ROBERTO RE DAVID, GIOIESE, AL FESTIVAL TIME ZONES
Intuizioni. Contaminazioni. Evocazioni. Sospensioni. Questi i principi cardine della serata musicale, di venerdì 23 novembre, all’interno del festival barese Time Zones ‘Sulle vie delle musiche possibili’, alla sua XXVII edizione.
Serata dal titolo ‘Memorial Cage’, che si inserisce nell’ambito delle iniziative volte al ricordo dell’innovativo musicista statunitense, in occasione del centenario dalla nascita e il ventennale dalla morte. Non delle mere esecuzioni dei suoi brani più celebri, ma delle evocazioni, perché, come lo stesso John Cage affermò, il musicista non è mosso da fini o scopi, ma dalla musica stessa.
Diretti dallo straordinario polistrumentista Charles Hayward, si esibiscono, sul palco del ‘Teatro Forma’, musicisti dalla formazione culturale eterogenea: la pianista romana Alessandra Celletti, il chitarrista James Brooks, la vj tedesca Stefanie Sixt con il chitarrista Markus Mehr, il dj salentino Populous, ed il pianista Massimo Carrieri accompagnato da Salah Addin, nome in arabo di Roberto Re David, musicista gioiese.
“La mia esperienza al Time Zones, della quale sono molto onorato e dalla quale sono nati importanti incontri professionali, nasce grazie alla collaborazione artistica con Massimo Carrieri per il suo progetto Zahir”, così Roberto si esprime. Una collaborazione proficua che li ha visti protagonisti del festival musicale Lecce Sound Res, durante il quale sono stati notati come realtà originale del panorama musicale italiano.
E durante il quale è nata la collaborazione con il Time Zones, uno dei più autorevoli festival musicali, la cui direzione artistica è data da Gian Luigi Trevisi. E in proposito della serata in memoria di Cage, Roberto sostiene: “[…] Abbiamo creato delle commistioni in tempo reale, cercando di arrivare ad un simultaneo momento di energia”. E aggiunge: “Charles, che è stato amico di Cage, ha pianificato i momenti, ma ci ha chiesto di non determinare l’esperienza, piuttosto di farla vivere […]”.
Una scelta che bene s’inserisce nel excursus fatto nel non comune mondo artistico del compositore statunitense, che passa attraverso la musica percussiva, l’elettronica e i rumori. Attraverso il ribaltamento delle categorie occidentali che vedono al centro il compositore, per arrivare alla mancanza della soggettività.
Alla mancanza della scelta creativa, perché è la musica che guida l’uomo, e non viceversa. Perché la musica ha in sé la forza dell’assoluto. È l’arte suprema per i romantici, l’unica capace di creare il linguaggio universale per eccellenza.
L’unica capace di creare quel senso di straniamento, che il pubblico della serata ‘Memorial Cage’ del 23 novembre avverte. Una serata indimenticabile.
Una serata nella quale avviene la magia della fusione. Nella quale non si avvertono né distanze né nette linee demarcative tra il palcoscenico e la platea. Perché come Roberto afferma: “Credo che la musica sia capace di portarci verso l’alto […]”!
E alla domanda amletica su cosa, secondo lui, sia nato prima il suono o la parola, Roberto non ha dubbi sul suono, e aggiunge: “[…] Se si affronta il tema di cosa sia l’essere umano si scoprirà che è egli stesso una vibrazione”.
D’altronde Cage teorizzò la medesima cosa quando scoprì che il silenzio fosse utopico, perché anche e solo il battito cardiaco produce un suono.
Una serata dall’alto valore artistico, alla quale seguirà la serata del 7 dicembre – ultimo appuntamento del Time Zones -, presso l’Auditorium Showville.
Per info e prenotazioni: timezones@alice.it.
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