le fatture di acquisto del mangime – crusca utilizzata per nutrire cavalli – i cui codici coincidevano con quelli del prodotto in lavorazione, hanno convinto gli agenti a bloccare cautelativamente i prodotti già pronti per raggiungere i supermercati e i punti di distribuzione di tutta Italia. L’Arpa Puglia ora dovrà effettuare le dovute analisi ed accertare se effettivamente sia stato utilizzato il mangime e l’eventuale livello di tossicità del prodotto.
Il titolare dell’azienda è stato denunciato per vendita di sostanze alimentari “non genuine”, commercio di sostanze alimentari nocive e impiego di materie prime di qualità inferiore o invase da parassiti. Il fascicolo è finito sulla scrivania del Pubblico Ministero Michele Ruggiero che ora dovrà valutare le determinazioni del caso.
Alcuni anni fa Fiore di Puglia era finita al centro di un’altra inchiesta della stessa procura di Trani per i taralli al peperoncino, sospettati di contenere il Sudan 1, un colorante cancerogeno di provenienza indiana commercializzato da un’azienda del Veronese e messo al bando da una direttiva Ue del giugno 2002. Dopo i sequestri del prodotto, le analisi smentirono la presenza del Sudan 1 e il procedimento venne archiviato.
L’azienda si difende affermando tramite l’avvocato Carmine Di Paola che “si tratta di una crusca detenuta, peraltro in quantità minime, solo per assorbire gli oli che derivano dalla produzione dei taralli e che comunque non ci sono ancora analisi che dimostrino la non genuinità e l’eventuale pericolosità dei prodotti sequestrati”.
Clicca qui per leggere il comunicato del sequestro effettuato dal Corpo Forestale.