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TRIBUTI AI PRIVATI. “AFFARE DA QUASI UN MILIARDO DI EURO”

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soldi 8“La notizia è che dal 1° gennaio 2013 Equitalia non potrà occuparsi più delle tasse dei Comuni. La conseguenza è che nelle mani dei privati sta per arrivare un business da quasi un miliardo di euro. Il rischio è che, appunto, quei soldi – i soldi dei cittadini – non arrivino mai nelle casse degli enti locali. Perché quello della riscossione dei tributi, un settore che ricorda i gabellieri di manzoniana memoria, negli ultimi anni è stato al centro di scandali e indagini giudiziarie.

In Puglia si ricorda ancora molto bene il caso della Tributi Italia, la società (oggi in amministrazione controllata) che è saltata in aria lasciando debiti con parecchi Comuni (ad esempio Bari, Brindisi, Fasano, Polignano) e che nelle ultime settimane è incredibilmente stata richiamata a Nardò. Un esempio, quello della «Tributi» e delle sue società collegate, che pare non aver insegnato nulla: a mettere i soldi dei cittadini nelle mani dei privati, infatti, spesso succedono pasticci.

«I Comuni – tuona Francesco Tuccio, presidente dell’Anutel (l’associazione degli uffici tributi degli enti locali) – devono essere in grado di incassare autonomamente. In fin dei conti, per la riscossione spontanea, stiamo parlando della semplice gestione di un conto corrente. I cittadini devono saperlo: ci sono Comuni che regalano ai privati lucrose commissioni sottoforma di aggi, regalando i soldi delle loro tasse».

E infatti la legge di riforma delle riscossioni, la cui entrata in vigore è stata rinviata al 1° gennaio 2013, non obbliga i Comuni ad affidarsi all’esterno: possono gestire tutto in proprio, anche in forma associata, oppure attraverso società in-house. Ma i numeri sono importanti. Per l’Ici (oggi Imu, che vale 8 miliardi di euro l’anno) i dati del Ministero dell’Economia dicono che il 50% dei Comuni oggi si affida a Equitalia (che prende un aggio medio del 10%), il 28% in proprio e il resto a società di riscossione private. Per la Tarsu (che vale meno della metà), invece i privati sono già arrivati al 30%, e le commissioni sono mediamente molto più alte.

La riscossione «privata» è nata ai primi anni ‘90, ed ha avuto uno sviluppo problematico. E molte delle società più attive sul mercato provengono dalla Puglia. La capostipite è stata la Gestor (confluita in Tributi Italia e poi fallita), su cui da tempo indaga anche la procura di Bari. Ma all’albo dei gestori dei tributi locali c’è ad esempio la Cerin di Bitonto, che lavora molto nel Salento: a Nardò è ai ferri corti con il Comune. E c’è la Gema di Foggia, un altro buco nero da 16 milioni: gli amministratori sono ai domiciliari, 180 persone rischiano il posto di lavoro. C’è la Emmegi, che lavora (soprattutto) per il Comune di Taranto, e che era finita al centro di un inchiesta per presunta frode in pubbliche forniture (poi risolta con l’assoluzione del legale rappresentante). Per il Comune di Lecce lavorano i tarantini della Dogre, che si occupano della tassa sulla pubblicità ed a Perugia sono al centro di polemiche sui giornali locali. C’è una inchiesta giudiziaria anche sulla Censum di Rutigliano, per il servizio svolto a Parabita e interrotto dopo un lodo arbitrale che l’ha condannata a risarcire 580mila euro.

Insomma, i problemi sembrano essere una costante. E così Bari, dopo essersi scottata con la Gestor, ha abbandonato Equitalia e oggi fa tutto in proprio affidandosi alle Poste: in questo modo ha già risparmiato, in un solo anno, 700.000 euro di commissioni. A livello nazionale, la Guardia di Finanza sta effettuando controlli sugli affidamenti degli enti locali. Che però ora, con l’obbligo di gara e la richiesta di garanzie, diventeranno sempre più difficili. E così il business dei privati si è spostato su un altro settore: la lotta all’evasione di Ici e Tarsu. Ci sono consulenti che offrono ai Comuni (soprattuto i più piccoli) sistemi per scoprire chi non paga, naturalmente in cambio di una percentuale. È questa la prossima frontiera”.

(fonte la gazzettadelmezzogiorno)

 

Per saperne di più su quanto accaduto a Gioia del Colle:

 

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