RON: GRANDE SUCCESSO DI PUBBLICO A UÈFFILO-foto/video
Dagli stadi ai teatri per poi approdare nel Jazz Club di Uéffilo è ritrovarsi in quella vibrazione che rabbrividisce sulla pelle e “torna” non attraverso i decibel che riecheggiano tra migliaia di cuori e creano ondate di pura corrispondenza, ma attraverso un più intimo sentire, un riarmonizzarsi reciproco sintonizzandosi sulle stesse “corde”.
Questo ha donato Uéffilo a coloro che hanno ascoltato Ron il 9 febbraio. Due set vissuti con emozione nei quali il passato – i tanti, indimenticabili brani del cantautore che hanno scandito otto lustri di musica e vita, incisi indelebilmente nella storia della musica -, e il futuro si intrecciano in “Way Out”, raffinata sua ultima produzione, a cinque anni da “Quando sarò capace di amare”. Dodici arrangiamenti di brani inglesi e americani confermano che la musica si può “ri-creare”, “re-interpretare” e respirare decodificando nuovi linguaggi attraverso note scritte “in punta di plettro” intinto nell’inchiostro degli accordi della propria spiritualità.
La partitura è nella mente, le dita volano agili e cercano note diverse da quelle suggerite dai ricordi, ispirate dall’urgenza del presente, del “qui, ora” vissuto insieme, in assoluta, magica estemporaneità.
Ron: un’intera vita dedicata alla musica. Il 24 febbraio del 1970, appena diciassettenne, sale sul palco di Sanremo con Nada. Quarantadue anni dopo è ancora in dialogo “musicale” con generazioni di fan, senza esser mai venuto meno alle
loro aspettative.
E anche a Uéffilo Ron alterna il canto a racconti e pensieri in una atmosfera non proprio acusticamente rarefatta, ma comunque densa di suggestioni.
“Una città per cantare” rievoca Lucio Dalla, l’emozione si aggruma. Erano insieme diretti in nave verso la Sicilia quando nacque “Piazza grande”, anch’essa riproposta nel concerto gioiese.
“La musica non è più protagonista – afferma Ron, al secolo Rosalino Cellamare -, in Italia non c’è rinnovamento. Mancano autori e musicisti. A Garlasco nel mio laboratorio di musica cui ho dato il nome “Una città per cantare”, le prime cose che insegno sono scrivere testi e suonare uno strumento.” Qui, a pochi metri dalla stazione, dov’era una fabbrica di 
cioccolata, c’è la sua sala di incisione “l’Angelo studio”.
“A New York – continua il musicista – ho suonato con grandi musicisti in jazz club in cui non ero conosciuto. Rigenera l’energia che ti avvolge quando ti rimetti in gioco e nulla è scontato, quasi fosse la prima volta.”
Il suo sogno? “Essere più liberi in questo lavoro, nella musica. Siamo purtroppo tutti un po’ schiavi di un sistema. Diamo colpa al prezzo dei CD e sono convinto anch’io che è troppo alto, ma siamo anche schiavi di alcune emittenti che poi trasmettono solo musica straniera e non trasmettono la nostra o non ti trasmettono perché sei fuori target. Il mio sogno è che si ricominci a educare alla buona musica indipendentemente dai target”.
E di buona musica con Fabio Ganci al pianoforte – intenso e coinvolgente – e Giovanna Famulari – perfettamente a suo agio al violoncello in un contesto non esattamente classico, insieme a Ron anche al Moody Jazz Cafè di Foggia il 10 febbraio, se n’è ascoltata davvero e tanta.
Assolutamente da non perdere “Way Out”, segmento di una profonda ricerca in cui il cantautore esprime con raffinata naturalezza tutta la sua passione per la Musica, CD registrato tra amici accanto al camino.
Prossimi appuntamenti a Uéffilo: stasera “Anima e corde live” con il dj Shibuya e Damiano Fragrasso, per San Valentino Walter Ricci e il suo Quartet, quindi venerdì Gianni Ciardo, sabato “Saturday Dance Party” con Mr. Frank e domenica, 17 febbraio “I posteggiatori tristi” per continuare a riderci su.
Si ringrazia Stefania Antonicelli e lo staff di Uèffilo per la collaborazione fotografica.
Video esibizione a Uèffilo: https://www.facebook.com/photo.php?v=505714782813661
