VITTORIO GIANNICO MINACCIA IL SUICIDIO-video/foto
Giunge a poche ore dalla video-intervista rilasciata da Vittorio Giannico un comunicato a firma di Leonardo D’Erasmo nel quale si accenna ad una nota dei Servizi Sociali indirizzata alle Caritas parrocchiali e al Centro di Ascolto per “sensibilizzare le comunità parrocchiali per reperire un alloggio per alcuni cittadini che si trovano in particolari condizioni di disagio”.
“…Persone sole, senza una rete familiare intorno, prive di mezzi di sostentamento o con entrate minime, frutto di brevi lavori occasionali, desiderose di avere un semplice locale dove poter vivere più dignitosamente, considerato che attualmente vivono in luoghi di fortuna, qualche rudere nelle campagne limitrofe o nella sala di aspetto della stazione ferroviaria e che non possono o non vogliono accedere al dormitorio gestito dal Centro di Ascolto”.
Parrebbe l’identikit di Vittorio Giannico, 43 anni – tanti problemi familiari, giudiziari e psicologici anestetizzati con l’alcool, tanto da compromettere ulteriormente la salute.
Vittorio non ha strumenti per leggere quel che scriviamo o ascoltarsi, nel tugurio – per scelta o per destino – cui è stato confinato. Intorno le macerie di una vita colma di errori e scelte sbagliate, per amici scarafaggi e topi, il futuro colmo di incognite, proiettato sulle rotaie di un treno.
Un personaggio suo malgrado “mediatico”, conosciuto dalle forze dell’ordine e salito agli “onori della cronaca” nel 2008, in occasione di un episodio costatogli l’accusa di lesioni personali e minaccia aggravata nello stesso luogo in cui vive oggi da “sorvegliato speciale”, la stazione ferroviaria, rifugio di homeless e sbandati.
Ed è ancora sui giornali a inizio novembre, pronto a denunciare a gran voce il suo disagio e a lamentare la scarsa attenzione delle istituzioni e dei Servizi sociali a chi versa nel suo stato.
Due volte la settimana, il martedì e il venerdì, è ospite della mensa del Centro di Ascolto, nei restanti giorni vive di carità ed espedienti.
Ospitarlo presso ”Un tetto per vivere”, anche a seguito di un episodio poco felice avvenuto in estate, prima del ricovero presso la struttura di Gravina, non è davvero possibile, così come non è facile trovare chi ne abbia cura, anche “pagando” una retta.
Che si tratti di una personalità problematica, non ci sono dubbi, che debba vivere da “randagio” per questo motivo e che nessuno possa prendersene in carico le responsabilità, un po’ meno.
Nel comunicato leggiamo che il Comune è alla ricerca di “alloggi minimi, di vani a livello stradale, purché dotati di servizi igienici e con canoni di locazione accessibili, ai quali, e solo a questi, provvederebbe il Comune individuando il pagamento per la formula più tutelante per il proprietario”.
Perché poi si siano messe anche in questi giorni all’incanto, in dismissione, abitazioni di proprietà comunale donate da benefattori proprio per usi “sociali”, alcune con le identiche caratteristiche, svendute per poche migliaia di euro, resta un mistero. Difficilmente, infatti, chi possiede locali idonei li mette a disposizione di chi demolisce porte ed in preda ai fumi dell’alcool si abbandona a gesti inconsulti.
Il problema resta, ed è un problema sociale che potrebbe generare ulteriori criticità… una soluzione, con l’avvicinarsi dell’inverno va trovata. Magari un camper dotato di minimi confort, un buono pasto e un buono settimanale per la lavanderia potrebbero sopperire all’urgenza del momento in attesa di soluzioni migliori. Un pasto caldo non lo si nega a nessuno, se necessario anche mutuato dalla mensa scolastica, affidando al Sert, per quanto di competenza, le cure necessarie mai risolutive senza l’apporto di una forte volontà a contrasto della dipendenza da alcool, la più devastante delle tossicodipendenze.
Lasciamo a Vittorio, alle immagini girate nella sua “casa” la parola.