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SUSANNA DE MATTIA RACCONTA “LA SPIGA E IL VELLUTO”-foto

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susanna de mattia narraSi è conclusa con la presentazione della pubblicazione poetica di Susanna De Mattia – tenutasi il 4 gennaio presso il chiostro comunale – la rassegna “Accordo di Natale”, curata dall’assessorato alla cultura.

Dal titolo “La spiga e il velluto”, il volume della De Mattia, docente presso l’I.C. San Filippo Neri – Losapio, conduce il lettore attraverso le “stanze del cuore” dell’autrice, le cui porte vengono per la prima volta schiuse al pubblico. È in quelle stanze, negli anfratti in cui da anni dimorano i versi, ora pubblicati, della De Mattia, che si realizza l’incontro fra il mondo reale e quello – ideale – della scrittrice, in cui si immagina l’assenza della finzione, dell’ipocrisia, del compromesso. Di quella mascde mattia declamazione poesiehera pirandelliana dietro la quale si cela la naturale fragilità dell’essere umano.

Si genera così un legame fra la spiga dorata, emblema della vita stessa, e il velluto scarlatto, tessuto pregiato e gradevolmente liscio al tatto, che la De Mattia erge a simbolo di un mondo idealizzato.

Prima introdotta dall’assessore alla cultura, la prof.ssa Piera De Giorgi, poi elogiata dal poeta Fortunato Buttiglione, l’autrice guida i presenti all’interno delle quattro “stanze” che compongono la sua opera. Alle letture di Rosa Pontrandolfo si combina il sottofondo musicale del music designer gioiese Checco Recchia, in un suggestivo ensemble di poesia e musica.

Dopo la prima stanza, intitolata “Maschera d’uomo”, è la luna ad ispirare i versi della scrittrice. Silenziosa e solitaria, rasserenante, cala puntuale sui tetti, dipingendo d’argento il nero della notte e spezzando così la monotonia del buio. Dedicata alla madre natura la terza stanza, che vibra di incantevoli suoni: il garrito di un gabbiano, l’ira delle onde del mare, il fischio del vento.

Abbandonandosi ad un’appassionata contemplazione del mondo circostante, precisa Buttiglione, la De Mattia intraprende un dialogo interiore con i suoi elementi costitutivi, che checco recchia de mattiadiventano suoi interlocutori e confidenti. Il risultato è una sorta di diario di riflessione, traboccante di sensibilità e di impressioni che, con la pubblicazione del volume, l’autrice ha voluto condividere con il suo pubblico.

Non a caso intitolata “Gemme dell’albero della vita” la stanza conclusiva del testo, di sapore più intimistico poiché dedicata ai propri affetti. Si legge qui la gioia mista a stupore generata dal veder crescere e allontanarsi i propri figli. La dolorosa constatazione dell’invecchiare di un genitore. Vengono rievocati ricordi di giochi da bambina, di capelli legati a treccia, di carezze della sera.

Una pubblicazione rivelatrice della spiccata sensibilità della De Mattia, che le ha permesso di dar vita a un mondo incantato in cui il lettore può rifugiarsi per calare la maschera che si è talvolta costretti ad indossare

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nel mondo reale. Come l’autrice, il lettore può qui entrare in contatto con la parte più profonda – e autentica – di sé.

I ringraziamenti di Susanna De Mattia vanno, oltre che ai propri cari, a quanti l’hanno sostenuta nella pubblicazione del suo primo volume.

 

 

 

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