“IL PIANETA VERDE”, PRIMO INCONTRO CON IL “RISVEGLIO”
Accolte da un piacevole profumo di incenso, dai caldi colori delle pareti del centro benessere di Teresa Notarnicola e coccolate da deliziosi dolcetti e una calda tisana le amiche dell’associazione Yoga, Zen e Benessere, nel pomeriggio di domenica 16 dicembre, hanno condiviso il loro tempo per assistere a uno degli appuntamenti dedicati al cineforum dal tema il “Risveglio”.
Risveglio inteso come destarsi della coscienza di fronte alle incongruenze della nostra società di massa sempre più preda di bisogni fallaci, sempre più individualistica e competitiva.
La visione del film “il pianeta verde” del 1996 diretto da Coline Serreau, ha lasciato incantate le presenti e ha dato molti spunti per una conversazione amichevole sul contenuto della proiezione. A catapultarle nelle meraviglie del pianeta verde Giulia Benedetto, la quale enuncia i temi principali del film quali: il consumismo, l’abuso di potere, l’inquinamento la frenesia e la nevrosi che caratterizzano la nostra società, vittima di un benessere apparente che inevitabilmente si ripercuote sulla qualità della vita.
Sul Pianeta verde, lontano dal pianeta terra, vive in armonia, a contatto con la natura, un allegra comunità di persone. Durante un’assemblea planetaria viene chiesto ad alcuni cittadini di andare sulla terra per avere informazioni su come i terrestri sottosviluppati se la cavino, ma tutti si rifiutano non vogliono abbandonare il loro paradiso, a parte l’intraprendente Mila curiosa di capire le strane abitudini degli esseri umani.
La presenza di Mila sulla terra, avrà un effetto benefico per le persone che incontrerà, ma sarà per lei poco salutare, infatti, appena arrivata sul globo terrestre è accolta dal traffico, dallo smog e dai rumori fastidiosi della città e si domanda dove siano, i prati e i ruscelli, inoltre, scoprirà che per mangiare bisognerà pagare con della strana carta colorata, e che le donne per sentirsi amate hanno bisogno di tingersi le labbra di rosso, insomma un mondo assurdo i cui gli abitanti per spostarsi usano ancora delle “scatole di ferro”.
Una pellicola che con comicità mette in risalto le contraddizioni del nostro tempo, l’arroganza dell’uomo che si sente al centro dell’universo chiamando extra terrestri altre presunte forme di vita. Un gran bel film conclusosi con un “concerto di silenzio”, ovvero quella pace interiore che si raggiunge quando si sta bene con se stessi e si è grati per i doni presenti in natura, un’armonia che nasce stando insieme agli altri esseri umani. “Io sono perché siamo”, recita la filosofia dell’Ubuntu.