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MARCO BRANDO DISSACRA IL MITO DI FEDERICO II

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copertinaContraltare al rullo di tamburi che inneggiano a Federico II, cui è dedicata la seconda edizione della Festa Federiciana organizzata dall’Associazione Petali di Pietra, la presentazione presso il Rosamora Caffè del libro “lo strano caso di Federico II di Svevia” di Marco Brando, edito Palomar, con prefazione e post fazione di pregio, a cura di Raffaele Licinio e Franco Cardini.

Il giornalista nato a Sampierdarena, in provincia di Genova nel 1958, migrato “per motivi di cuore” in Puglia, ha collaborato con il “Corriere della Sera” ed il “Corriere del Mezzogiorno”, venuti meno i motivi di cui sopra, si è trasferito a Milano dove vive e lavora dal HPIM36142007 (è vice caporedattore centrale di City, quotidiano free press del gruppo Rizzoli Corriere della Sera).

Il 22 luglio al Rosamora, supportato dalle immagini commentate dal professor Giuseppe Losapio, Brando ha presentato la sua opera, un reportage su Federico II di stile cronicistico, graffiante e decisamente dissacrante, a partire dal sotto titolo “Un mito medioevale nella cultura di massa”.

L’autore non a caso ha scelto di dare al libro un titolo che ricorda “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde” di Robert Louis Stevenson.

HPIM3616“Federico II – a detta dell’autore – si è dibattuto tra queste due nature, diventando un mito per i posteri, ma non per tutti. Federico è molto amato dai pugliesi, anche dai foggiani, cui per ben due volte ha distrutto la città, lo si denota dai tanti ristoranti, agenzie, alberghi, strade, pub banche, persino imprese funebri e la stessa centrale di Cerano a lui intitolati, registra di contro una pacata amicizia dimostrata dal resto dei meridionali ed un atavico senso di rivalsa da parte degli italiani del Centro Nord leghista. In Germania ci s’imbatte addirittura in un sostanziale disinteresse, quasi non ricordano chi sia, e di questo fornisco le prove intervistando personaggi noti.”

Nel mio libro – continua Brando – provo ad azzardare qualche ipotesi sulle ragioni di questo strano caso, a segnalare il frequente ricorso a Federico II e agli Svevi nel dibattito sociale e politico cui s’assiste nell’Italia contemporanea, cerco di spiegare perché il miHPIM3618to positivo e quello negativo, sulla figura dell’imperatore, siano basati su opinioni contrastanti con la realtà storica. E infine svelo chi, all’inizio del Novecento ha inventato e propagandato l’immagine positiva di Federico, funzionale alle esigenze di un regime mussoliniano. Tutto sommato mi sento di rivalutare il mito federiciano alla luce della necessità che ancora oggi abbiamo di poter contare su miti positivi, per poter affrontare meglio il presente e per non aver paura del futuro.”

“L’indiscusso affetto dei pugliesi verso lo Svevo non è una caratteristica di intellettuali, ma di chiunque abbia radici in Puglia, al di là della propria condizione sociale e culturale.”

“Nel Nord e nel Centro Italia Federico Barbarossa e suo nipote Federico II sono stati considerati nemici giurati dei liberi Comuni medievali, caposaldo dell’italianità. L’avvento e il successo della Lega Nord di Umberto Bossi, che fa delle radici medievali della Padania un pilastro della propria identità – afferma l’autore – hanno rinfocolato l’antica inimicizia verso gli Svevi.” Una foto di Bossi, comparsa nel film realizzato su Barbarossa, ne è conferma.

HPIM3615Nell’Europa di cultura tedesca – precisa Brando – Federico II non era molto amato neppure dai suoi contemporanei. Era visto un po’ come un intruso, un sovrano cresciuto nel Sud Italia che pretendeva di comandare tra i tedeschi, tant’è che l’epiteto “puer Apuliae”, inventato da un cronista tedesco della fazione avversa a Federico, fu usato come insulto.”

Gennaro Durante, padrone di “casa” e del Rosamora Caffè ha, a sua volta, commentato l’incontro e ringraziato Elvira Pedone, presidente dell’Associazione che ha organizzato l’evento, che ha registrato un solo intervento: quello di Paola Capurso, indignata da tanta dissacrante verve.

HPIM3617Sono state davvero tante le difficoltà superate per organizzare questa manifestazione – ha infine precisato Elvira Pedone, dopo aver ringraziato i presenti – tenendo anche conto che siamo solo in quattro e tutte donne: Elisabetta Carnicelli, Valentina Montanarelli, Angelica Afferri ed io e abbiamo davvero fatto di tutto, anche facchinaggio.”

A giudicare dal successo della prima serata (http://www.gioianet.it/cultura/1582-affascinati-dalla-vita-di-corte-di-stupor-mundi.html), del banchetto medioevale nell’Osteria del Borgo Antico, di Ottavio Surico, che ha registrato ben 40 presenze e tanti “aspiranti” avventori, prenotatisi in ritardo, e la due giorni che partirà nel pomeriggio dalle 17.00, con in programma un fittissimo carnet di eventi, possiamo dire che hanno svolto davvero un ottimo lavoro!

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