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GIURIA E “PRESEPI IN FAMIGLIA”, SCELTA DIFFICILE-foto

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11-DSC05965L’elemento che accomuna tutti i presepi – percepito d’istinto – è l’amore con cui sono stati costruiti, dai più umili ai più ricercati.

Personaggi e oggetti raccontano una loro storia. Acquistati a Spaccanapoli o su una bancarella, decorati a mano o con l’aerografo, forgiati da abili ceramisti o da mani infantili, in carta pesta o creta sono unici perché tali li rende il contesto in cui sono stati scelti e pensati per dar vita al proprio presepe.

La bellezza e l’originalità degli allestimenti in concorso per la premiazione di “Presepi in famiglia” – evento organizzato dalla Parrocchia S. Maria Maggiore – ha messo in seria difficoltà la giuria, tanto da giustificare una premiazione “ex aequo” per i sette presepi in gara, premiati il 6 gennaio, dopo la Santa Messa, da don Toninpresepi giuriao Posa.

Nei giorni scorsi don Innocenzo Mondelli, Maria Teresa Tracquilio, Mario Vacca, Elena Milano, Tina Giandomenico, Marco Stoppini e il nostro Mario Di Giuseppe sono stati accolti con grande ospitalità e gioia dalle famiglie che con orgoglio hanno mostrato il loro presepe, patrimonio di affetti e storia familiare costruito negli anni.

Uno dei più preziosi, fuori concorso, è quello di Lella Longo che in casa è da sempre una istituzione “inamovibile” sia per dimensioni che per senso di appartenenza. Un presepe di tradizione partenopea davvero imponente e importante, cui si affiancano natività in “campana” promosse dall’associazione Ezra Pound.lella dettaglio 2

Personaggi “vivi”, dall’incarnato perfetto e perfetti anche nelle loro espressioni di gioia, curiosità, dolore… La smorfia di sofferenza del malato con il piede fasciato è assolutamente reale, così come la tavola imbandita con ricotta, spaghetti e pane, la servetta che si affaccia alla finestra e il nobiluomo che cerca ristoro.

I suonatori africani, il tamburello e i mandolini rievocano gioia e allegria… nel silenzio par quasi di udire il brusio delle comari e i rumori degli artigiani intenti nel loro lavoro.gruppo de bellis marta

Di contro il più “ecologico” dei presepi ha per autori i piccoli alunni della maestra Marta De Bellis dell’I.C. Mazzini – Carano. Tutti i personaggi, pecorelle incluse, sono realizzati con tappi di sughero dipinti a mano, ornati di capelli di lana, ingioiellati con perline, cordoncini, stagnole e cartone dorato e vestiti con cura con pizzi, merletti, raso e persino intarsi all’uncinetto, per non parlare dei cappellini dorati ricavati da tappi di bottiglia.

Materiale riciclato utilizzato con grande creatività, immerso nel verde di aghi di pino, rametti di castagno e muschio. Stecchini per steccati, scatoline per case e sassolini per tracciare sentieri rendono davvero un inno al riciclo quest’opera d’arte e di ingegno cusnicla oktodita in classe.

Decisamente “internazionale” e multietnico il presepe della dottoressa Nicla Montanaro, con personaggi provenienti da tutto il mondo, una sorta di melting pot che coniuga più culture unendo elementi esotici, egiziani, asiatici e dell’est europeo ad altri tradizionali (piccoli bracieri in ottone, sedie impagliate in legno, ceste di vimini, botti, cassette di frutta e verdura, prosciutti, salsicce, padelle in rame, bilance, gabbie per polli, trecce di aglio e cipolla…). Centinaia di oggetti in uso da secoli nella quotidianità, miniaturizzati alla perfezione ed inseriti in un grandioso presepe (un’intera parete ed il suo angolo con grotte su più livelli e “ipogei” scavati nella … carta), costruito su supporti di legno ed immerso nel verde, con monti che si stagliano su orizzonti notturni traboccanti di stelle.presepe milano1

Il presepe di Giovanna Colacicco costruito da Filippo, Vito e Andrea a Montursi è interamente murgiano, costruito con pietre e “chiancarelle” lamellari di roccia e carparo.

Una architettura di incastri ed equilibri che profuma di antico, incastonata in un arco che racchiude la volta stellare. Tanti i personaggi al lavoro sotto i dolmen e decisamente ad effetto il colpo d’occhio di una scenografia accurata anche dal punto di vista logistico.

Il viaggio continua nel piccolo presepe in cartongesso di Rocco Francesco Plantamura, ambientato plantamura grupponel bianco Salento, un piccolo gioiello di modernariato che ospita personaggi tradizionali del presepe in un contesto tanto insolito quanto dettagliato: scope di saggina, tappeti, mobiletti in legno, persino cuccia, cane e ricamatrice con ago e filo, il tutto in uno spazio compatto e minimale.

Un paesaggio mozzafiato, con scale in pietra e colline degradanti per il presepe di Vito Antonio Milano, padre del pittore Mimmo Milano.

Il presepista – non più tra noi – ha costruito a mano ogni singolo arredo, persino piccolissimi calici, utilizzando legno, pietra, paglia, tessuti ed è con orgoglio che sua moglie e sua figlia lo mostrano ai gignazio cirilliiurati.

Alto più di un metro e cinquanta, ospitato in mansarda, il presepe di Ignazio Cirilli si presenta in struttura circolare nel bel mezzo di due colonne.

Un design che lo rende maestoso, fruibile e visibile da ogni angolazione per poi culminare in una “rocca” su cui svettano un angelo e una stella. Sorretto da una audace impalcatura piramidale, si avvolge su sé stesso, intorno il fiume Giordano dragato da barcaioli.

Ultimo presepe quello allestito da Anna Donatone Bergadano, diviso in due spazi, anch’esso interamente costruito con materiale riciclato. Un esempio le casette fatte con vaschette di gelato cui hanno lavorato il padre Alfredo e i figli.

L’abitazione decorata a mosaico in pietre minuscole ospita la natività e domina con bizantina eleganza il borgo.

Originalità e progettualità a tratti genipresepe donatone1ale caratterizzano tutti i “Presepi in famiglia”, davvero difficile scegliere il più bello anche per i lettori che li potranno ammirare nelle dettagliate e splendide foto di Mario Di Giuseppe!

 

 

 

 

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